Caracas 3 dicembre 2007 | J.A.Borrego www.granma.cu

Chávez: la Rivoluzione ha

dimostrato la sua etica


 


”La votazione del Referendum costituzionale di domenica 2 in Venezuela ha dimostrato l’etica della Rivoluzione Bolivariana”, ha affermato il  presidente Hugo Chávez in una conferenza stampa dopo la diffusione della notizia di una risicata vittoria dei No.

 

“Adesso non ci siamo riusciti”, ha indicato Chávez, che ha sottolineato l’istituzionalità del paese, “ segnalando la strada all’opposizione che deve smettere di fare salti nel vuoto, incitare alla destabilizzazione e alla violenza.

 

Siamo qui per fare una lunga battaglia”, ha detto ancora, dopo aver conosciuto i risultati da  Tibisay Lucena, presidentessa del CNE.

 

Le riforme ai 69 articoli  e 15 disposizioni transitorie sono state presentate in due blocchi. La presidentessa del Consiglio Nazionale Elettorale ha informato che il 50,7% dei partecipanti ha votato No e il 49,29 % ha votato Sì per il primo blocco, mentre il secondo blocco ha ricevuto il 51,05 dei No e il 48,94% dei Sì.

 

“Che il 49% abbia votato il progetto socialista è un gran salto politico e noi seguiremo nella nostra battaglia, costruendo il socialismo nella cornice che ci permette la Costituzione”, ha detto ancora Chavez.

 

“La nostra proposta segue viva e continueremo a lavorare per realizzare la massima inclusione e uguaglianza.

 

Chávez ha rimarcato l’indice di astensioni del 44,11% ed ha ricordato che si trattava di quei tre milioni di persone che l’anno scorso gli avevano dato il voto  nelle elezioni presidenziali, ma che questa volta non sono andate alle urne. Se ci fossero andate il risultato sarebbe stato un altro.

 

“Rispettiamo la Costituzione e siamo in pace con la nostra coscienza. Non avremmo mai accettato una vittoria pirrica, ha detto, e noi amplieremo e approfondiremo le prospettive e i contenuti del processo di costruzione di un Venezuela socialista, per incrementare il più polibile la velocità strategica dei cambi, in una Rivoluzione che è in processo di maturazione”.

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Il Sì e il No si misurano nella

retta finale del referendum

30 novembre 2007 | J.A.Borrego www.granma.cu

 

Dopo una feroce battaglia mediatica marcata dall’incitamento alla violenza, richiami all’astensione e al non riconoscimento della legittimità del processo, l’opposizione venezuelana ha convocato i suoi seguaci a votare No alla riforma costituzionale che si voterà  domenica 2.

 

La chiusura della campagna della destra nella centrale Avenida  Bolívar, nella capitale Caracas, ha visto riunite le forze avverse al progetto del presidente Chávez, che in questa occasione popone il cambio di 69 articoli della Costituzione approvata nel dicembre del 1999, da votare in due blocchi.

 

Di fronte all’evidente mancanza di guida tra i tradizionali gruppi politici del paese, la mobilitazione è stata guidata dagli studenti di varie università private, promotori nelle ultime settimane di non pochi disturbi sia a Caracas che in altre città e presentati internazionalmente come i principali oppositori del governo.

 

A conclusione della campagna che ha incluso carovane, marce, presenze e manifestazioni in tutti gli Stati, i difensori del Sì hanno convocato i seguaci di Chávez a una gigantesca manifestazione d’appoggio alla proposta di modificazione e alla presidenza del presidente  per venerdì, nella stessa Avenida Bolívar.

 

 

Il referendum del 2 dicembre

 

26 novembre 2007 | www.granma.cu (teleSUR)


 

Un totale di 1.200 osservatori nazionali controlleranno l’andamento del referendum per la riforma costituzionale  che si svolgerà domenica 2  dicembre in Venezuela, ha informato il rettore principale del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), Vicente Díaz.

 

Durante una visita appena realizzata a Barquisimeto, capitale dello Stato Lara (al centro del paese), il Rettore Díaz ha indicato che tra gli osservatori ci sono le ONG’s “Ojo Electoral”, “Universidad Por la Equidad” e “Asamblea de Educación”, tra le tante che hanno partecipato anche nelle elezioni presidenziali del dicembre del 2006.

 

“In questo processo elettorale ci saranno anche molti osservatori internazionali”,  ha detto ed ha invitato tutti gli organismi elettorali d’America a partecipare a questo referendum come osservatori.

 

“Abbiamo invitato gli organismo internazionali d’America e d’Europa ha aggiunto il Rettore. “Inoltre i blocchi politici hanno la possibilità d’accreditare osservatori internazionali che saranno delegati per partecipare, seguendo un protocollo d’osservazione politica”.

 

 

 

Il sì vincerà, ha detto Alì Rodriguez

 

ambasciatore del Venezuela

 

a l'Avana

 

 

Sino ad oggi tutte le inchieste rivelano che il Sì vincerà a grande maggioranza e sarà l’undicesima consultazione popolare nel paese dal 1999.

 

I grandi media internazionali e venezuelani dell’oligarchia hanno coordinato una campagna contro la riforma e in particolare contro tre temi precisi: la rielezione del presidente, la concentrazione del potere e le forme di proprietà.

 

Alì Rodríguez, ambasciatore del Venezuela a Cuba,  in un’estesa conferenza stampa nella quale ha chiarito in maniera esaustiva tutti i dubbi dei giornalisti presenti, cubani e stranieri, dopo una chiara presentazione della situazione sociale e politica del Venezuela, ha spiegato che 17 paesi europei hanno stabilito la rielezione all’infinito dei presidenti e nel caso del Venezuela, questo sarà una novità  data al popolo di rinnovare o di togliere l’incarico al capo dello Stato.

 

“Non ci potrà essere una concentrazione di potere, poiché la riforma stabilisce la partecipazione della comunità alla direzione del paese e le modifiche proposte per la proprietà la riconoscono e la garantiscono in tutte le sue forme.

 

Comunque, ha sostenuto Alì Rodríguez, la campagna contro la Rivoluzione Bolivariana riesce solamente ad accrescere il sostegno popolare dato a Hugo Cheávez.