Fatto della notizia: alcuni manifestanti
contro la riforma costituzionale proposta dal presidente venezuelano Hugo Chavez
protestavano dalle prime ore del giorno 26 novembre provocando tumulti e
bloccando il traffico di accesso alla loro urbanizzazione, nel municipio Guacara,
nello stato venezuelano di Carabobo.
In quel momento si trovano sul posto alcuni lavoratori dell'impresa statale
Petrocasa che tentavano di arrivare al loro posto di lavoro; gli operai
portavano camicette rosse, allusive al nome dell'impresa ed all'identificazione
del progetto cooperativo di costruzione di 400 case. In Venezuela, portare una
maglietta rossa è un segno chiaro di simpatizzare col “chavismo”.
I manifestanti oppositori, scoprendo questo gruppo ideologicamente opposto, gli
sparano ed ammazzano il lavoratore José Oliveros Yepez, di 19 anni, che fu
raggiunto all'avambraccio ed alla schiena.
Ora vediamo come informa dell’accaduto il quotidiano El Mundo, in una notizia
firmata da EFE e Reuters. Il quotidiano El Pais non ha neanche accennato il
fatto.
Dal titolo non riusciamo a sapere chi ha sparato né da che lato stava il morto,
un dato importante, senza ombra di dubbio: “Un venezuelano muore per un colpo di
pistola, durante alcune proteste contro Hugo Chavez”. Perfino la lettura del
titolo suggerisce che il morto è antichavista, dato che muore in una protesta
contro Chavez.
Primo paragrafo: “Un uomo è stato assassinato con un colpo di pistola durante le
proteste contro il presidente venezuelano Hugo Chavez, che pretende riformare la
Costituzione per potere esercitare un mandato illimitato nel paese, in un
referendum che si celebrerà la prossima domenica”. Seguiamo senza sapere se
l'assassinato è oppositore o difensore della riforma né chi lo ha ucciso, però
questo sì, ci ricordano per l’ennesima volta che Chavez sta affrontando delle
contestazioni per volere riformare la costituzione per “esercitare un mandato
illimitato”, cosa che non è del tutto esatta, il progetto consta di 69 riforme
di diversi articoli e quello che chiamano “mandato illimitato” è la riforma
dell'articolo 230 che rimane testualmente così: “Articolo 230. Il periodo
presidenziale è di sette anni. Il Presidente o la Presidentessa della Repubblica
può essere rieletto o rieletta.”
Secondo paragrafo: “José Oliveros Yepez, di 19 anni, fu colpito all'avambraccio
ed
alla schiena mentre cercava di condurre il suo camion nelle vicinanze di un
luogo bloccato da dei manifestanti contrari a Chavez, nello stato di Carabobo”.
Sembra che la vittima non fosse manifestante, ma seguiamo senza scoprire se è
morto per essere simpatizzante di uno dei due bandi opposti (come è realmente
accaduto) né chi lo ha ucciso.
Terzo paragrafo: “Il vicepresidente, Jorge Rodriguez, segnalò che circa 80
persone sono state fermate per atti di violenza in differenti zone di questo
stato ed in paesi attigui. Rodriguez preferì non dare altre informazioni”.
Riusciamo a sapere che la polizia ferma alcuni manifestanti che il governo
accusa di “atti di violenza”, nient'altro.
Quarto paragrafo: “L'evento è accaduto questa mattina nel quartiere Città
Alleanza, a Guacara, mentre alcuni lavoratori dell'impresa statale Petrocasa
cercavano di arrivare al loro posto di lavoro e si scontrarono con gruppi
oppositori che ostruivano il passaggio nella zona per respingere la riforma,
secondo i dati della stampa locale”. Che bello, sappiamo già, qui in Spagna il
quartiere, la città e lo Stato del Venezuela dove è accaduto il fatto. Sappiamo
anche che la vittima lavorava per un'impresa statale e che “si scontrò con
gruppi oppositori”. Quello che però non è stato detto è che si scontrò
concretamente con le pallottole sparate dal gruppo oppositore.
Il resto della notizia sono dichiarazioni del vicepresidente Jorge Rodriguez e
di Hugo Chavez, non c'è più informazione sull'evento. I lettori rimarranno senza
sapere con sicurezza dove militava la vittima e la paternità degli spari.
Vale la pena ricordare anche un altro caso. Il 3 novembre, El Pais intitolava:
“Almeno due studenti muoiono in una protesta tra chavisti ed antichavisti in
Venezuela”. In quell'occasione i gruppi a favore del governo non furono
responsabili delle morti e non si trovavano nel conflitto. I due morti erano
oppositori al governo [1] e morirono in un confronto tra membri del partito Un
Nuovo Tempo (del governatore di Zulia, Manuel Rosales) e Copei (partito
socialcristiano che governò in due opportunità e che si è ribattezzato come
Partito Popolare per le sue relazioni col PP spagnolo).
Come si può comprovare, sia che i morti siano a favore di Chavez, sia che chi
spara sia un oppositore, i mezzi di comunicazione finiscono appendendo il
“sanbenito” (cartello che si appendeva nelle chiese con il nome ed il castigo di
quelli che dovevano fare penitenza, n.d.t.) al governo venezuelano.
[1] la sparatoria del giorno 2 che
provocò due studenti morti fu tra due gruppi antichavisti. Il quotidiano El Pais
mente un'altra volta. Chelo Ramos (04-11-2007)
*l’autore è un
giornalista e scrittore spagnolo tra i fondatori del sito web alternativo
Rebelion; collabora attualmente con una decina di pubblicazioni latinoamericane
ed è un direttore editoriale di TeleSur
tradotto da Ida Garberi
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