Sebbene
il governo di Cuba accetta che i Cinque erano suoi agenti, per vigilare le
attività contro l'isola dei gruppi estremisti dell'esilio cubano negli Stati
Uniti, nega categoricamente che si stesse realizzando dello spionaggio in questa
nazione. Nove anni dopo la loro detenzione, questi antiterroristi cubani
continuano in carcere, senza che esista una sola ragione che contenga un
pericolo per la società per processarli, aggrega l'avvocato dei famigliari di
Gerardo Hernandez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez e René
Gonzalez. La loro detenzione si è prodotta il 12 settembre 1998 ed il loro
giudizio è stato inquinato con la manipolazione dei testimoni, la pressione
della mafia cubana americana di Miami ed un montaggio esagerato per far sembrare
i Cinque, dichiarati eroi dal governo cubano, come dei delinquenti.
Nuris Piñero Sierra, che è inoltre la direttrice Generale dei Servizi
Specializzati dei Buffet Collettivi di Cuba, denuncia anche le multiple torture
fisiche e psicologiche a cui sono stati sottomessi da parte delle autorità
nordamericane per tutto questo tempo, sia i detenuti che i loro famigliari.
- Quale è la situazione giuridica dei Cinque cubani
incarcerati negli Stati Uniti?
Si sono celebrate già tre udienze di appello ed è possibile che si svolgerà
anche una quarta, perché nell'ultima che ha avuto luogo il 20 agosto 2007 su
sollecito della difesa, il giudice ha chiesto alla Procura che presentasse tutte
le prove che erano state negate ai Cinque cubani ed ai loro avvocati, limitando
in questo modo il diritto alla difesa.
- Gli Stati Uniti li accusano di essere spie al servizio
del governo Cuba. Quale è la sua opinione?
Questo è assolutamente falso, loro non hanno mai agito come spie né loro sono
mai stati delle spie. Lo spionaggio negli Stati Uniti esige che ci siano una
Stato vittima ed un Stato favorito, che l'informazione che si ottenga sia
considerata di sicurezza nazionale e che sia protetta, che ci sia
un'intenzionalità per la persona che l'ottiene: nessuno dei Cinque è stato
accusato di spionaggio. Tre furono accusati di cospirazione per commettere
spionaggio, ma non è mai stato provato. E gli altri due sono accusati di cose
minori, cioè di essere agenti stranieri non dichiarati, ma in verità per esserlo
si deve stare al servizio di un paese e mettere in una situazione di danno un
altro Stato, e questo non lo hanno mai fatto.
- Allora, di che accuse sono imputati?
Loro sono accusati solo di cospirazione per commettere delitti contro gli Stati
Uniti per ottenere informazioni delle organizzazioni di estrema destra della
comunità cubana-americana con sede a Miami, che sono completamente pubbliche e
che si pubblicano nei mezzi di stampa. La Procura dice che benché abbiano
ottenuto delle informazioni pubbliche, evidentemente volevano arrivare ad
ottenere delle informazioni confidenziali di sicurezza nazionale, ma questo non
è stato provato. Nel giudizio che durò sette mesi dichiararono importanti
esperti e personalità nordamericane come l'ex direttore della CIA, il generale
Clapper, che disse che nemmeno un solo documento esistente nelle prove
costituiva un documento di sicurezza nazionale e molto meno un pericolo per gli
Stati Uniti.
-
Ma questo non è un caso più politico che giuridico?
Chiaramente, questo è un caso eminentemente politico che hanno tentato di
mascherare con un tema giuridico. Per quale ragione? Perché negli Stati Uniti
qualunque persona che sia fermata può decidere di non andare a giudizio e
dichiararsi colpevole, allora non si discute nessuna prova, ma si incominciano
ad alleggerire le condanne. Ai Cinque sono state fatte proposte affinché si
dichiarassero colpevoli e non andassero a giudizio per considerarsi innocenti, e
per non aver realizzato nessuna azione od omissione socialmente pericolosa che
fosse caratteristica di una figura criminale. Tuttavia, loro andarono a
giudizio.
- A quanti anni furono condannati?
Gerardo Hernandez è stato condannato a due ergastoli più quindici anni; Ramon
Labañino ad una condanna perpetua e diciotto anni; Antonio Guerrero ad un
ergastolo e dieci anni; Fernando Gonzalez a 19 anni; e René Gonzalez a 15 anni.
René è cittadino nordamericano e ha già diritto di godere di libertà vigilata,
ma non gliela concedono allegando il fatto che ha un carattere violento e per
questa ragione deve stare in prigione, mentre tutte le sue valutazioni
carcerarie hanno dato risultati soddisfacenti ed è una persona con prestigio e
buona reputazione dove è recluso.
- Quale è il suo ruolo nel processo giudiziario, tenendo
in conto che lei non ha un visto per entrare in territorio nordamericano?
Io sono stata contattata dagli avvocati nordamericani che assistono penalmente i
Cinque affinché collaborassi con loro nell'ottenimento delle prove che
dimostrano la necessità di Cuba di difendersi dalle organizzazioni terroriste
che finanziano ed appoggiano le azioni criminali contro il nostro paese. In un
momento determinato del lavoro si decise che visitassi gli Stati Uniti per
continuare la realizzazione delle nostre azioni, ma le autorità nordamericane mi
negarono il visto nonostante conoscessero che sono un avvocato coinvolto
legalmente nel caso, che lavoro con temi di cittadini statunitensi sia penali,
sia civili che migratori.
- Fino a dove volete arrivare, sia il governo cubano sia
voi, gli avvocati, in questo caso?
Il popolo cubano ed il mondo intero quando vengono messi al corrente di questo
caso e capiscono l'ingiustizia, l’arbitrio e l’illegalità di questa detenzione
non possono fermare la lotta fino ad ottenere l'immediata libertà dei Cinque. Io
sono ottimista, penso che potremo andare avanti, perché quando il diritto e la
giustizia entrano in conflitto credo che l'unica strada sia la lotta.
- Dal momento che conosciamo la posizione degli Stati
Uniti di fronte a Cuba, perché lei si sente ottimista?
Perché le condanne sono illegali e sproporzionate. Inoltre, la verità deve
prevalere sulla bugia e l'inganno; e già il popolo nordamericano comincia a
conoscere questo caso. Il Gruppo di relatori delle detenzioni arbitrarie delle
Nazioni Unite si è pronunciato considerando illegale questa detenzione, ed
ugualmente l'ha fatto in questo senso Amnesty International. Il 9 agosto 2005 il
tribunale d’appello si pronunciò
per un nuovo giudizio. Le corporazioni internazionali di avvocati quando
conoscono questo tema si sommano alla campagna per abbattere il muro di silenzio
e perché si apra il cammino alla verità. Inoltre, questa è una causa nobile ed è
per questo motivo che sono ottimista.
*l’autore è un avvocato e giornalista colombiano-traduzione di Ida Garberi
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