Un punto di accordo, approvato
all'unanimità nella Camera Alta messicana, esorta al governo di quel paese a
pronunciarsi contro la liberazione su cauzione dal terrorista Luis Posada
Carriles, perché considera ingiustificato questo atteggiamento delle autorità
giudiziali statunitensi.
Sollecita anche la Cancelleria ad inviare una nota diplomatica all'Esecutivo
di Washington affinché rispetti, in qualità di Stato membro, gli accordi delle
Nazioni Unite in materia di terrorismo.
Nel dettato, i legislatori messicani assicurano che "il terrorismo, in
qualunque delle sue manifestazioni, è un tema che deve condannarsi e punirsi
conformemente agli accordi che la comunità internazionale ha definito dal
2001".
Da parte sua, da San José, Costa Rica, circa 22 accademici, partecipanti
nell'evento per il X Annuale del Dottorato di Studi Latinoamericani
dell'Università Nazionale, hanno rifiutato la scarcerazione di Corsie.
Mentre, a Lima, centinaia di peruviani hanno protestato davanti alla residenza
dell'ambasciatore degli Stati Uniti in Perù, James Curtis Struble, per
l'inammissibile decisione della Casa Bianca.
Anche in Gambia, si é effettuato un atto di solidarietà in richiamo di libertà
per i Cinque antiterroristi cubani prigionieri in USA e di rifiuto e condanna
della protezione che offrono le autorità nordamericane al boia Posada Carriles.
Allo stesso tempo, il cantante ed attore statunitense Harry Belafonte e la
romanziera colombiana Laura Restrepo unirono le loro firme a quelle di più di
4000 personalità del mondo che hanno sottoscritto l'Appello
in cui si chiede giustizia per il caso di questo noto criminale.