Mi vergogno di essere europea. Appartenere alla
vecchia Europa diffidente e permalosa che si corrompe ed imputridisce moralmente
ad ogni passo che dà, e che ora, con risoluzioni come questa promossa nell'ONU
sanzionando a Cuba (il brano è del 2005, n.d.t.) - con la scusa dell'appoggio
dei diritti umani sull'Isola - arriva al parossismo dell'ingiustizia.
Valorosa Europa, now you are a good friend. Stupida Europa. Voi che potete fare
tutto quello che volete, senza ragioni né argomenti, sia rendere illegale un
partito politico quando fastidioso, sia condannare un paese intero ad un
perpetuo bloqueo, fate quello che vi viene voglia e date una firma di condanna
ad un paese senza neanche perdere il sorriso.
Potete farlo. Esercitatevi da buoni schiavi, ora passerete da rematori delle
galere a caposquadra della barca, come premio alla vostra sottomissione alle
leggi del poderoso impero. E mentre c'intrattenete in questo mondo felice
dell'abbondanza apparente, pieno di briciole di leggi apparentemente
pro-cittadini, accerchiate e schiacciate uno dei pochi tentativi certi e reali
che c'è nel mondo di quello che deve essere una società giusta, come è Cuba.
Maledizione dell'Europa. Non voglio fare parte di lei. Mi sento vilipesa,
perseguitata, le mie viscere scoppiano e guardo il boia ed intimamente gli sputo
in faccia. Questa Europa moribonda dove le corporazioni crescono smisuratamente
mentre le persone oneste si ritorcono, vomitano, gridano e perfino piangono.
Come è possibile tanta ipocrisia. L'Europa dice che a Cuba non ci sono i diritti
umani e che pertanto bisogna sanzionarla, tendere la corda, stringere gli
artigli sul suo collo, soffocarla e rifiutargli il suo diritto di esistere.
Che in Cuba non si può vivere liberamente, che è una società che opprime, che
nega libertà fondamentali. Queste cose, perché mi suonano tanto familiari questi
argomenti, sarà perché tutto questo è così certo proprio qui, al mio fianco...
Ed
è che guardo il mondo che mi circonda e sento i miei diritti e quelli del mio
ambiente calpestati, vulnerati, distrutti. Per questo motivo non voglio più
vivere in Europa, l'Europa triste e gonfia, che giudica e condanna con
prevaricazione e perfidia. La gente che crede in quell'altro mondo possibile
siamo all'improvviso e di nuovo spinti contro una parete; ma attenzione! perché
sapremo anche saltare questo muro, nonostante sappiamo che non è facile la
strada che c'è offerta dall'altra parte. Torneranno le guerriglie. Ma questa
volta nuove, con nuovi metodi. Fresche, potenti, contundenti. Sagge.
Intelligenti.
Dicono che Cuba non rispetta i diritti umani. Ma io mi domando che cosa sono per
i poderosi "i diritti" e "gli umani". Dicono che per questa mancanza di diritti
la gente se ne va da Cuba. È chiaro, non parliamo lo stesso linguaggio. In tutti
i paesi del mondo c'è gente che vuole andare via. Anche da Cuba.
Ma ci sono anche altri che ci vogliono andare. Esistiamo anche noi, anche quelli
che ci vogliamo andare, ritornare, e rimanerci.
Voglio chiedere asilo politico a Cuba. Asilo morale, etico, umano. Voglio
chiedere asilo politico a Cuba per preservare i miei più intimi diritti umani,
alcuni diritti che Europa, fino ad ora, non ha saputo rispettare come doveva.
*l'autrice è una scrittrice
catalana, attivista dei Diritti Umani, moglie del famoso drammaturgo Alfonso
Sastre, deceduta nel maggio 2007.
Tradotto da Ida Garberi-Preso da Cubadebate
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