| 1 luglio 2007 |H.Uribe, 30/6/07 www.giannimina-latinoamerica.it|

INFILTRAZIONI CIA NEI GIORNALI

 

E NEI PERIODICI VENEZUELANI

 

 

 


Santiago del Cile - Il quotidiano conservatore cileno El Mercurio pubblica ogni giorno e in maniera servile molto materiale contro il governo bolivariano di Hugo Chavez ma ha osservato il silenzio sulle denunce che mettono in relazione i media e i giornalisti venezuelani con la Central Intelligence Agency (CIA) e altre istituzioni degli Stati Uniti.


Il 25 maggio scorso, a Caracas, l’avvocato statunitense Eva Golinger ha affermato, che il Dipartimento di Stato del suo paese studiava il modo di finanziare media e giornalisti venezuelani. “Lo scopo della cosiddetta Divisione di Affari Educativi e Culturali sarebbe influenzare la politica editoriale degli organi di comunicazione” ha affermato la Golinger.


L’avvocato ha basato la sua denuncia sulla documentazione ufficiale statunitense comprovante che questi programmi si stanno attuando prima e dopo il colpo di stato del 2002.


“Purtroppo, nella migliore delle ipotesi, in Venezuela ci sono giornalisti manipolati dal Dipartimento di Stato” ha affermato la giurista. Le parole della Golinger hanno consolidato le rivelazioni divulgate alcuni giorni prima dall’emittente televisiva statale VTV, dove si è affermato, facendo nomi e cognomi, che sei giornalisti venezuelani hanno ricevuto denaro dal governo di Washington. (1)


Tra questi c’è Roger Santodomingo che è stato anche accusato, il 28 maggio scorso, davanti alla Procura generale, di "istigare l'omicidio e di accettare finanziamenti dagli Usa per destabilizzare il governo”. Di fronte a questa imputazione di William Lara, Ministro della Comunicazione e Informazione, Roger Santodomingo – riporta un comunicato della IFEX (Organizzazione per lo scambio internazionale di libertà d’espressione)– ha precisato di aver “solamente” diffuso un'inchiesta nella quale un 30% affermava che la "soluzione" era assassinare Chávez. Che ne sarà del Codice di Etica e dell’Ordine dei giornalisti venezuelani?


Precedentemente il governo del Venezuela aveva denunciato il canale Globovision per aver diffuso in codice un incitamento alla eliminazione fisica del Capo di Stato attraverso l’insistente riproduzione della notizia dell’attentato a papa Giovanni Paolo II e all'utilizzazione, come musica di sottofondo, della canzone “Esto no termina aqui” ("Questo non finisce qui") del panamense Ruben Blades. Ovviamente si era trattato di un messaggio subliminale.


La Globovision ha argomentato la sua innocenza citando un episodio avvenuto in Cile alla vigilia del golpe militare. Il 21 agosto ’73 una emittente radiofonica di Puerto Montt, città al sud del paese, diffuse ossessivamente questo messaggio “Siamo di più di quello che credevamo. Cappuccetto Rosso è con noi”. Era un messaggio per i cospiratori e il nome del personaggio della fiaba corrispondeva a Pinochet, che aveva deciso di unirsi al complotto.


L'omissione di El Mercurio riguardo la CIA ha certamente una motivazione politica oltre che freudiana, dato che al quotidiano fa male ricordare i milioni di dollari ricevuti negli anni ’70 per contribuire alla deposizione e morte del presidente Salvador Allende. Tre anni dopo il golpe una indagine del Senato statunitense ha rivelato che l’intromissione della CIA in questo giornale è arrivato al punto di inserire i suoi agenti addirittura nell'organizzazione editoriale. Il Rapporto Church (dal nome del senatore che ha coordinato il Comitato) denuncia che questo organismo di spionaggio ha ingaggiato giornalisti, ha editato pubblicazioni di distribuzione nazionale e ha elaborato materiale per i quotidiani, i settimanali e le emittenti radiofoniche e, oltretutto, molti di questi "contenuti" sono stati esportati a organi latinoamericani e europei.


Le ingerenze nella stampa da parte della CIA, un ente statale, si è basato e si esercita oggi su di un classico principio imperiale che ha formulato in suo favore William Colby, uno dei suoi direttori: “ La CIA ha il diritto legittimo di infiltrarsi nella stampa straniera ma non in quella degli Stati Uniti. La CIA ha lo scopo di influire, attraverso i mezzi di comunicazione, nello sviluppo e nella fine degli atti politici degli altri paesi”. Senza commento.


La propaganda contro il Venezuela si è intensificata a partire dal non rinnovamento della frequenza della ex Radio Caracas Television (RCTV).


Nel Senato cileno sono stati approvati i “Progetti di Accordo” (così, di solito, vengono denominati), due opportunità e con votazioni che non arrivano alla metà dei membri di questa Camera. In entrambi i casi si chiede alla presidente Bachelet di protestare per il caso RCTV, ma la Capo di stato non è caduta nell’imboscata.


Nell’ansia di riprodurre il modello di pubblicità indotta da Washington, questi accordi senatoriali sostengono che “sebbene il governo del Venezuela abbia la facoltà di non rinnovare la concessione a RCTV per i firmatari significa una chiara limitazione alla libertà di stampa ed espressione”. Che stoltezza, se già esiste il meccanismo legale, è logico che si applichi.


Naturalmente, nessuno di quelli che augurano il peggio a Hugo Chávez ha ricordato che negli Stati Uniti vige lo stesso meccanismo di permessi e rinnovi per le frequenze radiofoniche e televisive. Inoltre, il termine d’uso è di otto anni e per ottenere il rinnovo questi organismi devono dimostrare di “essere stati utili all’interesse pubblico”. In un articolo molto critico , Michael J. Copps, membro della Commissione Federale della Comunicazione (FCC) suggerisce sia di rafforzare il processo di rinnovamento, sia di accorciare il periodo di licenza a tre anni. E sottolinea: “L’uso dello spazio radioelettrico costituisce un privilegio –redditizio- non un diritto e temo che la FCC non abbia fatto abbastanza per difendere l’interesse pubblico" (2). E’ mai possibile, allora, che negli USA non si rinnova alcuna concessione? e comunque, che diranno i membri del SIP (Sociedad Interamericana de Prensa) e i membri del Gruppo giornalistico americano (GDA)?
 



NOTE
(1) I giornalisti accusati sono: Aymara Lorenzo, Pedro Luis Flores, Ana Karina Villalba, María Fernanda Flores, Miguel Angel Rodríguez e Roger Santodomingo
(2) )Michael J. Copps, "El precio del espacio radioeléctrico gratuito", in The New York Times, giugno 6/07