3 dicembre 2007 | P.Serrano www.prensa-latina.it

 

L'assassinio in Venezuela di un sostenitore di

Chavez come accadde e come lo racconta El Mundo

 



Fatto della notizia: alcuni manifestanti contro la riforma costituzionale proposta dal presidente venezuelano Hugo Chavez protestavano dalle prime ore del giorno 26 novembre provocando tumulti e bloccando il traffico di accesso alla loro urbanizzazione, nel municipio Guacara, nello stato venezuelano di Carabobo.

In quel momento si trovano sul posto alcuni lavoratori dell'impresa statale Petrocasa che tentavano di arrivare al loro posto di lavoro; gli operai portavano camicette rosse, allusive al nome dell'impresa ed all'identificazione del progetto cooperativo di costruzione di 400 case. In Venezuela, portare una maglietta rossa è un segno chiaro di simpatizzare col “chavismo”.

I manifestanti oppositori, scoprendo questo gruppo ideologicamente opposto, gli sparano ed ammazzano il lavoratore José Oliveros Yepez, di 19 anni, che fu raggiunto all'avambraccio ed alla schiena.

Ora vediamo come informa dell’accaduto il quotidiano El Mundo, in una notizia firmata da EFE e Reuters. Il quotidiano El Pais non ha neanche accennato il fatto.

Dal titolo non riusciamo a sapere chi ha sparato né da che lato stava il morto, un dato importante, senza ombra di dubbio: “Un venezuelano muore per un colpo di pistola, durante alcune proteste contro Hugo Chavez”. Perfino la lettura del titolo suggerisce che il morto è antichavista, dato che muore in una protesta contro Chavez.

Primo paragrafo: “Un uomo è stato assassinato con un colpo di pistola durante le proteste contro il presidente venezuelano Hugo Chavez, che pretende riformare la Costituzione per potere esercitare un mandato illimitato nel paese, in un referendum che si celebrerà la prossima domenica”. Seguiamo senza sapere se l'assassinato è oppositore o difensore della riforma né chi lo ha ucciso, però questo sì, ci ricordano per l’ennesima volta che Chavez sta affrontando delle contestazioni per volere riformare la costituzione per “esercitare un mandato illimitato”, cosa che non è del tutto esatta, il progetto consta di 69 riforme di diversi articoli e quello che chiamano “mandato illimitato” è la riforma dell'articolo 230 che rimane testualmente così: “Articolo 230. Il periodo presidenziale è di sette anni. Il Presidente o la Presidentessa della Repubblica può essere rieletto o rieletta.”

Secondo paragrafo: “José Oliveros Yepez, di 19 anni, fu colpito all'avambraccio ed alla schiena mentre cercava di condurre il suo camion nelle vicinanze di un luogo bloccato da dei manifestanti contrari a Chavez, nello stato di Carabobo”. Sembra che la vittima non fosse manifestante, ma seguiamo senza scoprire se è morto per essere simpatizzante di uno dei due bandi opposti (come è realmente accaduto) né chi lo ha ucciso.

Terzo paragrafo: “Il vicepresidente, Jorge Rodriguez, segnalò che circa 80 persone sono state fermate per atti di violenza in differenti zone di questo stato ed in paesi attigui. Rodriguez preferì non dare altre informazioni”. Riusciamo a sapere che la polizia ferma alcuni manifestanti che il governo accusa di “atti di violenza”, nient'altro.

Quarto paragrafo: “L'evento è accaduto questa mattina nel quartiere Città Alleanza, a Guacara, mentre alcuni lavoratori dell'impresa statale Petrocasa cercavano di arrivare al loro posto di lavoro e si scontrarono con gruppi oppositori che ostruivano il passaggio nella zona per respingere la riforma, secondo i dati della stampa locale”. Che bello, sappiamo già, qui in Spagna il quartiere, la città e lo Stato del Venezuela dove è accaduto il fatto. Sappiamo anche che la vittima lavorava per un'impresa statale e che “si scontrò con gruppi oppositori”. Quello che però non è stato detto è che si scontrò concretamente con le pallottole sparate dal gruppo oppositore.

Il resto della notizia sono dichiarazioni del vicepresidente Jorge Rodriguez e di Hugo Chavez, non c'è più informazione sull'evento. I lettori rimarranno senza sapere con sicurezza dove militava la vittima e la paternità degli spari.

Vale la pena ricordare anche un altro caso. Il 3 novembre, El Pais intitolava: “Almeno due studenti muoiono in una protesta tra chavisti ed antichavisti in Venezuela”. In quell'occasione i gruppi a favore del governo non furono responsabili delle morti e non si trovavano nel conflitto. I due morti erano oppositori al governo [1] e morirono in un confronto tra membri del partito Un Nuovo Tempo (del governatore di Zulia, Manuel Rosales) e Copei (partito socialcristiano che governò in due opportunità e che si è ribattezzato come Partito Popolare per le sue relazioni col PP spagnolo).

Come si può comprovare, sia che i morti siano a favore di Chavez, sia che chi spara sia un oppositore, i mezzi di comunicazione finiscono appendendo il “sanbenito” (cartello che si appendeva nelle chiese con il nome ed il castigo di quelli che dovevano fare penitenza, n.d.t.) al governo venezuelano.



[1] la sparatoria del giorno 2 che provocò due studenti morti fu tra due gruppi antichavisti. Il quotidiano El Pais mente un'altra volta. Chelo Ramos (04-11-2007)


 


*l’autore è un giornalista e scrittore spagnolo tra i fondatori del sito web alternativo Rebelion; collabora attualmente con una decina di pubblicazioni latinoamericane ed è un direttore editoriale di TeleSur

 

tradotto da Ida Garberi