“Oggi i grandi mezzi di comunicazione hanno a
che vedere con la verità come la prostituzione con l’amore” Gaby
Weber -nota della traduttrice-
Il premiato cineasta nordamericano Michael Moore, aspetta un
giudizio e severe sanzioni per violare il blocco che il Governo
degli Stati Uniti applica ai cubani da quasi 50 anni. Il delitto è
stato quello di viaggiare a Cuba, insieme a vari lavoratori,
invalidi, malati o feriti, tentando di salvare delle vite dopo
l'attentato terroristico dell’11 settembre e che le autorità
sanitarie degli Stati Uniti avevano abbandonato alla loro sorte ed
i servizi medici di Cuba gli hanno dato un trattamento adeguato ed
efficiente.
Il cineasta nordamericano premiato con l'Oscar, si è riunito con
Democracy Now!, prima dell'esordio del suo nuovo film “SiCKO” ed
ha offerto un'intervista ad Amy Goodman, della quale alcuni pezzi
sono stati diffusi in anticipo.
La Goodman gli commentò: ... “Il suo ultimo documentario, “SiCKO”,
sarà presentato per la prima volta questa settimana in migliaia di
cinema. Il film è una fervente accusa contro il sistema di salute
degli USA e non si concentra sui più di 40 milioni che non hanno
diritto ad un servizio sanitario, bensì sui 250 milioni che ce
l'hanno - molti dei quali sono abbandonati precisamente dal
servizio sanitario per il quale hanno pagato per decadi, ed ha
formulato la prima domanda:
- Che cosa ti ispirò per fare il film?
- Bhè, in realtà – ho avuto un programma nella televisione negli
anni novanta chiamato TV Nation, ed un giorno semplicemente ho
pensato che sarebbe stato interessante realizzare una gara.
Cosicché inviamo alcuni cameraman ad una sala di pronto soccorso a
Fort Lauderdale, un'altra squadra di ripresa ad una sala di
Toronto, ed un’altra a L'Avana. Ed ogni squadra doveva aspettare
fino a che qualcuno arrivasse con un braccio o una gamba rotta. Ed
allora incominciavano a seguire quella persona attraverso il
sistema e dovevano vedere la qualità delle cure, con che rapidità
si realizzava ed il costo economico che rappresentava. Ed ho
convinto Bob Costas ed Ahmad Rashad, annunciatori di programmi
sportivi, affinché realizzassero la descrizione di quello che
succedeva all'istante, quello che abbiamo chiamato, l'Olimpiade
della Salute. E così, è stata una gara tra gli USA, il Canada e
Cuba. E per dirlo con poche parole, Cuba ha vinto. Hanno avuto le
cure più rapide, la migliore terapia, e non aveva avuto nessun
costo.
Quella settimana consegniamo lo show a NBC, e riceviamo una
chiamata del “censore”. Non lo chiamano “il censore”, lo chiamano
“Standard e Pratiche”. E così, quella donna ci chiama.... Moore ha
raccontato alcuni aspetti della conversazione con quel “censore” e
tra questi, quando gli ha detto:
-
“Mike, Cuba non può vincere”.
- Io dico: “Che cosa?”
- “Cuba non può vincere”.
- “Bhè, loro hanno vinto. Che cosa vuole dire scusa non possono
vincere? Semplicemente, loro hanno vinto”.
- Il censore ha replicato: “No, non possiamo dire questo a NBC.
Non possiamo dire che Cuba ha vinto”.
- Michael Moore, ha continuato rispondendo: “Bhè, sì….però loro
hanno vinto! Hanno eseguito le cure più rapide... il paziente è
rimasto contento, e gli hanno davvero sistemato l'osso.
- Il censore gli dice: “No, questo va contro le nostre regole.
-Moore ha risposto: “Oh!, bhè, io non lo cambio”.
Però ha aggiunto: “Bhè, lo hanno cambiato. Sì, lo hanno cambiato.
Due giorni dopo, quando è stato trasmesso, lo hanno cambiato
affinché il Canada risultasse vincitore.
Per questo ancora oggi mi infastidisce che coloro che abbiano
visto quell'episodio, sai, quello dove diceva: ed il Canada ha
vinto l'Olimpiade della Salute, ed in realtà era stata Cuba, ma
questo non si poteva dire in NBC, perché solo Dio sa quello che
poteva succedere”.
Mettere Cuba a gareggiare con due dei paesi più ricchi del mondo
sviluppato come sono gli Stati Uniti ed il Canada è una sfida.
Vincere contro di loro è qualcosa di davvero favoloso.
Ma la famosa libertà di stampa esistente negli Stati Uniti, ha
deciso che Cuba non deve vincere e Cuba non ha vinto.
*preso da
Boletin Por Cuba (anno 5° numero 53)-tradotto da Ida Garberi
.