Approfittando
della visita in Francia del presidente venezuelano Hugo Chavez, i giorni 19 ed
il 20 novembre 2007, Reporter Senza Frontiere (RSF) pubblicò una lettera diretta
al presidente francese Nicolas Sarkozy nella quale denuncia “alcune gravi
deviazioni del suo regime [ed] il suo comportamento nel panorama
internazionale”. L’organizzazione parigina, che adotta dall'inizio una posizione
politica riferendosi ad un governo democraticamente eletto usando il termine
dispregiativo ed stigmatizzante di “regime”, prosegue con questa lettera la
campagna di disinformazione che porta a termine contro il Venezuela.(1)
“Raramente un Capo di Stato eletto ha esposto tanti ostacoli alla libertà di
espressione durante il suo mandato”, assicura Robert Menard, il segretario
generale dell'associazione da 22 anni. “Il presidente [ha taciuto] qualunque
voce critica o dissidente [ed ha eliminato] [...] progressivamente qualunque
forma di contropotere, in questione quello della stampa” .(2)
Così, secondo RSF, non esiste nessuna libertà di espressione in Venezuela e
l'opposizione non dispone di nessun mezzo per esprimere il suo disaccordo con la
politica del governo.
Esiste un modo relativamente semplice per verificare la sincerità delle
affermazioni dell'entità francese di “difesa della libertà di stampa”. Solo
basta dare un'occhiata alla stampa venezuelana e valutare lo spazio riservato
alla critica contro Chavez e la sua politica. Il quotidiano “El Universal” stima
che la riforma costituzionale che si sottometterà ad un referendum popolare il 2
dicembre 2007 presenta varie “aree di pericolo per la libertà di stampa” e non
vacilla nel qualificare il governo bolivariano come “regime [...]
totalitario”.(3)
Questo stesso giornale accusa Chavez di spaventare gli investitori stranieri,
sottolinea “il rischio di investire in Venezuela” a causa delle politiche
governamentali,(4) pubblica una lunga intervista di Julio Borges, coordinatore
nazionale del partito all’opposizione “Primero Justicia” che afferma che “Chavez
vuole mettere al paese una scarpa stretta [...] incompatibile con la cultura di
libertà del venezuelano”(5), afferma che questo progetto bolivariano “ha
fracassato”(6), accusa il governo di repressione e di violazione de “l'autonomia
delle università”(7), fustiga Chavez per la sua “immoralità”(8), si fa eco di
una campagna che pretende di processare il presidente del paese per “delitti di
cospirazione contro il sistema repubblicano ed usurpazione di funzioni”(9) e
divulga la lettera aperta di Robert Menard a Nicolas Sarkozy(10). Tutto ciò solo
nell'edizione di questo 20 novembre 2007.
Da parte sua, “El Nacional” accusa le autorità di reprimere gli studenti(11),
offre generosamente una tribuna agli oppositori della riforma costituzionale(12)
ed evoca sospetti di frode che si suppone succederanno durante il referendum di
dicembre del 2007(13). Nelle sue edizioni del 19 e del 20 novembre 2007, il
giornale “Tal Cual” denuncia gli attentati alla “libertà di espressione”(14),
vilipende con virulenza la riforma(15) –che romperebbe “il filo
costituzionale”(16)–, che qualifica come un “golpe di stato”(17), fa un appello
per “votare No per preservare la democrazia”(18) e accusa Chavez di “giocare
all'eroe” sul tema degli ostaggi olombiani.(19) Fustiga anche “l'alleanza
pericolosa” tra Venezuela ed Iran(20).
Da parte sua, “El Mundo” stigmatizza la violenza delle autorità(21), denuncia
l’inflazione, della quale sarebbe responsabile il governo(22), afferma che la
riforma rappresenta un pericolo per i venezuelani(23) e condanna l'avvicinamento
con l’Iran(24). Il giornale “El Tempo”denuncia la penuria di alcuni prodotti
alimentari,(25) oltre all’insalubrità che regna in alcune zone del paese(26).
