11 aprile 2007 -  J.G.Allard www.granma.cu

 

Per la giudice gli anni hanno cancellato i crimini della terrorista Posada

Più che mai, la patata

si fa bollente  

 

 

 

Luis Posada Carriles è "vecchio, invalido e ha forti vincoli con la comunità" e le attività che la Procura evoca per appoggiare la sua posizione "avvennero probabilmente anni fa in paesi stranieri". Con queste inverosimili riflessioni che aprono le porte a tutti i sospetti, la giudice Kathleen Cardone riassume, nelle ultime righe della sua sentenza di venerdì scorso, il suo pensiero circa il terrorista, torturatore ed assassino che diede ordine di liberare.

L'esistenza di Luis Posada Carrilesc è legata con "alcuni degli eventi più infami, del secolo XX, nella vita politica dell'America Centrale", dice l'inizio del suo documento, in un riassunto molto strano dell'accusato, dove precisa che fu "ufficiale dell'US Army" e "vincolato" alla CIA.

Mettendo insieme, in uno stesso discorso, "la Baia dei Porci, il caso Iran-Contras, gli attentati turistici di L'Avana fino a — secondo i teorici della cospirazione — l'assassinio del presidente John F. Kennedy", la giudice afferma bruscamente che la sua possibile relazione con questi eventi non ha a che vedere con la presente causa.

Dopo avere riassunto l'insieme della successione di comparizioni di Posada davanti a vari tribunali, Cardone segnala come si accettò l'ultima richiesta di cauzione, presentata dall'avvocato Arturo Hernández che, secondo la legge, doveva offrire al tribunale qualche "nuova evidenza".

Lo fece invocando che la Procura aveva omesso presentare, lo scorso 1 febbraio, come aveva richiesto il giudice del distretto, Philip R.Martínez, prove che Posada costituisce "un rischio terroristico" (terrorist risk) per giustificare la sua detenzione. Una piroetta che il tribunale, magnanimo, ha accettato.
 


I SUOI DELITTI E.... LA SUA STORIA PESANO A SUO FAVORE!
 


In un paragrafo per lo meno sorprendente, Cardone stima che la "natura e le circostanze" dei delitti che sono oggetto delle accuse attualmente portate contro Posada, "pesano a suo favore!".

"Non si trova accusato, in questa o in qualunque altra causa, di un crimine di violenza o di altri crimini che implichino l'immediata sicurezza della comunità" scrive Cardone.

Quindi va ancora più in là: "La Corte stima che la storia e le caratteristiche di (Posada) pesano a suo favore".

Riprende, ovviamente, l'argomento che nessun paese vuole accettare il criminale, ma emette allora questo ragionamento ammirabile per prepotenza: "Se volesse fuggire in un altro paese (Posada) non avrebbe accesso agli stessi diritti, benefici e appoggio che riceve in questo paese"(gli Stati Uniti).

Cardone si considera finalmente autorizzata ad assicurare che Posada dispone di "ampi vincoli" con la comunità "come è stato dimostrato dalle migliaia di persone che firmarono petizioni a suo favore".

La Procura, in forma evidente, ha evitato di informare il tribunale che la sala delle udienza era strapiena di terroristi schedati e di sostenitori dell'uso della violenza contro Cuba, gli stessi individui che, per settimane, raccolsero firme usando il loro potere di dominio sulla comunità di Miami.

Alla fine delle sue riflessioni, Cardone indica che Posata sembra "essere un uomo che non ha risorse" per essere a "rischio di fuga", prima quindi di regalargli una cauzione di 250000 dollari "in contanti o in buoni di sicurezza corporativi".



UN SOSPETTOSO ERRORE "INFORMATICO"



Per chi sospetta che l' "errore informatico" avvenuto il giovedì anteriore, nel quale si annunciava il rifiuto della richiesta di cauzione per Posada, non era tanto erroneo, tutto il testo erratico della decisione giudiziale tende a dimostrare che avvenne qualcosa.

Nel 2005, nello stesso El Paso, il giudice di immigrazione,
William Lee Abbott, ricevendo la causa di Posada, sembrava perfettamente disposto ad ordinare che fosse estradato in Venezuela. Lo stesso pubblico ministero, Gina Jackson, affermava che la nazione sud-americana non costituiva un "pericolo" per il delinquente internazionale.

Tuttavia, nel corso di un'ulteriore udienza, Abbott si rifugiò nella testimonianza di un avvocato venezuelano, Joaquín Chaffardet, collaboratore di Posada quando questi dirigeva, per conto della CIA, sanguinarie operazioni contro insurrezionali in Venezuela, per ordinare che non fosse espulso in questo paese. Jackson si astenne dal presentare la minima prova contro questa strampalata testimonianza ed accettò in silenzio la decisione che salvava Posada da un giudizio per terrorismo.



DUE PUBBLICI MINISTERI "ANTITERRORISTI"



In maniera infinitamente paradossale, Alberto Gonzáles, cioè, la Casa Bianca, che si rifiuta sempre di accusare Posada di terrorismo, si fida niente meno che dei pubblici ministeri della Sezione Antiterrorista del Dipartimento di Giustizia per maneggiare il suo dossier.

I due pubblici ministeri che persero, in El Paso, la causa sulla cauzione dell'assassino sono John W. Van Lonkhuyzen e Paul Ahern, entrambi esperti di questa Sezione Antiterrorista, con uffici in Washington, Calle 10 e Avenida della Costituzione.

Ahern ha già dichiarato ad AFP che gli USA non hanno giurisdizione per giudicare Posada per l'attacco all'aereo della Cubana di Aviazione nel 1976.

Ignora la Sezione Antiterrorista del Dipartimento di Giustizia l'esistenza dell'Accordo per la Repressione di Atti Illeciti contro la Sicurezza dell'Aviazione Civile, sottoscritto nel 1971, in Montreal, e l'Accordo Internazionale per la Repressione degli Attentati Terroristici Commessi con Bombe, vigente dal 2001, tante volte citati in relazione col caso?

Van Lonkhuyzen ed Ahern hanno chiesto alla giudice Cardone di disporre fino a questo venerdì, 13 aprile, per presentare una nuova strategia affinché Posada sia mantenuto in prigione nel Nuovo Messico, nonostante questa ultima decisione. Cardone ha immediatamente accettato.

Presenteranno questa volta al tribunale evidenze del carattere terrorista di Luis Posada Carriles? La "patata calda" sta, un'altra volta, tra le mani di Bush, il suo "fedele" Gonzáles ed i suoi rappresentanti, in questo altro capitolo della guerra sporca contro Cuba, John W. Van Lonkhuyzen (john.van.lonkhuyzen@usdoj.gov) e Paul Ahern (paul.ahern@usdoj.gov).