Adesso a raccontare le prodezze di
Guantanamo ci si è messo anche l'Fbi, i cui agenti hanno
avuto modo di «assistere» agli interrogatori dei prigionieri che i militari, gli
agenti della Cia e i contractor privati facevano. In realtà gli uomini dell'Fbi
quelle cose le hanno viste tempo fa e le hanno raccontate nel 2004, quando i
loro capi decisero di compiere una sorta di ricerca fra i loro agenti che per
ragioni di servizio erano «passati» per la prigione di Guantanamo. Erano poco
meno di 500, quegli agenti, e ricevettero un questionario in cui gli si chiedeva
di riferire su eventuali «interrogatori aggressivi» cui avessero assistito.
Ventisei di loro risposero di sì, spiegarono in cosa consistettero gli
interrogatori aggressivi compiuti sotto i loro occhi e il quadro che ne uscì fu
quello classico cui le notizie filtrate da Guantanamo in tutti questi anni ci
hanno tragicamente abituato.
Ecco così il soldato che si siede sul Corano di fronte all'interrogato che -
dice l'agente dell'Fbi - «impazzisce di rabbia»; ecco un prigioniero con la
faccia completamente «incartata» col nastro adesivo tipo mummia perché - spiega
il contractor all'agente Fbi - era l'unico modo per impedirgli farlo smettere di
recitare ad alta voce versetti del Corano; e altre cose del genere ampiamente
note. Con un aspetto, però, che forse una luce un po' più chiara la fornisce: il
fatto che durante quelle «illustrazioni» agli agenti dell'Fbi sia i militari che
i contractor ripetevano tranquillamente che ciò che loro stavano facendo era
espressamente autorizzato dal ministero della Difesa, anzi direttamente
dall'allora ministro Donald Rumsfeld. Il che spiega perché, quando (nel 2004) l'Fbi
consegnò allo stesso ministero il risultato della ricerca compiuta sui suoi
agenti, non accadde nulla di visibile.
E' forse questo, al punto in cui sono ora le cose, l'aspetto più «interessante»
della storia. La pubblicazione adesso della ricerca compiuta dall'Fbi, infatti,
è avvenuta nell'ambito di un processo che alcuni ex detenuti assistiti dall'Aclu,
l'associazione per la difesa delle libertà civili, stanno intentando proprio
contro Rumsfeld, in quanto responsabile di ciò che loro hanno subito sulla
propria pelle, sicché ora sarà uno dei documenti «a carico» che gli avvocati dei
detenuti presenteranno al giudice. Naturalmente, però, la scoperta che le
malefatte di Guantanamo erano state a suo tempo
documentate anche dall'Fbi, che le aveva «doverosamente» trasmesse al ministero
della Difesa e che questo non aveva fatto nulla solleva parecchie questioni,
anche perché la legge che di fatto autorizza la tortura che George Bush si è
fatto approvare in extremis dal Congresso ancora a maggioranza repubblicana a
quel tempo non era ovviamente ancora in vigore.
Interrogato in proposito, il portavoce del Pentagono Bryan Whitman ha detto che
si tratta di «roba vecchia», che su di essa il ministero della Difesa ha
compiuto a tempo debito «accurate indagini» e che nei casi in cui è stato
accertato che le accuse erano «sostanziate» sono stati presi dei «provvedimenti
disciplinari». Poteva Whitman citare qualche caso concreto di provvedimento
disciplinare? No, si tratta di un segreto. Allora si è cercato di cambiare la
domanda. E' possibile, ora che Rumsfeld non è più alla guida del Pentagono, che
quella «roba vecchia» venga riesaminata? «Non vedo perché», ha risposto
candidamente il portavoce. «E' stata accuratamente indagata a suo tempo, no?».
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