Il canale di televisione Globovision accusa il governo di repressione della
polizia(27) ed assicura che la riforma è un “attentato alla
libertà di espressione”, citando la Società Interamericana di Stampa(28).
D’altra parte, il canale di televisione Venevision esortò al rifiuto del
progetto costituzionale contrario ai “valori democratici”, riportando le parole
della confederazione patronale Fedecamaras (la Confindustria venezuelana, n.d.t.)(29),
e che sicuramente si vedrà macchiato dalla “frode”(30).
Questo rapido panorama della stampa venezuelana che si limita alle edizioni del
19 e del 20 novembre 2007, dimostra fino a che punto le parole di Robert Menard
sono pura disinformazione. La maggioranza della stampa privata del paese, che
rappresenta l’80% dei mezzi di comunicazione, è di un'estrema virulenza –molte
volte fino al limite del fanatismo–contro il presidente Chavez. Accusare questo
di costituire un ostacolo alla “libertà di espressione” sfiora il ridicolo.
Qualunque specialista della realtà venezuelana degno di questo nome può
attestare sulla libertà di tono del quale danno prova i mezzi di comunicazione,
libertà di tono che sarebbe inaccettabile nella “patria dei diritti umani” che è
la Francia (risulta ironico vedere che Robert Menard si dirige a Nicolas Sarkozy,
il cui controllo sui mezzi francesi è sorprendente, per proteggere la libertà di
espressione). Qualunque analisi empirica, perfino superficiale, sbocca in questa
conclusione. Quindi, RSF non è credibile quando distilla tali bugie che,
inoltre, sono facilmente ricusabili.
RSF afferma anche che “RCTV, il più popolare ed antico dei canali di televisione
del paese, fu escluso della rete hertziana per ordine di Hugo Chavez e “perfino
contro l'opinione di una gran parte dei suoi stessi sostenitori, e disprezzando
tutta la giurisprudenza interamericana”3(1). Qui, la bugia è monumentale. In
primo luogo, RCTV è un canale che aveva appoggiato apertamente il golpe di Stato
contro il presidente Chavez nell’aprile del 2002 –piccolo dettaglio che sembra
spregevole per RSF che non si degna di ricordarlo–senza soffrire le conseguenze
(è inutile domandarsi quello che sarebbe successo ad un canale francese che
avesse appoggiato un colpo di Stato contro Nicolas Sarkozy). Inoltre, si tratta
del canale più sanzionato della storia del Venezuela per violazioni della legge
(una sola volta sotto Chavez)(32).
E poi alla fine, RCTV non fu escluso in nessuna maniera dalla rete hertziana
“per ordine di Hugo Chavez”. La concessione di questo canale arrivò al suo
termine il 28 maggio 2007 e la Commissione Nazionale di Telecomunicazioni del
Venezuela –e non Chavez–ha deciso, in considerazione degli antecedenti di RCTV,
non rinnovarla col fine di lasciare lo spazio hertziano ad un altro canale, in
perfetto accordo con la legislazione del paese(33).
D'altra parte, contrariamente a quello che sostiene RSF, la decisione ebbe un
immenso appoggio popolare, come lo mostrarono le manifestazioni di varie
centinaia di migliaia di persone tra il 27 maggio ed il 2 giugno 2007(34).
Inoltre, il presidente ha proposto di sottomettere ad un referendum popolare le
decisioni di rinnovare o no le concessioni dei canali di televisione. Alla fine,
questa decisione è in perfetto accordo con l'articolo 156 della Costituzione
venezuelana, come con l'articolo 108 della Legge Organica delle
Telecomunicazioni, che danno al governo il potere di regolare l’accesso allo
spazio hertziano(35).
Dalla sua prima elezione alla presidenza, Chavez non ha mai chiuso un solo mezzo
di comunicazione. Dal 1998, solo due mezzi smisero di emettere temporaneamente.
