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7 febbraio 2007 - P.Montesinos www.granma.cu |
Un nuovo complotto pro nordamericano
contro Cuba nella UE |
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La più recente macchinazione, guidata dalla Repubblica Ceca e assecondata da Polonia, Slovacchia, Ungheria, Lituania e Slovenia, tutti paesi "convertiti" dell’Europa orientale, pretende materializzare il desiderio dell’attuale regime nordamericano di ottenere un’"agenda comune" Washington-UE diretta a scalzare l’indipendenza e la sovranità del popolo cubano.
Il piano promosso dal Gruppo dei 27, detto anche "Gruppo di amici di Cuba democratica", organizzato ed agli ordini della Casa Bianca, consiste nel conseguire che il Vecchio Continente faccia sua la cosiddetta "strategia a medio e lungo termine" nei confronti della maggiore delle Antille.
Tradotto in buon castigliano, l’intenzione dei "convertiti" è far sì che l’UE assuma nuovamente una condotta interventista rispetto a Cuba e faccia definitivamente suo il proposito di Washington di conseguire l’anelato rovesciamento del legittimo Governo cubano, con disprezzo per la sovranità e indipendenza della nazione latinoamericana.
L’eventuale adozione da parte dell’UE di questo ennesimo complotto, fabbricato e incoraggiato in maniera coperta dallo scorso anno da parte del regime del presidente George W. Bush, danneggerebbe sicuramente ancora di più gli interessi bilaterali degli Stati europei con Cuba, oltre agli stessi cittadini dei paesi del Vecchio Continente che desiderano rapporti normali con l’isola caraibica.
Sono proprio i rapporti tra le nazioni dell’UE e Cuba ad essere stati pregiudicati negli ultimi anni da macabri progetti similari Made in USA, come la cosiddetta Posizione Comune, applicata da più di un decennio dall’organizzazione comunitaria e le sanzioni che, a partire dal giugno 2003, ha imposto alla nazione latinoamericana e che poi ha temporaneamente sospeso.
Furono gli Stati Uniti che, con la mediazione del destrorso e pro-nordamericano ex presidente del governo spagnolo José María Aznar, spinsero l’UE ad adottare nel 1996 la Posizione Comune nei confronti de L’Avana, che mantiene attualmente l’Europa in un oscuro vicolo cieco per quanto riguarda i legami con la Maggiore delle Antille.
Questa postura ipocrita e selettiva dell’UE rispetto a Cuba contrasta con la sua condotta evasiva o di silenzio di fronte alle torture e vessazioni sofferte quotidianamente da centinaia di persone illegittimamente detenute nelle prigioni USA a Guantánamo ed in altri luoghi segreti nel mondo.
L’UE non si è pronunciata energicamente nemmeno rispetto ai voli segreti ed alle carceri clandestine che la CIA (Agenzia Centrale d’Intelligence nordamericana) può mantenere in territorio europeo.
L’UE ha dimostrato fino ad oggi soltanto la propria incapacità di formulare una politica sua e indipendente nei confronti di Cuba, cosa che evidenzierebbe una volta di più se si permettesse che paesi satelliti degli USA, come la Repubblica Ceca, impongano i disegni di Washington nell’organizzazione regionale.
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