Cuba definisce una farsa il

 rapporto della relatrice a Ginevra

 

13 giugno 2007 -  www.granma.cu (PL)

 

Cuba ha definito una farsa il rapporto presentato dalla Rappresentante Speciale per Cuba nel Consiglio dei Diritti Umani (CDH) e ha avvertito che presto verrà posta fine “a questo grottesco spettacolo”.

 

L’ambasciatore cubano a Ginevra, Juan Antonio Fernández, ha affermato che i “rapporti sulla situazione” della signora Christine Chanet, “non meritano nessun credito”.

 

A continuazione Prensa Latina riproduce il testo integrale dell’intervento del capo della missione permanente di Cuba negli organismi internazionali, nel V periodo di sessioni del CDH.

 

Signor Presidente: La farsa sta per terminare. Presto calerà il sipario che porrà fine a questo grottesco spettacolo e porterà con sé l’ipocrisia, la doppia morale e le complicità che hanno affondato nel discredito la vecchia Commissione.

 

Il mandato della cosiddetta “Rappresentante Speciale” è un pesante fardello della vecchia Commissione. I suoi “rapporti sulla situazione” non meritano alcun credito.

 

La Rappresentante Speciale, in un gioco di prestigio e di presunti equilibri, è stato lo strumento di turno. La Cuba da lei presentata è l’immagine mediatica proiettata dalle grandi transnazionali della disinformazione, fabbricata nei laboratori della CIA e della Casa Bianca.

 

Ma la realtà vera è un’altra. È quella che non appare nei suoi rapporti. È quella della Cuba che lavora e costruisce, che invia legioni di medici per salvare vite e curare il dolore, dalle alte cime dell’Himalaya e dalle pianure africane fino alle povere colline di Caracas. È quella che porta la luce dell’istruzione a chi non sa né leggere né scrivere, dalla vicina Haiti alla lontana Oceania con i suoi popoli originari.

 

La Rappresentante Speciale avrebbe molto più da dire su Cuba, ma preferisce non farlo per non infastidire i potenti.

 

Potrebbe, per esempio, accompagnare la nostra lotta per la chiusura del campo di concentramento nel territorio cubano illegalmente occupato dalla Base Navale statunitense a Guantánamo, dove centinaia di persone soffrono torture e vessazioni.

 

Potrebbe inoltre aggiungere la sua voce a quella di tutti coloro che condannano energicamente la recente liberazione negli Stati Uniti del più pericoloso terrorista e assassino dell’emisfero occidentale, Luis Posada Carriles, responsabile (tra gli altri atti criminali) della provocata esplosione in pieno volo di un aereo civile della Cubana de Aviación, costata la vita a 73 innocenti.

 

Potrebbe anche unirsi all’enorme campagna mondiale e all’infaticabile lotta del nostro popolo nella sua rivendicazione della causa dei 5 valorosi giovani cubani sottoposti ad una dura e ingiusta prigionia nelle carceri statunitensi, per aver lottato contro il terrorismo e aver difeso la vita dei cubani e delle cubane.

 

Ma sappiamo già che preferisce non farlo.

 

Signor Presidente: in ogni caso queste pratiche rappresentano il passato. Il nostro sguardo è rivolto al futuro. Per questo Cuba ha votato a favore della risoluzione 60.251 che ha istituito il Consiglio dei Diritti Umani. Per questo Cuba ha presentato la sua candidatura al Consiglio ed ha stabilito i suoi impegni con quest’organo, risultando eletta con 135 voti, più dei due terzi dei membri dell’Assemblea Generale dell’ONU. Per questo Cuba ha lavorato, nel corso di quest’anno, in modo costruttivo e con spirito di cooperazione.

Sempre per questo il secondo anno di vita del nuovo Consiglio dei Diritti Umani dovrebbe iniziare mettendo da parte una così pesante zavorra.

 

Cuba si aspetta che il risultato finale del processo di costruzione istituzionale rifletta i più ampi interessi del Terzo Mondo e dei Paesi Non Allineati. Cuba riafferma il suo impegno con questo nuovo organo e i suoi meccanismi, compreso quello della Revisione Periodica Universale e lavorerà affinché si metta fine alle doppie morali ed alle ingiuste discriminazioni per motivi politici. Cuba è assolutamente pronta, come lo hanno fatto successive generazioni di cubani durante la nostra storia, a continuare la sua lotta fino al giorno in cui conquisteremo tutta la giustizia.

 

 

FORTE SOSTEGNO A CUBA NEL CONSIGLIO

DEI DIRITTI UMANI DI GINEVRA

 

 

Venticinque paesi hanno dato il loro sostegno assoluto a Cuba ed hanno chiesto la sospensione definitiva dei mandati per paesi nel Consiglio dei Diritti Umani (CDH) delle Nazioni Unite.

 

La Palestina è stata il diciannovesimo stato che ha espresso dichiarazioni d’ammirazione verso la maggiore delle Antille, come lo hanno fatto anche Sri Lanka, Nicaragua, Venezuela, Vietnam, Ecuador, Iran, Bolivia, Cina e Sudafrica.

 

È stata una serie di discorsi, non molto abituale, pronunciati a beneficio di un paese nel Palazzo delle Nazioni di Ginevra, dopo la relazione presentata dalla Rappresentante Speciale per Cuba dell'antica commissione, Christine Chanet.

 

Russia, India, Indonesia, la Repubblica Popolare Democratica della Corea, Algeria, Siria, Sudan, Malesia, Libia, Angola, Zimbabwe, Bangladesh, Bielorussia, Pakistan ed Uzbekistan, si sono uniti al coro di voci che hanno respinto il testo della Chanet.

 

Particolarmente eloquente, la delegazione dello Sri Lanka ha evocato il ruolo di Cuba nell'eliminazione dell'apartheid ed ha ricordato le parole di Nelson Mandela, quando ha segnalato che doveva la sua libertà alla solidarietà dei cubani nella guerra di liberazione dell'Angola.

 

Vietnam, Nicaragua, Venezuela e Bolivia hanno encomiato l'esempio cubano nei settori dell’educazione, la scienza e la salute ed hanno posto in risalto i progressi dell'Isola in tutti i terreni, nonostante il blocco economico imposto dagli Stati Uniti da più di 40 anni.