3 gennaio 2007 - M.Matteuzzi www.ilmanifesto.it

 

Riserve indiane

 

 

     

Si è mai visto un indiano imporre all'uomo bianco un visto per l'entrata nelle riserve? A partire dal primo gennaio 2007 i cittadini degli Stati uniti dovranno richiedere il visto per entrare in Bolivia, fino a poco tempo fa una delle riserve indiane più classiche (e ricche). Lo ha deciso il presidente Evo Morales, un indio aymara, nella riunione di governo convocata alla mezzanotte fra il 31 dicembre e l'1 gennaio nel Palacio Quemado di La Paz. Strano giorno e strana ora per un consiglio dei ministri. Simbolici. Per dire che a partire dal 2007 un'epoca è finita e un'altra è cominciata.
Il decreto di Evo potrebbe sembrare una ripicca di uno che passa per essere troppo amico di Fidel Castro e Hugo Chavez e quindi nemico di George Bush. Ma è solo l'applicazione della regola aurea della diplomazia di qualsiasi paese sovrano. «Il principio della reciprocità», come ha detto ieri il ministro degli esteri boliviano David Choquehuanca, nome e faccia da aymara. Gli Stati uniti esigono il visto d'entrata per i cittadini boliviani, la Bolivia esige il visto d'entrata per i cittadini statunitensi. Né di più né di meno. Però suona strano sapere che nella Bolivia per la prima volta indipendente dopo 200 anni di «indipendenza» gli Stati uniti sono passati dal primo al terzo livello. Dal primo livello, i paesi i cui cittadini non hanno bisogno di visto d'entrata, al terzo livello. Insieme all'Angola, Buthan, Ciad, Congo, Ruanda, Somalia, Yemen, Indonesia, Taiwan (e alla Cina).
Ultimamente il vecchio «cortile di casa» dà segni di insofferenza. Un paio d'anni fa il Brasile di Lula impose ai cittadini statunitensi che andavano a svernare sulle spiagge di Rio l'obbligo umiliante delle impronte digitali (reciprocità anche allora). Ora la Bolivia di Evo. Ma anche del gas e del petrolio, e della coca. Tutti generi che sul mercato Usa tirano.
Via col visto, allora. In attesa di sapere se il prossimo passo sarà quello di obbligare i boliviani che vogliono sbarcare negli Stati uniti a rivelare - come si è appena saputo che ha accettato di fare l'Europa - il numero delle carte di credito e delle e-mail, cosa mangiano e con chi vanno a letto, per quale squadra tifano. Chissà che, nel caso, gli aymara Evo e Choquehuanca non mostrino più dignità e decenza di noi europei.

 

 

 

La Paz 2 gennaio 2007 - peacereporter

 

Morales impone il visto d'ingresso

anche ai cittadini Usa

 

 

     
Il governo boliviano di Evo Morales ha approvato ieri un decreto che imporrà l'obbligo del visto d'ingresso anche ai cittadini statunitensi, che finora ne erano esentati.

 

Morales ha definito il provvedimento "una questione di reciprocità", dato che Washington richiede ai boliviani un visto d'ingresso per entrare negli Stati Uniti.

 

"Siamo un paese piccolo ma abbiamo la stessa dignità di altri", ha detto Morales. Il decreto riguarda anche i cittadini di altri paesi come Serbia, Montenegro e Cipro.

 

La questione dei visti si è fatta sentire anche a livello politico lo scorso marzo, quando Leonilda Zurita, una parlamentare del partito di Morales, si è vista revocare il visto d'ingresso negli Usa per un presunto legame con attività terroristiche, che la Zurita ha negato.