Bologna,
chiamata La Città Culturale
dell'Italia invita alla
riflessione. Lì, l'Università è più che un simbolo di appartenenza ed
identità. Il Centro di Alti Studi è considerato da alcuni storiografi come
il più antico di Occidente, fu fondato nel 1088 e tra i suoi rilevanti
ex-alunni si trovano personalità come Dante Alighieri, Petrarca, Thomas
Becket, Erasmo e Nicolò Copernico. Si conosce una lista di nomi di studenti
spagnoli che, dal 1369 hanno lasciato le loro orme nella città. Tra i più
eccellenti si trovano Juan Gines de Sepulveda, Antonio de Nebrija ed Antonio
Agustin o San Pedro de Arbues. È il capoluogo della regione Emilia-Romagna,
nel nord del paese, situato tra il fiume Reno ed il Savena, una delle città
storiche meglio conservate in Italia, ha il secondo centro storico medievale
più grande, dopo Venezia. Luogo famoso per le lotte del Movimento Operaio
europeo, di congressi, dibattiti politici e scientifici.
Inoltre, è chiamata la Città Rossa per il colore dei suoi tetti e delle sue
facciate, e per essere uno degli assi centrali del Partito Comunista
Italiano e della resistenza dei partigiani contro il fascismo, nella Seconda
Guerra Mondiale.
Quest’anno, nel 2007, è rimasta un'orma incancellabile a Bologna, ed è stata
lasciata da un documentario cubano intitolato “Il Che camminando per Roma”,
che riassume, con tre personalità storiche, la relazione tra i popoli di
Cuba e d’Italia.
A duecento anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi, a quaranta
dall'assassinio di Ernesto Che Guevara, ed al decimo anniversario del
decesso di Alba de Cespedes Bertini, si abbozzano gli elementi essenziali
delle loro vite, intrecciate dalla narrativa breve dello sceneggiatore Livan
Gonzalez e dall'attestazione dell'architetto ed ex diplomatico cubano a
Roma, Roberto Moro, che è stato col Che nel 1965, al suo passaggio
attraverso la capitale italiana.
“Le immagini ed azioni di Garibaldi, il Che ed Alba de Cespedes, unite
nell'internazionalismo, invitano a riflettere”. Così ha affermato il giovane
argentino Favio Giorgio, studioso della vita del Comandante Ernesto Guevara,
invitato speciale all'omaggio. Favio realizzò una trascendente opera a La
Higuera ed a Vallegrande, in Bolivia, all'essere il primo giovane che
realizzò uno studio minuzioso ed indicò con delle segnaletiche i luoghi dove
caddero i membri della Guerriglia.
La Delegazione cubana, era presieduta dallo scrittore Froilan Gonzalez,
assessore storico del documentario; ed includeva il direttore del Canale
Educativo, Roberto San Martin; il direttore e fautore del documentario,
Leandro Gonzalez; Rafaela Valerino, vice direttrice della Casa Editrice
Abril; ed i compositori messicani, autori della colonna sonora, René Zhino
ed Ernesto Canek Ortiz Aldama.
Nel ricevimento ufficiale erano presenti i funzionari Paola Esposito, Sergio
Caserta rappresentante dell'organizzazione GVC e Serafino D’Onofrio, di
Cultura Confini, entrambi consiglieri culturali di Bologna e della provincia
della stessa città.
L'atto di inizio è stato presieduto da Angelo Guglielmi, Consulente della
Cultura a Palazzo D’Accursio, nella Cappella Farnese del Palazzo Comunale,
dove è stato presentato il documentario, considerato da alcuni specialisti,
come un'opera molto originale.
Uliano Pistelli è stato il direttore artistico e coordinatore storico per
commemorare il 40° anniversario della caduta in combattimento del
Guerrigliero Eroico, evento che si chiamò “L'eredità di Che Guevara”,
patrocinato dal Comune di Bologna, e l'Associazione Cultura per la Pachamama,
realizzandosi un programma di conferenze, recital, ed attuazioni artistiche
nelle quali intervennero il direttore di cinema Romano Scavolini, lo
scrittore Roberto Massari, e l'attrice Enrica Matricoti.
