Caracas 03/06 - Alcune centinaia di migliaia di persone sono scese
ieri in piazza a Caracas a sostegno del presidente venezuelano Hugo Chavez
dopo una settimana di proteste seguite alla chiusura della Rctv, una tv
privata considerata collusa col tentativo di colpo di stato,
fortunatamente fallito grazie alla mobilitazione popolare, nel 2002. A
difesa di Chavez si sono mobilitati anche ministri e numerosi funzionari
governativi, che sono sfilati in corteo accanto ai dimostranti che, per
l'occasione, indossavano un capo di vestiario rosso, il colore simbolo
dell'era Chavez. "Oggi il Venezuela ha reso più democratiche le
comunicazioni e ha fatto un passo in avanti", ha detto ai giornalisti il
ministro delle telecomunicazioni Jesse Chacon.
Chacon si è inoltre appellato alla folla invitando tutti a contribuire al
consolidamento della TVes, la nuova Tv pubblica che ha preso il posto
dell'emittente oscurata che comunque continua a trasmettere via cavo e via
satellite.
Una "marea rossa"antimperialista a sostegno
di Chávez
Rebelión (GI) –
Vestendo il tradizionale colore rosso che caratterizza la rivoluzione
bolivariana diretta dal presidente Hugo Chávez, centinaia di migliaia di
persone hanno celebrato una giornata che ha inteso inviare un messaggio di
pace al mondo, respingere le ingerenze contro la sovranità del paese
sudamericano e dare il benvenuto al nuovo canale TVes.
E’ stata una
giornata di sostegno alla democratizzazione dello spazio radioelettrico e
nello stesso tempo di protesta contro le recenti dimostrazioni
incoraggiate da settori dell’opposizione che, stando al Difensore del
Popolo Germán Mundaraín, cercavano soltanto di creare un clima di scontro
nazionale. In recenti dichiarazioni Mundaraín ha denunciato "un piano
insurrezionale" orchestrato dall’opposizione venezuelana attraverso
messaggi diffusi via Internet, tramite cellulari e mass-media al servizio
della destra e dell’oligarchia.
La principale
dimostrazione di sabato si è svolta a Caracas ed è partita dai punti est e
ovest per confluire in un grande concentramento nel viale Bolívar, dove i
venezuelani hanno espresso il loro sostegno al governo del presidente
Chávez.
«Per dimostrare
che la maggioranza è quella scesa in strada, solidale con il presidente
Chávez e con la Rivoluzione Bolivariana », ha detto un dirigente
bolivariano.
I dimostranti
hanno consegnato vari pronunciamenti. Uno di questi è stato portato nella
sede della società telefonica CANTV, recentemente nazionalizzata. Un altro
alla Difesa del Popolo e un terzo alla Procura, per chiedere celerità
nelle indagini su coloro che hanno promosso la violenza negli ultimi
giorni.
Subito dopo la
sospensione del segnale di RCTV (nell’ultimo minuto di domenica 27 maggio)
gruppi di studenti, soprattutto universitari e di licei privati di Caracas
e altre regioni del paese, hanno organizzato giornate di protesta pacifica
nelle strade che poi sono diventate violente per gli appelli di alcuni
media privati e di politici dell’opposizione.
Sabato i
venezuelani hanno espresso il loro sostengo alla Televisione Venezuelana
Sociale (TVes), che ha occupato lo spazio di RCTV e che è nata come un
canale di servizio pubblico, il primo del paese.
Il messaggio dei
venezuelani è stato: "Protestiamo contro la violenza ed esigiamo il
rispetto della nostra sovranità".
Membri del FSM approvano
la decisione contro RCTV
Vari membri del
Consiglio Internazionale del Foro Sociale Mondiale, riuniti a Berlino il
30 e il 31 maggio hanno riconosciuto la legittimità della decisione del
Governo venezuelano di non rinnovare la concessione a Radio Caracas
Televisión (RCTV), scaduta lo scorso 27 maggio, ha segnalato l’Agenzia
Bolivariana d’Informazione del Venezuela, ABN.
L’informazione è
stata diffusa con una nota di stampa del Ministero del Poder Popular per
le Relazioni Estere del Venezuela che segnala: "In un paese democratico,
le frequenze di radio e televisioni non devono essere proprietà di alcune
imprese, ma un bene pubblico, la cui amministrazione corrisponde ai poteri
pubblici".
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