La Bolivia ratifica la validità della nazionalizzazione degli idrocarburi
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Egli ha smentito che i ritardi del protocollo di 44 contratti con 12 firme straniere stiano apportando perdite economiche allo Stato.
Villegas ha fatto riferimento a un comunicato della statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB), nel quale si riferiscono criteri tecnici per ritardare gli accrediti presso gli uffici della Notaria General di questi accordi firmati nell’ottobre scorso.
"Come paese non perdiamo neanche un centesimo per la mancanza del protocollo, perchè il decreto di nazionalizzazione è vigente e si deve solo controllare quando entrano in vigenza reale i contratti d’operazione", ha spiegato.
Il testo della YPFB sostiene che la decisione era stata coordinata con il Ministero degli Idrocarburi e l’Energia e che c’era il proposito di garantire che i contratti entrino in vigenza una volta protocollati, quando si potranno far avanzare adeguatamente i compiti, i doveri e le responsabilità accordate dalle parti.
Inoltre segnala che la decisione obbedisce alla necessita di completare la verifica della documentazione esistente.
I nuovi contratti sono stati firmati dalla brasiliana Petrobras, la ispano-argentina Repsol YPF, la francese Total, filiali del gruppo British Petroleum e altre multinazionali, a compimento delle regole di nazionalizzazione dettate nel maggio del 2006.
In una dichiarazione alla stampa la notaia Ruth Villarroel, ha segnalato che YPFB ha consegnato solo 30 dei 44 contratti ed ha aggiunto che praticamente è pronta la lista dei documenti con il protocollo d’ognuno, ma che si deve aspettare che giungano i documenti ufficiali con la designazione di Manuel Morales come nuovo presidente dell’impresa statale boliviana e che si firmino gli atti.
I contratti fissano nuove condizioni alle petrolifere per operare in questa nazione come tributi sino al 85% sul valore della produzione e il controllo della YPFB.
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