21 gennaio '08 - Fernando Arellano Ortiz* www.granma.cu (PL)

 

 

La condanna dei Cinque cubani negli USA è

 

un caso politico coperto da sotterfugi legali

 

 

 

 

 

Sebbene il governo di Cuba accetta che i Cinque erano suoi agenti, per vigilare le attività contro l'isola dei gruppi estremisti dell'esilio cubano negli Stati Uniti, nega categoricamente che si stesse realizzando dello spionaggio in questa nazione. Nove anni dopo la loro detenzione, questi antiterroristi cubani continuano in carcere, senza che esista una sola ragione che contenga un pericolo per la società per processarli, aggrega l'avvocato dei famigliari di Gerardo Hernandez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez e René Gonzalez. La loro detenzione si è prodotta il 12 settembre 1998 ed il loro giudizio è stato inquinato con la manipolazione dei testimoni, la pressione della mafia cubana americana di Miami ed un montaggio esagerato per far sembrare i Cinque, dichiarati eroi dal governo cubano, come dei delinquenti.

Nuris Piñero Sierra, che è inoltre la direttrice Generale dei Servizi Specializzati dei Buffet Collettivi di Cuba, denuncia anche le multiple torture fisiche e psicologiche a cui sono stati sottomessi da parte delle autorità nordamericane per tutto questo tempo, sia i detenuti che i loro famigliari.

- Quale è la situazione giuridica dei Cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti?

Si sono celebrate già tre udienze di appello ed è possibile che si svolgerà anche una quarta, perché nell'ultima che ha avuto luogo il 20 agosto 2007 su sollecito della difesa, il giudice ha chiesto alla Procura che presentasse tutte le prove che erano state negate ai Cinque cubani ed ai loro avvocati, limitando in questo modo il diritto alla difesa.

- Gli Stati Uniti li accusano di essere spie al servizio del governo Cuba. Quale è la sua opinione?

Questo è assolutamente falso, loro non hanno mai agito come spie né loro sono mai stati delle spie. Lo spionaggio negli Stati Uniti esige che ci siano una Stato vittima ed un Stato favorito, che l'informazione che si ottenga sia considerata di sicurezza nazionale e che sia protetta, che ci sia un'intenzionalità per la persona che l'ottiene: nessuno dei Cinque è stato accusato di spionaggio. Tre furono accusati di cospirazione per commettere spionaggio, ma non è mai stato provato. E gli altri due sono accusati di cose minori, cioè di essere agenti stranieri non dichiarati, ma in verità per esserlo si deve stare al servizio di un paese e mettere in una situazione di danno un altro Stato, e questo non lo hanno mai fatto.

- Allora, di che accuse sono imputati?

Loro sono accusati solo di cospirazione per commettere delitti contro gli Stati Uniti per ottenere informazioni delle organizzazioni di estrema destra della comunità cubana-americana con sede a Miami, che sono completamente pubbliche e che si pubblicano nei mezzi di stampa. La Procura dice che benché abbiano ottenuto delle informazioni pubbliche, evidentemente volevano arrivare ad ottenere delle informazioni confidenziali di sicurezza nazionale, ma questo non è stato provato. Nel giudizio che durò sette mesi dichiararono importanti esperti e personalità nordamericane come l'ex direttore della CIA, il generale Clapper, che disse che nemmeno un solo documento esistente nelle prove costituiva un documento di sicurezza nazionale e molto meno un pericolo per gli Stati Uniti.

- Ma questo non è un caso più politico che giuridico?

Chiaramente, questo è un caso eminentemente politico che hanno tentato di mascherare con un tema giuridico. Per quale ragione? Perché negli Stati Uniti qualunque persona che sia fermata può decidere di non andare a giudizio e dichiararsi colpevole, allora non si discute nessuna prova, ma si incominciano ad alleggerire le condanne. Ai Cinque sono state fatte proposte affinché si dichiarassero colpevoli e non andassero a giudizio per considerarsi innocenti, e per non aver realizzato nessuna azione od omissione socialmente pericolosa che fosse caratteristica di una figura criminale. Tuttavia, loro andarono a giudizio.

- A quanti anni furono condannati?

Gerardo Hernandez è stato condannato a due ergastoli più quindici anni; Ramon Labañino ad una condanna perpetua e diciotto anni; Antonio Guerrero ad un ergastolo e dieci anni; Fernando Gonzalez a 19 anni; e René Gonzalez a 15 anni. René è cittadino nordamericano e ha già diritto di godere di libertà vigilata, ma non gliela concedono allegando il fatto che ha un carattere violento e per questa ragione deve stare in prigione, mentre tutte le sue valutazioni carcerarie hanno dato risultati soddisfacenti ed è una persona con prestigio e buona reputazione dove è recluso.

- Quale è il suo ruolo nel processo giudiziario, tenendo in conto che lei non ha un visto per entrare in territorio nordamericano?

Io sono stata contattata dagli avvocati nordamericani che assistono penalmente i Cinque affinché collaborassi con loro nell'ottenimento delle prove che dimostrano la necessità di Cuba di difendersi dalle organizzazioni terroriste che finanziano ed appoggiano le azioni criminali contro il nostro paese. In un momento determinato del lavoro si decise che visitassi gli Stati Uniti per continuare la realizzazione delle nostre azioni, ma le autorità nordamericane mi negarono il visto nonostante conoscessero che sono un avvocato coinvolto legalmente nel caso, che lavoro con temi di cittadini statunitensi sia penali, sia civili che migratori.

- Fino a dove volete arrivare, sia il governo cubano sia voi, gli avvocati, in questo caso?

Il popolo cubano ed il mondo intero quando vengono messi al corrente di questo caso e capiscono l'ingiustizia, l’arbitrio e l’illegalità di questa detenzione non possono fermare la lotta fino ad ottenere l'immediata libertà dei Cinque. Io sono ottimista, penso che potremo andare avanti, perché quando il diritto e la giustizia entrano in conflitto credo che l'unica strada sia la lotta.

- Dal momento che conosciamo la posizione degli Stati Uniti di fronte a Cuba, perché lei si sente ottimista?

Perché le condanne sono illegali e sproporzionate. Inoltre, la verità deve prevalere sulla bugia e l'inganno; e già il popolo nordamericano comincia a conoscere questo caso. Il Gruppo di relatori delle detenzioni arbitrarie delle Nazioni Unite si è pronunciato considerando illegale questa detenzione, ed ugualmente l'ha fatto in questo senso Amnesty International. Il 9 agosto 2005 il tribunale d’appello si pronunciò per un nuovo giudizio. Le corporazioni internazionali di avvocati quando conoscono questo tema si sommano alla campagna per abbattere il muro di silenzio e perché si apra il cammino alla verità. Inoltre, questa è una causa nobile ed è per questo motivo che sono ottimista.

 

*l’autore è un avvocato e giornalista colombiano-traduzione di Ida Garberi