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| Caracas, 30 settembre 2007 | Eva Golinger * www.radiocittaperta.it | |
USAID in Bolivia e Venezuela: la sovversione silenziosa
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Nel caso del Venezuela, questa strategia ha iniziato a prendere forma nell'anno 2002, con l'aumento di finanziamenti a settori dell'opposizione attraverso il National Endowement for Democracy (NED) e l'apertura di un ufficio di transizione (OTI) di USAID a Caracas.
Questi sforzi riuscirono a consolidare un
movimento d'opposizione in quel momento che, invece di fallire in un colpo di
stato, riuscì a causare seri danni all'industria petrolifera e all'economia
nazionale attraverso un sabotaggio economico e una "serrata" da parte di manager
e imprenditori. Dopo una divisione dell'opposizione, la strategia riorientò il
suo approccio principale verso le comunità a basso reddito, i settori chavisti,
la comunicazione e le necessità interne del paese. L'ambasciata degli USA a
Caracas aprì una serie di "consolati satellite" (American Corners) in cinque
stati del paese, riuscendo - senza l'autorizzazione del Ministero degli Esteri -
a tenere una presenza ufficiale in regioni importanti per gli interessi
energetici di Washington. Questi stati, Anzoitegui, Bolivar, Lara, Monagas, y
Nueva Esparta (Margarita), sono ricchi di petrolio, minerali ed altre risorse
naturali di cui gli Stati Uniti vogliono il controllo. Queste sedi statunitensi
trovano spazio in associazioni di avvocati e giunte municipali dell'opposizione,
e continuano a funzionare come centri di propaganda e cospirazione contro la
rivoluzione bolivariana.
La maggioranza dei programmi finanziati dalla
DAI si concentrano (se si giudica dai loro materiali) sul "dialogo politico, il
dibattito pubblico, la partecipazione civica e la formazione di leader
democratici". Tra le organizzazioni che partecipano e ricevono finanziamenti ci
sono Sumate, Primero Justicia, Un Nuevo Tiempo, la municipalità di Chacao,
Liderazgo y Vision, Los del Medio, Convive, Transparencia Internacional,
Instituto Prensa y Sociedad, Queremos Elegir, la Universidad Metropolitana, ed
altri gruppi generalmente legati ad ambienti dell'opposizione.
La Freedom House ha patrocinato eventi come "Le
minacce alla libertà di espressione del Secolo XXI", con la partecipazione di
Marcel Granier, presidente del canale televisivo
golpista RCTV, insieme a Karen Hughes, la sottosegretaria di stato per la
Diplomazia Pubblica e gli Affari Pubblici (l'ufficio di propaganda del
Dipartimento di Stato che supervisione Voz de America e altri mezzi di
propaganda di Washington) e la congressista Ileana Ros-Lehtinen (repubblicana
della Florida).
A marzo del 2004 l'USAID aprì un altro ufficio per le iniziative di transizione (OTI) in Bolivia, per fornire un supposto aiuto "a ridurre le tensioni in zone di conflitto sociale e appoggiare il paese con la preparazione di eventi elettorali".
In questo caso USAID pose sotto contratto la società statunitense Casals And Associates, Inc. (C&A) per gestire i più di 13,3 milioni di dollari che già erano stati concessi a 379 organizzazioni, partiti politici e progetti in Bolivia.
La C&A gioca in Bolivia lo stesso ruolo della
DAI in Venezuela, e come la DAI, la C&A è una compagnia con grandi contratti con
il Dipartimento di Difesa, l'Esercito statunitense, il Dipartimento
dell'energia, Broadcasting Board of Governance, la Voz de América, l'Oficina
para Transmisiones (dI propaganda) a Cuba, il Departamento de Seguridad
Interior, el Departamento de Estado, e molti altri. Fino a oggi la C&A ha
lavorato eseguendo programmi di ingerenza per conto di diverse agenzie di
Washington in più di 40 paesi del mondo, compreso Albania, Armenia, Bolivia,
Colombia, Repubblica Dominicana, El Salvador, Guatemala, Madagascar, Malawi,
Messico, Nicaragua, Panama e Paraguay.
La maggioranza dei 13,3 milioni di dollari sono
stati dati a organizzazioni e programmi che lavorano a "rafforzare i governi
regionali", con l'intenzione di indebolire il governo nazionale di Evo Morales;
"creare rapporti tra gruppi indigeni e strutture democratiche"; "offrire
opportunità e sviluppo comunitario"; "educazione civica per leader emergenti"; e
"diffusione dell'informazione". I nobili temi di questi programmi indicano che
Washington sta cercando di minare il potere nazionale di Evo Morales in Bolivia,
penetrare e infiltrare le comunità indigene, che sono la maggioranza nel paese,
promuovere il modello capitalista, e influire sui mezzi di comunicazione;
promuovendo la propaganda filo-statunitense; filo-capitalista e anti-socialista.
Anche il National Endowment for Democracy (NED),
altro organo finanziario di Washington che promuove la sovversione e l'ingerenza
in più di 70 paesi del mondo, compreso il Venezuela, sta finanziando gruppi in
regioni come Santa Cruz,
che appoggiano il separatismo. L'attuale ambasciatore statunitense in Bolivia,
Philip Goldberg, è un esperto sul tema del separatismo, essendo stato capo della
missione statunitense nell'ex-Yugoslavia che fu divisa in due paesi, Bosnia e
Serbia, con l'"aiuto" USA.
Il Presidente Chavez ha proposto nella sua riforma costituzionale un cambio all'articolo 67 che include una proibizione del finanziamento a gruppi con fini politici e a campagne politiche per conto di entità pubbliche o private straniere.
E' essenziale definire come verrà trattato il
concetto di "fini politici", perché in molti casi le ONG e gruppi che lavorano
per i diritti umani cercheranno di evitare di essere classificati come
organizzazioni con motivi "politici". Ma nessuno può negare che i diritti umani
sono un tema fondamentalmente politico, ed è il terreno sul quale oggi più si
nasconde la sovversione di Washington, che usa le ONG come copertura.
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