I giornali: La Repubblica, Liberazione, Il Bologna, Il Resto del Carlino, Il
Corriere, ed altri organi di stampa scritta e la televisione e
la radio, sottolinearono il fatto. Il diario L'Unità, accentuò la rilevanza
del documentario con alcuni fotografie inedite nella città, una, nella quale
appare il cineasta cubano Julio Garcia Espinosa alla Fontana di Trevi vicino
al Comandante Guevara. Altre foto erano di Liborio Noval, Perfecto Romero,
Roberto Salas e del giapponese Kondo Akitochi. La traduzione all'italiano è
stata realizzata dalla giornalista Ida Garberi.
Nel cortometraggio appare il Monumento all'eroe internazionalista Giuseppe
Garibaldi ed a sua moglie Anita, eretto a Roma. Il Comandante Guevara ha
chiesto di essere portato fino a lì. Si informò per conoscere la storia e la
cultura millenaria de La Città Eterna. Osservò le sue sculture, le sue
fontane, e le sue grandiose edificazioni storiche, camminò tra la sua gente,
il suo popolo, nel breve tempo del suo soggiorno.
La presentazione della scrittrice e lottatrice antifascista, Alba de
Cespedes Bertini, che è nipote per ascendenza del Padre della Patria,
essendo figlia dell'italiana Laura Bertini e del diplomatico Carlos Manuel
de Cespedes, figlio del Patriota cubano che portava lo stesso nome, sorprese
quasi tutti i presenti, quando apprezzarono i vincoli di amore e rispetto
che aveva tessuto tra l'isola caraibica e la penisola europea, la sua vita
non è ancora sufficientemente conosciuta.
Nel film si scopre la sua anonima e silenziosa missione di fianco alla lotta
giusta dei cubani.
Il fautore del documentario, Leandro Gonzalez, con la consulta artistica e
l’insegnamento dello sperimentato cineasta Otto Miguel Guzman, e
l'assistenza storica di Froilan Gonzalez, ha ottenuto un'opera di quindici
minuti, qualificata dagli specialisti italiani come innovativa, agile,
fresca, nella quale coniuga e muove come lampi, le immagini con le opinioni
che ha ottenuto intervistando nel gennaio del 2007 alcuni giovani italiani
di oggi; lavoro che realizzò insieme a Palmira Barchetta e Massimliano
Nurdelli. Le risposte sono state varie, alcuni conoscono il pensiero ed le
azioni internazionaliste del Comandante Guevara, ma non sapevano che aveva
transitato per Roma in tre occasioni: giugno del 1959; agosto dello stesso
anno; e gennaio del 1965.
“Che cosa farebbe se lo vedesse camminando per Roma?”, è stato domandato
loro, e rispondono: “credo che l'abbraccerei”, un altro esprime che
rimarrebbe paralizzato; ed altre, lo guarderebbero, riderebbero e perfino si
innamorerebbero. Una bolognese, assicurò che dall'emozione, le verrebbe un
infarto, incontrandosi con questa personalità che significa tanto per le sue
idee, perché è un esempio, per lei. Alla fine tutti quelli che hanno visto
il documentario coincidono con i due ultimi intervistati: è necessario che
il Che rinasca, in Italia ed altre parti del mondo.
Il documentario, lascia un messaggio chiaro: Il Che è un uomo di grande
cultura, è stato a Roma tre volte, ed è necessario che rinasca ogni giorno.
Bologna è stata l'inizio delle presentazioni, che sono continuate in sette
città del centro e sud dell'Italia: Lecce, Gioia del Colle, Gravina, Rionero,
Pescara e Teramo, città dove i creatori e lo scrittore Froilan Gonzalez,
hanno ricevuto il riconoscimento delle Istituzioni e dei Governi locali. Il
documentario sarà esibito per la prima volta a Cuba, nel Laboratorio di
Trasformazioni del quartiere di Cayo Hueso, in Centro Avana.
Nota: Dati su Bologna, dall'intervista
realizzata alla giornalista Ida Garberi-traduzione di Ida Garberi
*l’autrice è una scrittrice cubana, tra le più famose storiografe del Che
Guevara, Julio Antonio Mella e Tina Modotti
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