Il Venezuela progetta il rafforzamento dei suoi
sistemi difensivi, nel momento che il presidente Hugo Chávez sottolinea
l'aggressività del governo statunitense verso paesi con posizioni politiche
divergenti da Washington.
Nel suo programma domenicale Aló Presidente, Chávez ha anticipato che si
analizza con Bielorussia e Cina l'adattamento del sistema antiaereo nazionale
alle condizioni attuali, mentre il ministro della Difesa, Raúl Baduel, ha
annunciato nuove trattative per l'acquisto di aeroplani.
Secondo la valutazione ufficiale, con l'acquisto di aeroplani Sukhoi dalla
Russia, il Venezuela ha fatto progressi in quanto alla possibilità di colpire
obiettivi a lunga portata ma persiste la necessità di rafforzare il suo sistema
aereo.
Per la vigilanza il Venezuela contava su radar di provenienza statunitense che
furono ritirati come parte delle azioni ostili di Washington, sempre più
crescenti nella misura in cui si approfondisce il processo nazionale con una
tendenza socialista.
Il governo venezuelano ha precisato che le autorità statunitensi stabilirono
condizioni inaccettabili per maneggiare i radar, ciò che determinò il suo loro,
qualcosa di simile a quanto avvenuto con gli aeroplani F-16 di fabbricazione
nordamericana.
Nel caso di queste aerei, gli Stati Uniti tagliarono la somministrazione di
pezzi di ricambio, ciò che ha portato il Venezuela ad acquisire gli aeroplani di
fabbricazione russo Sukhoi-30, superiori in potere di portata.
Nel contesto dell'ostilità degli Stati Uniti e la convinzione di Chávez che può
esistere un piano per per attaccare il Venezuela, come quello elaborato contro
l'Iran, si sono ugualmente acquistati sistemi di elicotteri della classe MI di
origine russa.
Il generale Baduel ha anticipato che si stima anche l'acquisizione di sistemi di
aeroplani da trasporto, come parte di un aggiornamento del sistema difensivo il
quale incluse, nel 2006, l'acquisto di 100000 fucili russi AK per sostituire i
vecchi FAL di fabbricazione belga.
Ugualmente si contrattò l'installazione in Venezuela di una fabbrica di fucili e
munizioni con tecnologia russa, che deve cominciare a funzionare in tre anni.
Il governo venezuelano ha reiterato che l'acquisizione di mezzi difensivi non
costituisce una minaccia per i suoi vicini ed è unicamente un'azione difensiva,
davanti alle minacce degli Stati Uniti, interessato a controllare l'enorme
ricchezza industria petrolifera nazionale.
Chávez ha osservato che, come si minaccia oggi l'Iran, qualunque altro paese
affronta un pericolo simile se i suoi piani di sviluppo o la difesa della sua
sovranità sono contrarie agli interessi del governo statunitense.
"Oggi è l'Iran quello che è in prima linea come obiettivo dell'impero
nordamericano ma domani può essere Bielorussia, Venezuela, chiunque non gli
piaccia per la politica sovrana o i progetti che stia sviluppando.
La strategia difensiva venezuelana include il concetto di alleanza civico
militare, col proposito di fare impagabile, a qualunque potenziale nemico, un
attacco alla nazione, perché dovrebbe affrontare una lunga guerra interna in
caso occupasse il paese.
Con questo obiettivo si é annunciata la consegna dei fucili FAL, ripotenziati,
ai corpi di volontari organizzati come appoggio alle forze regolari e garanzia
di una strategia di difendere casa a casa le posizioni in caso di un attacco
armato.
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