Vilma sarà l’esempio di una donna

 

totalmente dedicata alla Patria e alla

 

Rivoluzione, al Partito e a Fidel

 

 

Discorso pronunciato da José Ramon Machado Ventura, membro dell'Ufficio Politico e Vicepresidente del Consiglio di Stato, nella veglia solenne in onore dell'eroina Vilma Espin Guillois

 

 

Stimato Raul;

Cari figli Deborita, Mariela, Nilsita ed Alejandro;

Familiari dell'indimenticabile Vilma;

Compagne e compagni:

Compio il triste e doloroso incarico di pronunciare queste sentite parole a nome della Direzione del Partito e dello Stato cubani.

Con profondo dolore, il nostro popolo ha reso oggi, lungo tutto il paese, un meritato tributo di ricordo, rispetto ed affetto per una delle combattenti più insigni della Rivoluzione: la cara compagna Vilma Espin.

Questo stesso sentimento affettuoso ci ha convocati questa notte per omaggiare la memoria dell'eroina della clandestinità, della leggendaria combattente dell'Esercito Ribelle che dedicò la sua vita alla liberazione della sua Patria, al consolidamento del trionfo rivoluzionario e fece della Rivoluzione il senso della sua vita esemplare.

La casa fu fucina degli alti valori che la distinsero; l’agiatezza della famiglia e le comodità non furono un ostacolo per sottomettersi alle difficili condizioni e privazioni che le imporrebbe la lotta rivoluzionaria.

Emergeva in lei la sete della conoscenza e la passione per la cultura, in particolare, il balletto ed il canto che la portava sempre ad intonare, con raffinata voce, i suoi pezzi preferiti patriottici e di indiscutibile “cubania”. L'attaccamento alla rettitudine, alla verità, all'onestà e alla giustizia contribuirono alla formazione della sua personalità fin dai primi anni della sua vita, nel modo di apprezzare ed affrontare i rigori della vita.

Tuttavia, alcuni fatti importanti sarebbero stati definiti nell'evoluzione del suo pensiero politico ed azione rivoluzionaria.

Come lei stessa rivelava, il colpo di stato del 10 marzo 1952 la condusse a prendere coscienza sulla necessità del cambiamento politico, economico e sociale che imperava nel paese e di allontanare definitivamente il regime imposto con la forza. A partire da quel fatidico giorno, sarebbe apparsa in crescenti manifestazioni politiche e come militante attiva delle organizzazioni rivoluzionarie guidate da Frank Pais.

E ancora di più, l'eroico assalto alla caserma Moncada lasciò in Vilma un’impronta particolare. Ma fu l'autodifesa di Fidel, La Storia mi Assolverà, quella che penetrò definitivamente in lei. Tra sali e provette del laboratorio universitario dove faceva la sua tesi lesse il trascendentale documento che gli diede le ragioni teoriche della lotta, apprezzò ed abbracciò il programma rivoluzionario, mentre si convinse delle qualità eccezionali del nostro massimo leader.

Da quel momento si sarebbe dedicata completamente alla causa rivoluzionaria, convertita in una delle combattenti più vicine all'indimenticabile Frank.

È conosciuta la sua rischiosa ed intensa vita nella clandestinità, il suo contatto con Fidel in Messico per ritornare a Cuba con importanti istruzioni e messaggi, i preparativi ed il suo battesimo di fuoco il 30 novembre 1956, e l'appoggio immediato al nascente Esercito Ribelle.

In compagnia di Frank fu tra i primi ad arrivare alla Sierra Maestra ed ad contattare il nucleo guerrigliero, quando erano passati solo due mesi dall’inizio della battaglia; lì partecipò a fatti trascendenti; ebbi l'opportunità di trovarmi e conversare con lei nella Sierra; la ricordo sempre diligente, comunicativa e fiduciosa nella massima direzione della Rivoluzione.

Nei rigori di questa lotta senza quartiere, per lei fu molto dolorosa la caduta del suo capo ammirato Frank Pais; ma, non si scoraggiò, richiamò ad onorarlo, si alzò, continuò nel suo esempio e proseguì con più decisione e sicurezza nella vittoria finale.

Già allora, nella condizione di integrante della Direzione Nazionale del Movimento 26 Luglio e sua coordinatrice nell'antica provincia di Oriente, in mezzo ad un intenso lavoro organizzativo e di azioni rivoluzionarie, e tenacemente perseguita, si incorporò definitivamente all'Esercito Ribelle nel Secondo Fronte Frank Pais, appena fondato.

Qui l’ho conosciuta molto più da vicino, e con la stessa dedicazione che nella città la vedemmo nella coordinazione del movimento clandestino di Oriente nel territorio del Fronte, in interviste e contatti con dirigenti nazionali e provinciali dell'organizzazione. Si distingueva per la sua capacità organizzativa, la sua sensibilità, la sua preoccupazione per tutti i temi, qualità che tesoreggiò sempre.

Alicia, Monica, Deborah e Mariela furono i suoi pseudonimi nella lotta clandestina e nella guerra; al trionfo della Rivoluzione, il nostro popolo la conobbe con il suo vero nome.

