6 ottobre 2007-  Eva Sastre Forest* www.prensa-latina.it

   

Chiedo asilo politico a Cuba

 

 

 

Mi vergogno di essere europea. Appartenere alla vecchia Europa diffidente e permalosa che si corrompe ed imputridisce moralmente ad ogni passo che dà, e che ora, con risoluzioni come questa promossa nell'ONU sanzionando a Cuba (il brano è del 2005, n.d.t.) - con la scusa dell'appoggio dei diritti umani sull'Isola - arriva al parossismo dell'ingiustizia.

Valorosa Europa, now you are a good friend. Stupida Europa. Voi che potete fare tutto quello che volete, senza ragioni né argomenti, sia rendere illegale un partito politico quando fastidioso, sia condannare un paese intero ad un perpetuo bloqueo, fate quello che vi viene voglia e date una firma di condanna ad un paese senza neanche perdere il sorriso.

Potete farlo. Esercitatevi da buoni schiavi, ora passerete da rematori delle galere a caposquadra della barca, come premio alla vostra sottomissione alle leggi del poderoso impero. E mentre c'intrattenete in questo mondo felice dell'abbondanza apparente, pieno di briciole di leggi apparentemente pro-cittadini, accerchiate e schiacciate uno dei pochi tentativi certi e reali che c'è nel mondo di quello che deve essere una società giusta, come è Cuba.

Maledizione dell'Europa. Non voglio fare parte di lei. Mi sento vilipesa, perseguitata, le mie viscere scoppiano e guardo il boia ed intimamente gli sputo in faccia. Questa Europa moribonda dove le corporazioni crescono smisuratamente mentre le persone oneste si ritorcono, vomitano, gridano e perfino piangono. Come è possibile tanta ipocrisia. L'Europa dice che a Cuba non ci sono i diritti umani e che pertanto bisogna sanzionarla, tendere la corda, stringere gli artigli sul suo collo, soffocarla e rifiutargli il suo diritto di esistere.

Che in Cuba non si può vivere liberamente, che è una società che opprime, che nega libertà fondamentali. Queste cose, perché mi suonano tanto familiari questi argomenti, sarà perché tutto questo è così certo proprio qui, al mio fianco...

Ed è che guardo il mondo che mi circonda e sento i miei diritti e quelli del mio ambiente calpestati, vulnerati, distrutti. Per questo motivo non voglio più vivere in Europa, l'Europa triste e gonfia, che giudica e condanna con prevaricazione e perfidia. La gente che crede in quell'altro mondo possibile siamo all'improvviso e di nuovo spinti contro una parete; ma attenzione! perché sapremo anche saltare questo muro, nonostante sappiamo che non è facile la strada che c'è offerta dall'altra parte. Torneranno le guerriglie. Ma questa volta nuove, con nuovi metodi. Fresche, potenti, contundenti. Sagge. Intelligenti.

Dicono che Cuba non rispetta i diritti umani. Ma io mi domando che cosa sono per i poderosi "i diritti" e "gli umani". Dicono che per questa mancanza di diritti la gente se ne va da Cuba. È chiaro, non parliamo lo stesso linguaggio. In tutti i paesi del mondo c'è gente che vuole andare via. Anche da Cuba.

Ma ci sono anche altri che ci vogliono andare. Esistiamo anche noi, anche quelli che ci vogliamo andare, ritornare, e rimanerci.

Voglio chiedere asilo politico a Cuba. Asilo morale, etico, umano. Voglio chiedere asilo politico a Cuba per preservare i miei più intimi diritti umani, alcuni diritti che Europa, fino ad ora, non ha saputo rispettare come doveva.
 


*l'autrice è una scrittrice catalana, attivista dei Diritti Umani, moglie del famoso drammaturgo Alfonso Sastre, deceduta nel maggio 2007.
 


Tradotto da Ida Garberi-Preso da Cubadebate