30 agosto 2007 www.prensa-latina.it

 

Cuba non parteciperà al

mondiale di pugilato


 

 

Cuba ha deciso di non assistere al Campionato Mondiale di Pugilato che si celebrerà in ottobre di questo anno nella città statunitense di Chicago, ha confermato questo mercoledì la Federazione di questo sport nel paese.

Secondo l'entità, sono varie le ragioni per le quali la Federazione Cubana di Pugilato (FCB) ha declinato l'invito per partecipare all'evento, uno dei tre che offrirà le qualificazioni per i Giochi Olimpici di Pechino 2008.

La nota che appare nel giornale Granma, sottolinea che le ragioni più importanti sono state esposte dal presidente cubano, Fidel Castro, in alcune riflessioni agli inizi di agosto.
La prima riflessione è stata pubblicata col titolo La politica e lo sport e la seconda, La costanza scritta.

Il mandatario si è riferito alla “diserzione di due pugili cubani durante i XV Giochi Panamericani che si sono celebrati a Rio di Janeiro, in Brasile”.

In quell'occasione il dirigente cubano “analizzò meticolosamente il modus operandi dei gruppi che sono asserviti a uno dei più vili interessi degli Stati Uniti, con l’aspetto di commercianti, che poi si dedicano al furto degli atleti”, dice la nota della FCB.

“Non esporremo nuovamente la squadra cubana di pugilato agli eccessi e alle provocazioni che potrebbero accadere a Chicago, che in questo caso, essendo territorio nordamericano, sarebbe il luogo ideale affinché mercanti e trafficanti agiscano liberamente con la totale complicità delle autorità nordamericane”, aggiunge il documento.

D'altra parte, osserva che “non è affatto assurdo pensare ad un'alleanza tra mafiosi tedeschi e statunitensi, nel caso del pugilato, rappresentati in Germania dall’Arena Box Promotion”, la stessa che cercò di contrattare i due pugili cubani a Rio di Janeiro.

La FCB ha citato anche l'Associazione Internazionale di Pugilato (AIBA) “per non avere richiesto responsabilità al pugilato professionale in generale per le continue aggressioni contro Cuba ed il suo sport”.

Cuba, avverte, “è stata esempio di rispetto ed etica in qualsiasi evento sportivo internazionale nel quale partecipa, così come di solidarietà e collaborazione disinteressata per lo sviluppo di questo sport in decine di paesi”.

La nota della FCB chiarisce anche che Cuba non negozia i suoi principi, che nello sport si incentrano nella pratica sana ed il rispetto degli ideali più puri dello spirito olimpico.

Allo stesso tempo richiama ad evitare incertezze e pessimismi ed assicura che i pugili cubani “avranno altre opportunità per ottenere la loro classificazione in vista delle Olimpiadi Pechino 2008”.