Si tratta del Canale 8 e di Catia TV che furono chiusi tra l’11 ed il 13 aprile
2002 da parte dei golpisti, la cui azione fu approvata da RCTV.
Nel mondo intero, ogni anno le autorità competenti non rinnovano numerose
concessioni,
senza suscitare indignazione alcuna da parte di RSF. L'organizzazione francese
non si è pronunciata mai sui casi dei canali di televisione spagnoli TV Laciana
nel 2004, TV Cattolica nel 2005 e Tele-Asturie nel 2006, le cui concessioni non
si rinnovarono. E’ successo la stessa cosa coi canali britannici One TV,
Actionworld e StarDate TV 24 nel 2006 e Look for Love 2 nel 2007(36).
RSF denuncia anche “l'apertura alare” del “controllo che esercita il Capo dello
Stato venezuelano sul paesaggio mediatico”(37) . Si tratta un'altra volta di una
bugia monumentale. Per la banda VHF, nel 2000, avevano 19 canali di televisione
privati e uno pubblico. Nel 2006, la cifra passò a 20 canali privati contro un
solo canale pubblico.
Dal 28 maggio 2007, ci sono 19 canali privati e due canali pubblici, la
Televisione Venezuelana e Tves che rimpiazza RCTV nelle onde herziane. Per la
banda UHF, nel 2000, avevano 28 canali privati e due canali pubblici. Nel 2006,
c’erano 44 canali privati e 6 pubblici. Nell'ambito delle stazioni radiofoniche,
per le onde AM, nel 2000 e 2006, c'erano 36 stazioni di radio pubbliche contro
143 stazioni di radio private. Per le onde FM, c'erano 3 stazioni di radio
pubbliche al contrario di 365 stazioni di radio private nel 2000. Nel 2006, la
cifra passò a 440 stazioni di radio private e 10 emittenti pubbliche(38).
Così, RSF inganna l’opinione pubblica.
RSF stigmatizzò un disegno di legge che pretende limitare ogni finanziamento
straniero di organizzazioni non governative. In effetti, gli Stati Uniti,
promotori del golpe di Stato del 2002, finanziano attualmente numerose
organizzazioni che appartengono all'opposizione. L'avvocato Eva Golinger rivelò
i nomi delle persone che Washington stipendia. Ma, per Menard, questa decisione
costituisce “un’autentica repressione della società civile e dei suoi
componenti”(39).
Per caso, crede che la Francia accetterebbe che un'opposizione che inoltre fu
responsabile di un golpe di Stato, sia finanziata da una potenza straniera?
L'Articolo 411-4 del Codice Penale francese è eloquente rispetto a questo:
“Il fatto di mantenere un’intesa segreta con una potenza straniera, con
un'impresa o un'organizzazione straniera o sotto il controllo straniero o coi
suoi agenti in considerazione di suscitare ostilità o atti di aggressione contro
la Francia, si punisce con trenta anni di detenzione criminale e 450 000 euro di
multa.
Si punisce con le stesse pene il fatto di proporzionare ad una potenza
straniera, a un'impresa o ad un'organizzazione straniera o sotto il controllo
straniero o ai suoi agenti i mezzi per intraprendere ostilità o realizzare atti
di aggressione contro la Francia.”
Robert Menard sottolinea, infine, che le sue “offerte di dialogo hanno urtato
con l’accusa, tanto grottesca come infondata, che la nostra organizzazione
lavorerebbe per conto dell'intelligenza statunitense, e cercherebbe di
organizzare un altro golpe di Stato”(40).
Come può essere altrimenti quando si sa che RSF appoggiò il golpe di Stato
dell’aprile 2002? È necessario ricordare la dichiarazione che pubblicò RSF il 12
aprile 2002?:
“Recluso nel palazzo presidenziale, Hugo Chavez firmò la sua rinuncia durante la
notte sotto la pressione dell'esercito. Poi fu portato a Forte Tiuna, la
principale base militare di Caracas, dove è detenuto. Immediatamente dopo, Pedro
Carmona, il presidente di Fedecamaras, annunciò che dirigerebbe un nuovo governo
di transizione. Affermò che il suo nome era l'oggetto di un “consenso” della
società civile venezuelana e del comando delle forze armate”(41).
