2 febbraio 2007 - www.granma.cu

 

 

Gli USA si rifiutano di definire

 

terrorista Posada Carriles

 

 


Il Dipartimento alla Sicurezza Interna (DHS) statunitense ha affermato che non è tenuto a giustificare la detenzione del terrorista Luis Posada Carriles per illegalità migratorie, perchè questi è sotto la custodia di un’altra agenzia per un altro caso.

 

Il DHS risponde così ad un ordinanza emessa nel novembre scorso da un giudice federale di El Paso (Texas), che ha ordinato al DHS di giustificare prima del 1º febbraio la detenzione di Posada o di lasciarlo libero. In questo modo respinge la richiesta di habeas corpus presentata dagli avvocati di Posada Carriles.

 

Il DHS argomenta che Posada è adesso sotto la giurisdizione del Dipartimento della Giustizia, con carichi penali, alludendo al fatto che è stato accusato (indictment) nel gennaio di quest’anno dal detto Dipartimento di fronte a un tribunale del Texas per frode migratoria e falsa testimonianza – un caso criminale –, per aver mentito in una procedura di richiesta di cittadinanza sostenendo di essere entrato illegalmente negli USA attraverso la frontiera con il Messico nel marzo 2005, quando invece lo ha fatto via mare a bordo del ‘Santrina’, aiutato da diversi complici.

 

“La Procura Generale non vuole dichiarare Posada terrorista né presentare prove o documentazione che lo identifichino come un criminale e chiede che la corte respinga l’habeas corpus con il cavillo che l’imputato è sotto processo per un reato nel Texas, in modo che sia il giudice incaricato del caso penale ad impedire la sua liberazione”, ha dichiarato a Cubadebate l’avvocato José Pertierra, che rappresenta il Governo del Venezuela nella causa d’estradizione del terrorista.

 

Il rapporto di cinque pagine del DHS aggiunge che, dal momento che Posada ha detto che per il momento non intende sfidare l’ordine di detenzione per i carichi penali, la richiesta di habeas corpus nella corte di El Paso non procede.

 

Per la stessa ragione, dice la Mozione, non è necessario che il Governo risponda al tribunale prima del 1º febbraio, o che presenti prove a sostegno della tesi che Posada sia un terrorista, un pericolo, o una persona la cui liberazione danneggerebbe gli interessi degli affari esteri nordamericani.

 

Conclude che l’indictment di Posada e l’ordine di detenzione della Procura trasformano in “infondata” la richiesta di habeas corpus di fronte alla corte migratoria di El Paso.

 

“In altre parole”, dice Pertierra, “non presenteranno argomenti contro Posada Carriles. Si tratta di un’estensione della strategia iniziale del caso, per non dover pronunciare la parola terrorista rispetto a Posada Carriles. Vogliono farsi scudo con i capi d’accusa di spergiuro per evitare di processarlo per i 73 omicidi di primo grado che suppone il processo per la provocata esplosione dell’aereo”, crimine per il quale il Venezuela chiede di giudicarlo.

 

Ha commentato che, processandolo solamente per spergiuro, l’amministrazione nordamericana pretende di impedire che venga dichiarato un terrorista di fronte ad un giudice federale ed evitare così di adempiere ai suoi obblighi di estradarlo in Venezuela o di giudicarlo negli USA per i capi d’imputazione di assassinio.

 

Ha assicurato che i carichi penali hanno una doppia funzione: la prima è quella di dare una proroga legale al processo d’estradizione; la seconda è quella di cercare di schivare questa scadenza di fronte ad un giudice federale, che lo obbligherebbero a presentare prove dei suoi crimini ed a pronunciare la parola terrorista.

 

“È una manovra legale per eludere la giustizia dovuta alla memoria e ai familiari delle 73 persone indifese che Luis Posada Carriles assassinò il 6 ottobre 1976”.