Zoila Meyer non ha accesso ai

privilegi riservati agli assassini

  

Portata negli Stati Uniti dalla sua famiglia quando era una bambina, circa 40 anni fa, questa cubana viene minacciata d’espulsione dalle autorità migratorie di Bush

 

 

 

 

3 luglio 2007 - J.G.Allard www.granma.cu

 

 

 

"Per tutta la sua vita" Zoila Meyer, una cubana portata negli Stati Uniti dai familiari quando aveva appena un anno, ha creduto di essere nordamericana, arrivando "addirittura a vincere alcune elezioni come consigliera nella città di Adelanto, in California", riporta AP.

 

Ma adesso viene minacciata di espulsione dalle autorità migratorie per aver votato in modo illegale, "giacchè non è mai divenuta una cittadina statunitense dopo essere arrivata a Cuba", secondo l’Agenzia d’Immigrazione e Dogane.

 

"Se devo essere onesta, ho paura. Come possono allontanarmi dalla mia famiglia, dai miei figli?", ha detto all’agenzia di stampa in un’intervista telefonica la quarantenne Meyer, madre di quattro figli.

 

Dopo l’elezione di Zoila Meyer nel consiglio comunale di Adelanto, nel 2004, qualcuno ha denunciato a funzionari federali che la donna nacque a Cuba, cosa che ha provocato un’immediata indagine.

 

Secondo la legge nordamericana, votare senza essere cittadino è un reato passibile d’espulsione.

 

Meyer ha dovuto presentarsi il 19 giugno nell’ufficio immigrazione della contea di San Bernardino. "Mi hanno ammanettata", ha raccontato, "mi hanno rinchiusa in una cella, registrata e processata".

 

La donna dovrà apparire il 18 luglio di fronte ad un giudice dell’immigrazione che determinerà se verrà deportata o meno in... Canada, dove ha viaggiato alcuni giorni e che costituisce il suo ultimo punto d’ingresso negli Stati Uniti.

 

 

L’IMMIGRAZIONE CURA

LE SUE AMICIZIE

 

 

Il caso non può essere sicuramente paragonato a quello di Luis Posada Carriles, agente della CIA, assassino, torturatore e terrorista, che ha fatto in modo di rimanere con la sua famiglia mafiosa di Miami dopo essere entrato nel territorio imperiale a bordo di un peschereccio di gamberi il cui equipaggio era composto da una serie di terroristi patentati. È sicuro che il delinquente internazionale, autore della distruzione in pieno volo di un aereo passeggeri, dispone d’influenze nella Casa Bianca.

 

Tanto meno può essere comparato con quello di Orlando Bosch, complice di Posada ed ex capo della CORU, liberato dai suoi problemini migratori per ordine di George Bush padre, grazie ad un’energica campagna condotta dalla rappresentante repubblicana Ileana Ros-Lehtinen, attualmente portavoce di Bush alla Camera Bassa in materia di relazioni internazionali. Il vecchio assassino, confortevolmente installato nel suo bungalow di Miami, non ha mai avuto la cittadinanza del suo paese d’adozione.

 

Naturalmente non si può fare riferimento al caso di Ramón Sánchez Rizo, che ha fatto parte successivamente di Alpha 66, della cosiddetta Organizzazione per la Liberazione di Cuba e di Omega 7, tra gli altri gruppi terroristici. Dopo decine di attentati, venne finalmente arrestato dal FBI nel 1982 per aver collocato una bomba sotto l’auto dell’ambasciatore cubano all’ONU, Raúl Roa Kourí e venne condannato a 10 anni di carcere.

 

Un qualche oscuro funzionario dell’immigrazione, il 23 settembre 2003, ha convocato questo terrorista matricolato adesso mascherato da attivista per segnalargli che si trovava illegalmente negli Stati Uniti, senza cittadinanza né residenza temporale... da quasi 40 anni. Le vere autorità migratorie, quelle che stanno nell’Ufficio Ovale, gli hanno fatto ottenere in un batter d’occhio lo status di cittadino.

 

Tre dei quattro terroristi internazionali condannati a Panama per il tentativo di assassinio del Presidente cubano hanno fatto ritorno a Miami con un salvacondotto emesso dalle autorità nordamericane ed hanno passato la frontiera facendo un gesto all’agente federale d’immigrazione: Gaspar Jiménez Escobedo, l’assassino del tecnico cubano Artágnan Díaz Díaz in Messico; Crispín Remón, che uccise il diplomatico cubano all’ONU, Félix García Rodríguez in una strada di New York e Guillermo Novo Sampol, che partecipò all’assassinio dell’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier.

 

La lista dei terroristi matricolati con una situazione migratoria irregolare nel paese dominato dal clan Bush, dalla CIA e dalla mafia cubano-americana è interminabile.

 

Mentre ogni immigrante illegale e milioni di indocumentati vivono nel terrore di essere vittime di una retata della polizia migratoria di Bush, decine di cubani con alle spalle un curriculum terrorista continuano a passeggiare liberamente nelle vie di Miami, senza essere in possesso nemmeno della nazionalità nordamericana o del permesso di residenza.

 

Ma Zoyla Meyer, cubana portata negli USA 40 anni fa, quando aveva appena un anno, non ha accesso ai privilegi riservati a questa comunità di bravacci da quasi cinquant’anni.