23 maggio 2007 - www.granma.cu (PL)

 

Gli intellettuali sostengono il ripudio

della Bolivia alla guerra

 

     
 

Evo Morales:

 

il capitalismo

 

è nemico dell'umanità

 

PL –  Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha affermato che il capitalismo è il peggior nemico dell'umanità ed è un problema dei popoli il cambio della visione di questo sistema.

Salutando i più di 100 intellettuali ed artisti di 26 paesi che stanno partecipando al V Incontro Internazionale della Rete in Difesa dell'Umanità che si sta svolgendo a Cochabamba, Morales ha parlato delle responsabilità dei media sulla diffusione di questa verità.

Durante il suo primo incontro con i comunicatori nella Casa Santiváñez, Morales ha affermato che dietro le guerre ci sono sempre gli interessi politici dei governi che non sono mai gli interessi dei popoli.

Evo ha definito “molto opportuno” l'appuntamento dei professionisti con lo slogan “In difesa della verità e contro la manipolazione mediatica” ed ha sottolineato che le culture indigene sono oggi una riserva morale dell'umanità ed ha fatto un appello per far sì che si approfondisca la loro diffusione.

Il presidente boliviano ha spiegato che la nazionalizzazione degli idrocarburi, uno dei principali programmi del suo governo, è una realtà taciuta dai grandi mezzi informativi che sono in mani private.

Tra gli altri oratori nell'apertura del forum, il filosofo francese Francois Houtart ha detto che la specificità della Rete è la sua preoccupazione per la cultura, nel senso più ampio e il ministro venezuelano di Cultura, Francisco Sesto, ha anticipato che nel prossimo ottobre si celebrerà il VI Incontro a Quito, in Ecuador.

Francisco Sesto ed i suoi omologhi di Cuba, Abel Prieto e dell'Ecuador, Antonio Preciado, invitati al forum degli intellettuali, sono stati dichiarati ospiti illustri di Cochabamba.

Gli appuntamenti degli intellettuali della rete In difesa dell'Umanità si sono svolti sinora in Messico nel 2003, in Spagna  nel 2004, in Venezuela  nel 2005 ed in Italia nel 2006.

 

Intellettuali e artisti di 26 paesi riuniti nella città boliviana di Cochabamba si sono schierati a favore della proposta del presidente boliviano, Evo Morales, di ripudiare per principio la guerra, che minaccia di distruggere la vita nel pianeta.

 

Morales, in un incontro con più di 100 comunicatori che stanno partecipando al V Incontro Mondiale della Rete in Difesa dell’Umanità, ha anticipato che il suo Governo proporrà alla Costituente di inserire nel progetto di Carta Magna il ripudio di ogni conflitto bellico.

 

Il ricercatore franco-argentino Salim Lamrani ha segnalato al rispetto che l’iniziativa risponde al senso comune e alla cultura del presidente boliviano sulla necessità del benessere dell’essere umano.

 

La guerra, ha sottolineato, è tutto il contrario di questa filosofia del vivere bene. Penso che Morales abbia dato un esempio morale ai paesi che, con invasioni e distruzioni, aspirano a controllare il mondo.

 

Il filosofo belga Francois Houtart ha opinato che la proposta del Governo boliviano di ripudiare la guerra è tanto innovativa quanto incoraggiante per chi ritiene che sia possibile un mondo migliore.

 

Houtart ha aggiunto che altri paesi e Costituenti dovrebbero seguire l’esempio della Bolivia se questa iniziativa di Morales prospererà.

 

Anche l’economista brasiliano Theotonio Dos Santos ha spiegato il ruolo decisivo delle Costituenti nelle principali trasformazioni e nella costruzione del futuro Stato.

 

In questo senso, ha detto, la proposta di Morales è coraggiosa e ci indica il valore che un clima di pace ha per l’armonioso sviluppo delle nostre nazioni.

 

Il cattedratico statunitense James Crockfort ha manifestato il suo sostegno all’idea del presidente Morales poichè, secondo lui, esprime la richiesta dei popoli originari e delle donne.

 

La prima intensa giornata di questo appuntamento degli intellettuali è stata caratterizzata da tavole rotonde e seminari in riunione plenaria sulla manipolazione genetica, suo asse centrale.

 

Per oggi è previsto che i comunicatori approvino la Dichiarazione finale dell’evento, testo che tra le sue enunciazioni – secondo il comitato organizzatore – comprenderà il sostegno al processo di cambiamenti sostenuti dal governo boliviano.