L'arrivo di Fidel Castro all'Avana
cambiò il destino di Cu ba
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8 gennaio 2007 - www.granma.cu |
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A Cuba tutto fu differente dopo quel 8 gennaio del 1959, 48 anni fa, il giorno in cui un giovane Fidel Castro giunse trionfante all’ Avana guidando la Carovana dei “barbudos” scesi dalla Sierra Maestra.
Migliaia di abitanti della capitale uscirono per le strade a dare il benvenuto al Comandante dell'Esercito Ribelle, che aveva guidato la guerriglia fino ad abbattere la tirannia di Fulgencio Batista, che era fuggito per non affrontare la sua sconfitta.
Dal municipio del Cotorro, da dove entrarono nella capitale, fino al Palazzo Presidenziale e quindi alla Caserma Columbia, Fidel e i combattenti delle ultime gesta indipendentiste dell'Isola ricevettero un’ accoglienza appassionata e carica d’emozione.
Montati su carri armati e camion, i guerriglieri trovarono ad attenderli una innumerevole folla che li acclamava; si udivano le grida “Fidel!, Fidel!, Fidel!”, come segno di riconoscimento alla trascendentale figura del massimo leader della Rivoluzione cubana.
Dai balconi si lanciavano fiori e nel Paseo del Prado, nel Malecon e nel Vedado non c’era uno spazio vuoto da molte ore. Tutti erano in attesa dei combattenti per la libertà e le bandiere cubane e del Movimento 26 di Luglio ondeggiavano ovunque.
Il passaggio del veicolo che portava il leader rivoluzionario e i suoi compagni, tra i quali il comandante del popolo, con il suo grande cappello larghe tese, Camilo Cienfuegos, faceva battere i cuori dei cittadini che volevano abbracciare o dare la mano a tutti i membri della carovana.
Così ricorda quel giorno il giornale ufficiale Granma, con la prima pagina redatta dalla giornalista Marta Rojas, testimone di quell’avvenimento, che descrive l'apoteosi di quella giornata memorabile, una e tante volte ripetuta nella storia della Patria.
“Il popolo ha vinto la guerra”, disse Fidel Castro alla moltitudine quel 8 gennaio, ma aggiunse che rimaneva molto da fare ancora e che probabilmente in futuro tutto sarebbe stato più difficile, come in effetti è accaduto ed avviene fino a questi nostri giorni.
Quasi cinque decenni dopo il popolo è tornato nelle strade per ricordare quell’evento e manifestare il suo sostegno incondizionato allo stesso progetto sociale vigente nell'Isola dal 1959, a Fidel Castro e ai dirigenti della Rivoluzione.
In ogni località, sono stati ricordati momenti di quella giornata ed i testimoni hanno parlato alle nuove generazioni del loro significato e della trascendenza del progetto sociale, abbozzato già nel 1956 dal leader rivoluzionario, nella sua famosa arringa “La Storia mi assolverà”.
Gli scritti dell’epoca ricordano la frase di Fidel Castro che affermava: “Il destino della Patria non ci sarà nuovamente sottratto ”, alludendo alle pretese del governo degli Stati Uniti di asfissiare la Rivoluzione, implacabili fin dall'inizio.
Cuba ha rivissuto nuovamente in questo periodo il giubilo per la vittoria conquistata dopo le giornate eroiche della Sierra Maestra e le ha vissute di nuovo per preservare la sovranità nazionale.
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