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13 marzo 2007 - www.granma.cu (PL) |
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Cuba riattiva i rapporti UNESCO-MNOAL |
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L’atto è stato preceduto da una riunione della Troika del MNOAL, guidata dal ministro degli Esteri cubano Felipe Pérez Roque, dall’ambasciatore de L’Avana presso l’UNESCO, Héctor Hernández Pardo e da rappresentanti di Malaysia ed Egitto.
Pérez Roque, nel suo discorso pronunciato a nome del
MNOAL, ha denunciato che i paesi del Sud sono vittime di un ordine internazionale assurdo e crudele che impedisce lo sviluppo, la pace ed il progresso.
Ha fatto un appello a “lavorare uniti” contro la mercificazione della maggior parte della produzione intellettuale e della sua privatizzazione, “che trasformano la conoscenza in uno strumento per perpetuare la disuguaglianza”.
“Siamo tutti minacciati dall’aspirazione a trasformare la cultura in merce e ad annichilire le differenze culturali”, ha sentenziato.
“Siamo arrivati al colmo che l’arte autentica e autoctona, le espressioni artistiche dei nostri paesi, vengono chiamate ‘cultura alternativa’, condannate dai parametri omogeneizzanti e banali della cosiddetta industria dell’intrattenimento”, ha argomentato.
Il colto è diventato alternativo ed il banale e commerciale è divenuto la norma. L’arte che fa pensare è divenuta dissidente e la mediocrità governa, ha affermato.
Il ministro ha ricordato il ruolo dei NOAL nel denunciare i problemi dello squilibrio nei flussi mondiali dell’informazione.
Ha puntualizzato al rispetto che, dal 1977 al 1982, i Non Allineati promossero attraverso l’UNESCO il Nuovo Ordine Mondiale dell’Informazione e delle Comunicazioni.
Oggi le sfide sono ancora maggiori. I gravi problemi che minacciano i paesi del Sud, invece di diminuire, sono sempre più pressanti, ha considerato.
Ci viene imposto un ordine internazionale che impedisce l’accesso generalizzato alla cultura e alla scienza, all’educazione per tutti e alla giustizia sociale, principio alla base della costituzione dell’UNESCO nel 1945, ha aggiunto.
Pérez Roque ha segnalato che il rilancio dei Non Allineati nell’UNESCO si basa sulla convinzione che è possibile lottare per un mondo in cui non ci siano 800 milioni di adulti analfabeti e 80 milioni di bambini che non possono andare a scuola.
“Duole ricordare qui oggi che secondo l’UNESCO solo 47 paesi sono riusciti a raggiungere i sei obiettivi dell’Educazione per Tutti, fissati a Dakar nel 2000”, ha sottolineato.
Il ministro degli Esteri cubano ha riferito che “trasformare i cittadini in consumatori è l’operazione in marcia per demoralizzare l’opposizione politica all’ordine sociale costituito”.
L’inganno di presentare il consumo sfrenato come sinonimo di sviluppo è la testimonianza di un modo di vita che sta già minacciando la sopravvivenza della nostra specie, che porta all’esaurimento delle risorse naturali, degrada, contamina, deforesta e può arrivare a rendere impossibile la vita nel pianeta, ha commentato.
Ma costituisce anche la prova di un sistema perverso, che incoraggia il consumismo sfrenato di un’elite nel mondo con 852 milioni di esseri umani affamati, 2 miliardi senza elettricità e più di 2 miliardi che non hanno mai parlato al telefono, ha puntualizzato.
Ha esortato alla coesione “per difendere il nostro diritto a trarre vantaggio dall’impetuoso sviluppo della scienza e delle tecnologie”.
Ha esposto che Europa, Nordamerica e Giappone generano più dell’80% di tutte le pubblicazioni scientifiche e più del 90% dei brevetti.
Il 72% degli scienziati del mondo vivono e lavorano nei paesi industrializzati, ha aggiunto.
Come se fosse poco soffriamo il fenomeno crescente del “furto dei cervelli”.
Solo l’America Latina ed i Caraibi hanno perso 1,2 milioni di professionisti, che sono andati a lavorare negli USA ed in altri due paesi sviluppati, ha precisato.
In un’altra parte del suo intervento ha manifestato la sua convinzione che è possibile dare battaglia per conquistare un mondo in cui i progressi scientifici vengano dedicati a combattere le malattie ed il sottosviluppo e non “a concepire sistemi d’arma sempre più sofisticati e letali”.
Pérez Roque ha indicato, toccando un altro tema cruciale, che la concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa ha trasformato la libertà d’informazione in una chimera.
Le notizie divulgate e quelle fatte passare sotto silenzio sono quelle che convengono ai poderosi interessi che trafficano ogni anno un milione di dollari in pubblicità commerciale.
Il ministro cubano si è detto fiducioso che il MNOAL rafforzerà i suoi legami con l’UNESCO, organizzazione che ha esaltato per i valori che rappresenta.
“Nel trasmettervi il saluto del popolo nobile e valoroso che nella nostra piccola isola ha saputo sfidare tempeste e sconfiggere il blocco e le aggressioni, reitero la fede infinita nel fatto che conquistare un mondo migliore con pace, giustizia e libertà per tutti è possibile”, ha concluso.
Hernández Pardo, capo della missione dell’isola caraibica presso l’UNESCO, ha messo in risalto il grande appoggio ed entusiasmo mostrato dal MNOAL, dal Gruppo dei 77 più la Cina e dalla stessa entità dell’ONU nel rafforzare i rapporti. Pardo ha riferito i sei obiettivi principali proposti dai Non Allineati per il loro conseguimento a breve e medio termine con il concorso dell’UNESCO.
Tra questi spiccano “promuovere e preservare” il dialogo tra civilizzazioni e la cultura di pace, “dare impulso all’universalizzazione” e appoggiare la Convenzione relativa alla diversità culturale e linguistica dell’UNESCO del 2005. Inoltre il rispetto delle differenze religiose, di credo e culturali, nonchè l’effettiva restituzione di beni culturali ai popoli che sono stati o continuano ad essere sottoposti al dominio coloniale.
Infine stimolare la messa in pratica delle decisioni del Summit Mondiale della Società dell’Informazione e aiutare il conseguimento delle mete del Decennio della ONU per l’Alfabetizzazione.
La cerimonia ha inoltre contato sulla partecipazione dell’attuale presidente del Gruppo dei 77, Mohammad Zahir Azis.
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