Per la ripida e rocciosa gola dello Yuro avanzano compagnie
ranger della quarta ed ottava divisioni. Davanti all'imminenza dello
scontro, il Che, col suo gran sentimento umano ed alta responsabilità come
capo, decide di affrontare il disuguale combattimento con un ridotto numero
di compagni e così garantire l'uscita dei malati, prima che l'esercito
potesse chiudere il cerchio.
Pablito,
Francisco Huanca Flores, è designato dal Comandante Guevara per proteggere e
guidare Eustachio, Lucio Edilberto Galván, Chapaco, Jaime Graffia Campero,
ed El Moro, Octavio della Conception e de la Pedraja, la cui situazione di
salute si va facendo critica.
Quell'8 ottobre, come sempre aveva fatto dalla sua incorporazione al gruppo
guerrigliero, Pablito agisce con la disciplina ed il coraggio promesso
durante la conversazione sostenuta col Che l'11 settembre e che questo
raccolse nel suo diario commentando sul rivoluzionario boliviano: "Si mostrò
fermo e deciso, di 'Patrio o Morte' e fino a dove si deve arrivare".
Il giovane, di appena 22 anni, assume la custodia dei suoi compagni e li
guida per un terreno agreste con scarsa vegetazione piagata da spine. In
quel scoperto versante, i guerriglieri sostengono un feroce combattimento.
Per lo spazio di un'ora quattro uomini, tre di essi in cattive condizioni
fisiche, affrontano 145 soldati finché cadono mitragliati.
Fino alla fine, come aveva promesso l'uomo di taglia universale, Pablito
difese la vita dei suoi compagni e le idee rivoluzionarie che lo portarono
ad unirsi al gruppo guerrigliero di Ñacahuazú, quando aveva solo 21 anni.
Al suo arrivo nella guerriglia, racconta l'attuale colonnello Leonardo
Tamayo, Urbano, l'estrema gioventù di Pablito fece dubitare a molti che
potesse affrontare le dure prove che la lotta guerrigliera portava con sé.
Tuttavia, emerse tanto che fu considerato come uno dei migliori compagni del
gruppo di Moisés Guevara ed un esempio tra i membri dell'Avanguardia.
Era nato nel villaggio di Laja, dipartimento di Oruro, Bolivia, il 17
settembre 1945. Appena concluso il Servizio Militare cominciò a lavorare
nelle miniere di Corocoro, dove immediatamente si unisce alle forze
rivoluzionarie che lì esistono e richiede la sua entrata nel Partito
Comunista di orientamento marxista-leninista, capeggiato da Moisés.
Il contadino disponibile, coraggioso e silenzioso, che fa ciò che gli è
ordinato e lo fa bene, come segnala il Guerrigliero Eroico valutandolo, a
tre mesi dalla sua incorporazione, come "molto buono" risponde positivamente
alla fiducia riposta in lui, fino all'ultimo istante di vita.
Riassunto del lavoro pubblicato in Granma il 15 ottobre 1997
dalla giornalista Elsa Blaquier Ascano.