Con la vittoria del 1º gennaio 1959 incominciò per lei un combattimento ancora più lungo che gli anteriori: la lotta per l'uguaglianza della donna. Immersa in distinti compiti, Fidel le raccomandò l'unificazione delle organizzazioni femminili, processo che terminò il 23 agosto 1960 con la costituzione della Federazione delle Donne Cubane che lei seppe dirigere con estrema dedicazione. Fu da allora la più cara, ammirata e rispettata dirigente delle donne cubane.

La storia di questi più di quaranta sei anni è conosciuta, ma per arrivare fino a qui bisogna capire quanto sforzo si è dovuto fare per contribuire a tirare fuori la donna dal luogo dove fu relegata per secoli nelle società anteriori e situarla nel seggio della dignità, riconoscimento ed onore che oggi può ostentare la donna cubana.

Quello di cui oggi gode la donna con tutti i diritti, come le sue più legittime conquiste, ha le sue cause nell'essenza della Rivoluzione e nelle insonnie permanenti di Vilma per raggiungere, gradino dopo gradino, questa distinzione umana.

Non c'è conquista della donna cubana o dell'infanzia che non portasse il suo sigillo, la sua partecipazione e la sua difesa incessanti; non esisteva tema che non la preoccupasse, indipendentemente del settore di cui si trattava.

Si può dire molto sulla contribuzione di Vilma, ma soprattutto fu interprete fedele e seguace delle idee di Fidel sulla donna e conseguente propulsore di una vera Rivoluzione nella Rivoluzione; partecipante attiva nell'elaborazione della legislazione rivoluzionaria sull'uguaglianza ed altri temi prioritari nella nostra società, particolarmente quelli vincolati all'infanzia, alla visione di genere, all'educazione sessuale, al lavoro comunitario; propulsore del rinvigorimento, sviluppo e benessere della famiglia cubana; forgiatrice di quadri femminili della Rivoluzione.

La sua voce da giustiziera si sollevò anche nei più diversi scenari internazionali per reclamare l'uguaglianza della donna ed il diritto dei bambini del mondo, e fu meritevole del riconoscimento delle più prestigiose organizzazioni femminili ed organismi internazionali.

Lascia un’impronta incancellabile nelle compagne della direzione della federazione. Era un'amica, una madre, una sorella, senza alcuna diminuzione della sua autorità. In lei era permanente la consacrazione in ogni compito, il dettaglio in ogni lavoro, la costanza nei fatti intrapresi, la discussione franca e diretta su quello che si doveva correggere e superare. Era un esempio dei dirigenti che reclama la Rivoluzione in questi tempi.

Coloro che hanno avuto l'opportunità di condividere con lei il loro lavoro ammiravamo la sua serenità, la sua equanimità nella presa di decisioni e la sicurezza in sé stessa, la sua fermezza, il suo ottimismo ed il clima di fiducia che creava intorno ai sui collaboratori. Nello stesso tempo che imparava, insegnava, consigliava, incoraggiava, esigeva e sapeva combinare il lavoro collettivo con la responsabilità individuale; si fidava dei quadri dirigenti, nelle potenzialità e nelle virtù del paese, ed aveva sicurezza piena nella vittoria definitiva di fronte al poderoso avversario.

Insieme ai nomi di Celia e Haydée, Vilma sarà l’esempio di donna dedicata alla Patria e alla Rivoluzione, al Partito ed a Fidel. Di lei si potrà parlare in passato, ma soprattutto in presente ed in futuro, nell'opera colossale ed inarrestabile di oggi e di domani.

Il suo unico ed affettuoso amore si forgiò nel fragore del combattimento e negli ideali comuni della Rivoluzione quando il trionfo era vicino, e dall’unione matrimoniale con Raul, nel gennaio del 1959, nacquero quattro figli ed otto nipoti, per i quali Vilma sentiva un orgoglio particolare.

La ricorderemo sempre come normalmente si fa con gli eroi, secondo l'emblematica canzone: “1/4 si ricorda di lei senza pianti....” la ricorderemo sfidando il pericolo e deridendo il nemico durante le persecuzioni nella città; col fucile sulla spalla nelle agresti montagne fino a raggiungere la vittoria; coltivando la strada verso il futuro luminoso della Patria, della quale fu una delle sue più conseguenti costruttrici.

La vediamo nella fucina delle nuove ondate di generazioni più colte e rivoluzionarie; nella donna emancipata che cammina al lato del suo uomo; nei giovani e nelle giovani della gigantesca battaglia di oggi; nelle bambine e nei bambini che trasportano l'uomo nuovo. La vediamo moltiplicando energia nella fabbrica che lotta per essere migliore; nella scuola che insegna e crede nei valori dei quali lei si immolò; nel circolo che ha creato con passione e che regala copiosamente sorrisi e tenerezze.

Vivrà tra di noi, con quell'immagine naturale che rivelava fiducia ed ottimismo nella Rivoluzione e nel futuro luminoso della Patria.

Davanti al suo ricordo imperituro confermiamo il compromesso di essere fedeli ai principi e alla causa che difese fino alla morte, incerta, come diceva Martí, quando si è vissuta bene l'opera della vita.

Gloria eterna a Vilma!

Grazie.
 

 


traduzione Ida Garberi