In realtà, Chavez non firmò mai la sua rinuncia, ma RSF aveva ripetuto senza
nessuna riserva la versione dei golpisti ed aveva cercato di convincere
l'opinione pubblica internazionale che Pedro Carmona era il nuovo presidente
legittimo.
Come può essere diversamente, quando si sa che RSF è finanziato per la National
Endowment for Democracy (NED)(42)? Che cosa è la NED? Secondo il New York Times,
“La National Endowment for Democracy si creò 15 anni fa per portare a capo
pubblicamente quello che ha fatto segretamente la CIA per decadi. Spende 30
milioni di dollari all'anno per appoggiare partiti politici, sindacati,
movimenti dissidenti e mezzi informativi in dozzine di paesi”(43).
Secondo Allen Weistein che contribuì ad approvare la legislazione dove si
stabiliva la NED, “oggi molto di quello che facciamo lo faceva già la CIA in
maniera occulta 25 anni fa”(44).
Così, RSF riceve emolumenti da un ufficio schermo della CIA e non può essere
imparziale.
Robert Menard e la sua organizzazione non sono credibili quando affermano di
essere unicamente interessati alla “libertà di stampa”. In realtà, difendono un
programma politico innegabile e mantengono una crociata accanita contro il
governo democratico e popolare di Hugo Chavez. Comincia ad essere già ora che
RSF si tolga la maschera e mostri il suo vero volto alla luce del giorno.
Note:
1 Reporteros sin Fronteras, « Reporteros
sin Fronteras escribe a Nicolas Sarkozy en la víspera de la entrevista con su
homólogo venezolano Hugo Chávez », 19 de noviembre de 2007.
http://www.rsf.org/article.php3?id_article=24427 (sitio consultado el 19 de
noviembre de 2007).
2 Ibid.
3 Vivián Castillo, « SIP ratifica validez de su último informe sobre Venezuela
», El Universal, 20 de noviembre de 2007.
4 Víctor Salmerón, « La inversión extranjera cae a tan sólo 317 millones de
dólares », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
5 Elvia Gómez, « ‘Hugo Chávez quiere ponerle al país un zapato apretado’ », El
Universal, 20 de noviembre de 2007.
6 Ana María Pérez, « Alcalde de Santa Teresa se pronunció en contra de reforma
», El Universal, 20 de noviembre de 2007.
7 Zuma López, « Detenido decano y tres alumnos de UPEL Táchira », El Universal,
20 de noviembre de 2007.
8 El Universal, « MAS llama a abstencionista a votar por unidad del país », 20
de noviembre de 2007.
9 El Universal, « Breves políticos », 20 de noviembre de 2007.
10 El Universal, « RSF criticó a Chávez en carta abierta a Sarkozy », 20 de
noviembre de 2007.
11 Eleonora Delgado & Simón González, « Órganos de seguridad de Táchira reprimen
a estudiantes », El Nacional, 19 de noviembre de 2007.
12 El Nacional, « Ismael García conduce programa contra la reforma en
Globovisión », 18 de noviembre de 2007; El Nacional, « Borges: La oposición
tiene grandes posibilidades de ganar referéndum », 18 de noviembre de 2007.
13 El Nacional, « Opositores desconfían de la imparcialidad del ente comicial »,
16 de noviembre de 2007.
14 Patricia Clarembaux, « Miente, que algo queda », Tal Cual, 20 de noviembre de
2007.
15 Ramón Sahmkow, « El 112, el artículo de la reforma en el que ser rico es malo
», Tal Cual, 20 de noviembre de 2007.
16 Tal Cual, « ‘Miedo a la reforma llega al chavismo’, según Martínez », 19 de
noviembre de 2007.
