Il
modo migliore per capirlo sarebbe ordinare cronologicamente gli avvenimenti più
importanti del processo di appello dal suo principio, con qualche commento
addizionale a mo' di spiegazione. Quando cominciò il processo di appello?
Il primo passo del processo di appello si è prodotto durante il mese di dicembre
del 2001. I Cinque furono condannati dalla giudice federale Joan A. Lenard, che
aveva celebrato il giudizio, nella Corte Federale del Distretto Meridionale
della Florida, nella città di Miami.
Le Regole dell’Appello stabiliscono che per dare inizio ad un processo di
appello contro la sentenza dettata da un giudice federale di distretto si deve
presentare, davanti alla stessa corte dove ebbe luogo il giudizio, una
Notificazione di Appello. Il termine per presentare questa notificazione è di
dieci giorni posteriori alla data in cui fu dettata la sentenza e non è
necessaria un'argomentazione di ragioni, è sufficiente la chiara manifestazione
di dissenso del condannato. 5 anni e 7 mesi fa cominciò il processo di appello
contro le sentenze imposte ai Cinque.
Che corte deve risolverlo?
Secondo l'ordinamento dell'amministrazione di giustizia negli Stati Uniti
corrisponde alle corti di circuito rivedere i processi celebrati nelle corti di
distretto, di tale forma la corte di appello dell'Undicesimo Circuito di
Atlanta, per la divisione geografica del sistema giudiziale, è l'addetta della
revisione dei temi inoltrati nella corte federale del distretto meridionale
della Florida avendo sotto la sua giurisdizione di appello i processi inoltrati
nelle corti federali degli stati della Georgia, Alabama e Florida.
Una volta ricevuta la documentazione nella corte di appello di Atlanta fu
costituito il pannello di tre giudici integrato dal signore Stanley Francis
Birch, Jr., designato giudice federale dal presidente George Busch nell'anno
1990, che esercita come giudice dell'Undicesimo Circuito, la giudice Phyllis A.
Kravitch, istituita giudice federale nel 1979 dal presidente Carter ed anche
giudice dell'Undicesimo Circuito. Completò il pannello il giudice James L. Oakes,
invitato a questo caso benché eserciti come giudice nel Secondo Circuito di
appello. È pratica frequente l'invito a giudici sperimentati di altri circuiti
per integrare pannelli nell'undicesimo, questo è il caso del Sig. Oakes.
Questi tre furono i giudici federali di appello designati per rivedere le
allegate violazioni della legge nel processo eseguito nella corte di Miami nella
sala della giudice federale del Distretto Meridionale della Florida Joan A.
Lenard.
Ragioni per appellare
Una volta costituito, il pannello stabilì dei periodi di tempo affinché la
difesa presentasse i suoi documenti di appello ed il governo potesse
rispondere.
In questo momento ebbe luogo una delle tante manovre del governo nordamericano
per mettere degli ostacoli alla difesa dei Cinque. Senza nessuna
giustificazione, col pretesto dell'illegale invasione in Iraq, gli accusati, che
si trovavano in carceri diverse e lontane tra loro, sono stati portati in celle
di confino solitarie allegando una volta in più la solita ragione della
protezione della sicurezza nazionale, come se fosse possibile che dalle prigioni
e dopo cinque anni di arresto gli accusati potessero cooperare con le forze
della resistenza irachena. Sotto una disposizione speciale relazionata con la
difesa furono portati a celle di punizione in confino solitario ognuno nella sua
prigione annunciando loro che questa misura si stabiliva indefinitamente per il
periodo di un anno, prorogabile in anni successivi. Era proibita loro la
comunicazione coi loro avvocati, coi loro parenti e coi funzionari consolari di
Cuba negli Stati Uniti. La misura fu presa nel preciso momento in cui gli
avvocati stavano profilando i loro documenti e scambiando dei criteri con loro
assistiti. L'immediata reazione della solidarietà dentro e fuori degli Stati
Uniti ha ottenuto che questa situazione si estendesse solamente per il periodo
di un mese.
Il pannello ebbe allora conoscimento dei motivi legali dell'appello, basati
sulle violazioni della legge commesse dal governo e dalla corte durante la
celebrazione del giudizio a Miami. Ognuno degli argomenti meriterebbe un'estesa
analisi, ma in onore dello spazio si riassumono nella seguente forma.
1) errore della giudice celebrando il giudizio con una giuria selezionata nella
comunità di Miami, in violazione del Sesto Emendamento della Costituzione degli
Stati Uniti. L'emendamento stabilisce che ogni accusato ha il diritto ad essere
giudicato da una giuria imparziale. L'imparzialità si definisce come l'assenza
di pregiudizi dei possibili membri della giuria verso l'accusato, con l'elemento
addizionale, che non esista sulla giuria nessuna influenza esterna. Dall'inizio
del processo gli avvocati sollecitarono di cambiare la sede del giudizio e
selezionare una giuria in una città vicina però diversa da Miami, in quanto a
delle forti opinioni avverse sui temi relazionati con Cuba, si univa una stampa
eccessivamente violenta contro i Cinque, che poteva colpire l'imparzialità per
la sua influenza sui membri della giuria. Nonostante l'evidenza presentata in
appoggio a questo sollecito, la giudice respinse la petizione degli avvocati
della difesa.
