Sulle orme di Giovanni Paolo II e come
apripista, chissà, di una possibile visita di Benedetto XVI, il segretario
di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, si recherà a Cuba nel prossimo
gennaio per incontri con la comunità cattolica locale e, qualora la salute
del lider maximo dovesse consentirlo, anche per un colloquio diretto con
Fidel Castro.
Motivo della missione - a quanto si
apprende da fonti ufficiose nella città pontificia - è il decimo
anniversario del viaggio di Papa Wojtyla, che, dal 21 al 26 gennaio 1998, in
un evento definito storico, sbarcò nell'isola, rompendo l'isolamento
internazionale imposto dagli Stati Uniti nei confronti del regime cubano, ma
anche chiedendo (ed ottenendo parzialmente) da Fidel Castro un maggior
rispetto dei diritti civili e religiosi della popolazione locale, e il
rilascio dei detenuti politici.
Memorabile la storica stretta di mano tra
il pontefice cattolico e il barbuto leader cubano nell'austero palazzo della
Rivoluzione (22 gennaio 1998), o il discorso di Wojtyla, durante la messa
conclusiva del 25 gennaio nella piazza dell'Avana, quando, approfittando di
refoli di vento, il Papa proclamò che lo "Spirito Santo" soffiava pure lì, a
Cuba, in uno degli ultimi avamposti comunisti rimasti al mondo.
Dal viaggio di Wojtyla, la Chiesa cattolica
cubana ottenne una doppia legittimazione: come portavoce dell'opposizione
politica, ma allo stesso tempo come interlocutrice del regime, con una
libertà di movimento e di parola impensabili prima di allora.
Sugli oltre 11 milioni di abitanti, il 66% si professa cattolico, ed oggi la
Chiesa cubana è "una Chiesa vivace e vitale", secondo la definizione del suo
cardinale primate Jaime Ortega.
Bertone è già stato a Cuba due anni fa,
come arcivescovo di Genova e , in quell'occasione, ebbe un lungo colloquio
con Fidel Castro, ancora in buona salute.
Il leader cubano, che da ragazzo aveva
studiato in una scuola di salesiani, tributò al cardinale salesiano
un'accoglienza festosa e gli manifestò l'intenzione di invitare anche
Benedetto XVI a Cuba.
"E' un papa che mi piace. E' una brava
persona, l'ho capito subito guardando il suo volto, il volto di un angelo",
gli confidò. Bertone gli fece presente che mentre Giovanni Paolo II aveva
cominciato il suo pontificato a 58 anni, Benedetto XVI ne aveva 20 di più e
già in molti aspettavano una sua visita.
La questione di un invito potrebbe di nuovo
essere posta a Bertone, divenuto nel frattempo segretario di Stato vaticano:
stavolta però non dal lider maximo, ormai debilitato, ma dal fratello e
presidente "facente funzioni" Raul Castro.
Su tutto ciò, in Vaticano, al momento le
bocche sono cucite.
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