Cuba ha oggi accusato gli Stati Uniti, davanti alla plenaria del Consiglio dei
Diritti umani dell'ONU, di praticare il sequestro sistematico di persone col
pretesto di lottare contro il terrorismo.
Nel dibattito vespertino su una relazione che condanna le sparizioni forzate, il
delegato cubano, Yuri Galla, ha esposto che l'attuale amministrazione
nordamericana è ricorsa a detenzioni arbitrarie e trattamenti crudeli contro le
vittime di queste azioni.
Non deve neppure dimenticarsi che gli Stati Uniti, ed in particolare la
tristemente celebre Scuola delle Americhe, ha svolto un ruolo chiave nella
preparazione del personale responsabile di massicce e flagranti violazioni dei
diritti umani.
Riferendosi alle dittature militari imposte e sostenute, in America latina, da
Washington durante le decadi scorse, ha puntualizzato che l'assistenza e
l'appoggio logistico nordamericano hanno permesso la coordinazione tra i servizi
di intelligence regionali.
Questo ha reso possibile lo scambio di informazione e
prigionieri come l'operare congiunto per l'eliminazione degli oppositori; é
un'espressione probatoria, di questa cooperazione, la ben nota Operazione
Condor.
Il delegato cubano, alludendo ai voli e prigioni clandestine operate, nel
presente, dagli Stati Uniti, ha affermato che, deplorevolmente, il sequestro di
persone in luoghi segreti per successivamente torturarli o assassinarli non
appartiene solo al passato.
Cuba concede speciale importanza alla necessità di fortificare gli sforzi
internazionali nel combattere le sparizioni forzate o involontarie, mediante
azioni e misure che rendano impossibili queste orrende violazioni in qualunque
parte del mondo.
Successivamente Gala ha chiesto che il Gruppo di Lavoro del Consiglio continui
dando il dovuto seguito a questa questione, sottolineando che l'adozione da
parte dell'Assemblea Generale della Convenzione Internazionale, per la
protezione delle vittime di questi fatti, ha segnato un importante passo avanti.
Ciò risulta particolarmente significativo per le organizzazioni dei familiari di
scomparsi ed altre ONG che, durante tanti anni, hanno lottato e persistito per
evitare che questo delitto si perdoni o si dimentichi e si combatta l'impunità.
Gala, in conclusione, ha sostenuto che il suo paese riafferma l'importanza che i
responsabili non abbiano il beneficio dell'amnistia, la prescrizione, la
scadenza, l'indulto o qualunque misura simile, poiché l'impunità ostacola il
prevalere della verità e la giustizia.
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