17 Tal Cual, « Baduel habla esta vez hacia el mundo », 19 de noviembre de 2007.
18 Tal Cual, « Votar No para preservar la democracia », 19 de noviembre de 2007.
19 Tal Cual, « Uribe da plazo a Chávez para que siga jugando al héroe », 20 de
noviembre de 2007.
20 Tal Cual, « La alianza peligrosa », 19 de noviembre de 2007.
21 El Mundo, « Batalla a tiros en Sabana Grande », 20 de noviembre de 2007.
22 El Mundo, « Cotización del dólar no oficial continúa con tendencia alcista »,
20 de noviembre de 2007.
23 El Mundo, « La independencia de los poderes es fundamental para ser
consejeros », 20 de noviembre de 2007.
24 El Mundo, « Chávez y Ahmadineyad juntos y revueltos », 20 de noviembre de
2007.
25 K. Jurado & K. Irigoyen, « El pollo también escasea en los supermercados de
la zona », El Tiempo, 20 de noviembre de 2007.
26 El Tiempo, « ¿Y las autoridades sanitarias? », 20 de noviembre de 2007.
27 JDG, « Policía del municipio Junín del Estado Táchira detubo a
director-decano de la UPEL », Globovisión, 19 de noviembre de 2007.
28 AQB, « SIP: reforma constitucional amenaza libertad de expresión en Venezuela
», Globovisión, 19 de noviembre de 2007.
29 Venevisión, « Fedecámaras reitera su rechazo a la reforma constitucional y
pide la postergación del referendo », 19 de noviembre de 2007.
30 Venevisión, « Copei considra que la oposición debe unirse para cuidar los
votos el 2D », 19 de noviembre de 2007.
31 Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas
Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez »,
op. cit.
32 Agencia Bolivariana de Noticias, « RCTV ha sido el canal más sancionado en
Venezuela », 29 de marzo de 2007.
33 Lamia Oulalou, « Chávez bâillonne la télé d’opposition », Le Figaro, 26 de
mayo de 2007.
34 Agencia Bolivariana de Noticias, « Hoy el pueblo demostró que está mobilizado
en apoyo a la revolución », 2 de junio de 2007.
35 L’Express, « Chávez bâillonne la dernière chaîne d’opposition », 29 de mayo
de 2007.
36 Jean-Luc Mélanchon, « Où va la bonne conscience anti-chaviste », 26 de mayo
de 2007, www.jean-luc-melanchon.fr (site consulté le 30 mai 2007).
37 Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas
Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez »,
op. cit.
38 Telesur, « Informe RSF ‘Cierre de Radio Caracas Television. La consolidación
de una mentira mediática a través de 39 embustes », 7 de junio de 2007.
39 Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas
Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez »,
op. cit.
40 Ibid.
41 Reporteros sin Fronteras, « Un journaliste a été tué, trois autres ont été
blessés et cinq chaînes de télévision brièvement suspendues », 12 de abril de
2002. www.rsf.org/article.php3?id_article=1109 (sitio contultado el 13 de
noviembre de 2006).
42 Robert Ménard, « Forum de discussion avec Robert Ménard », Le Nouvel
Observateur, 18 de abril de 2005. www.nouvelobs.com/forum/archives/forum_284.html
(sitio contultado el 22 de abril de 2005).
43 John M. Broder, « Political Meddling by Outsiders : Not New for U.S. », The
New York Times, 31 de marzo de 1997, p. 1.
44 Allen Weinstein, Washington Post, 22 de septiembre de 1991.
* Salim Lamrani è
professore, scrittore e giornalista francese, specialista delle relazioni tra
Cuba e gli Stati Uniti. Ha pubblicato i libri: Washington contre Cuba (Pantin:
Le Temps des Cerises, 2005), Cuba face à l’Empire (Genève: Timeli, 2006) e Fidel
Castro, Cuba et les Etats-Unis (Pantin: Le Temps des Cerises, 2006)
tradotto da Ida Garberi
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