2) condotta riprovevole dei rappresentanti del governo – leggesi pubblici
ministeri - durante la presentazione del caso davanti alla giuria poiché hanno
diretto fondamentalmente la loro attuazione per infiammare i sentimenti politici
della giuria e ravvivare i pregiudizi della comunità contro gli accusati,
facendo commenti indebiti e rappresentando scorrettamente ed in maniera
intenzionale i fatti e le evidenze presentate nel processo, indicando ai membri
della giuria che era il loro dovere patriottico condannare gli accusati
indipendentemente da quello che dimostrava l'evidenza e delle condanne che si
sarebbero dettate.
3) insufficienza di evidenze per dichiarare colpevole del delitto di
cospirazione per commettere assassinio in primo grado all'accusato Gerardo
Hernandez Nordelo. Questa accusa si riferisce con la caduta di due aerei da
turismo dell’organizzazione “Hermanos al Rescate” dopo ripetute violazioni dello
spazio aereo di Cuba dal 1994 fino a febbraio del 1996, interferendo le
comunicazioni delle torri di controllo aereo con l'aviazione commerciale che
entrava ed usciva da Cuba nei momenti di atterraggio e decollo delle aeronavi.
Inoltre, durante i loro voli ad una altezza molto bassa su luoghi del centro
della capitale cubana lanciavano oggetti nell'aria in violazione delle norme di
aviazione. Dopo avere annunciato, il capo dell'organizzazione, che avrebbe
ripetuto la sua azione illegale il giorno 24 febbraio 1996, il governo cubano
dichiarò pubblicamente la sua decisione di mettere fine a questi atti illegali
nel suo spazio aereo. Il governo degli Stati Uniti ha ricevuto mediante una nota
diplomatica la notificazione della decisione del governo di Cuba e non ostacolò,
come era il suo dovere che dal suo territorio decollassero tre aeroplani con
propositi illegali conosciuti. Il governo di Cuba ha esercitato la sua sovranità
sul suo territorio abbattendo i due aeroplani che penetrarono nel suo
territorio. Quello pilotato dal signor José Basulto non fu abbattuto perché si
mantenne sul limite delle acque internazionali e quelle cubane prendendo
immediatamente rotta nord dopo che furono abbattuti gli altri due aeroplani.
Sebbene è certo che dentro i compiti di Gerardo Hernandez ci fosse quello di
vigilare le azioni di questo gruppo terroristico, l'evidenza dimostrò
chiaramente che non ha nessuna relazione con la decisione del governo di Cuba e
molto meno cospirò con quest’ultimo per uccidere delle persone in acque
internazionali, come richiede l’accusa. Gli stessi rappresentanti del governo
riconobbero, in una mozione di emergenza diretta alla corte di Atlanta col
proposito di modificare le istruzioni della giudice alla giuria sugli elementi
del delitto, d’accordo alla legge ed ai precedenti giudiziali, esprimendo nel
loro documento.. Che si imponeva un ostacolo insuperabile, che può portare
nell'assoluzione dell'accusato alla luce dell'evidenza presentata.
Relazionato con questa accusa, si sta ricorrendo anche alla mancanza di
giurisdizione della corte per giudicare questo fatto alla luce della Legge di
Immunità di Sovranità Straniera, che non permette di giudicare in questo paese
l'azione del governo di un stato sovrano, come è il caso dell’abbattimento degli
aerei da turismo da parte della forza aerea cubana, in esercizio di un atto di
sovranità in difesa del suo spazio aereo, come dimostra l'evidenza.
4) insufficienza di evidenza per sanzionare gli accusati Gerardo Hernandez,
Ramon Labañino ed Antonio Guerrero come autori del delitto di cospirare per
trasmettere a Cuba informazione relazionata con la difesa nazionale degli Stati
Uniti. Le dichiarazioni dei testimoni presentate nel giudizio dalla procura e
dalla difesa, coincidono sul fatto che non esiste da parte di Cuba nessun
sollecito di ricerca di informazioni sulla difesa nazionale, non c'è nessuna
azione di qualcuno degli accusati che li porti ad una posizione dove possano
ottenerla e non hanno ottenuto nessuna informazione che fosse classificata.
Secondo le attestazioni di specialisti in intelligenza tutta le informazioni
ottenute e sollecitate sono di carattere pubblico e per questo non rappresentano
un delitto di cospirazione per commettere spionaggio.
Le istruzioni impartite dalla giudice Lenard alla giuria espongono che per
commettere questo delitto devono esserci i seguenti elementi:
a. L'informazione in questione deve essere relazionata con la difesa nazionale.
b. L’informazione di difesa nazionale è quella su cui il governo fa degli sforzi
speciali per proteggerla dalla scoperta pubblica.
c. Che l'accusato agì con l'intenzione o con ragione per credere che
l'informazione potrebbe danneggiare gli Stati Uniti o dare vantaggio ad un'altra
nazione sugli Stati Uniti.
d. Il governo deve provare che aveva protetto in modo speciale l'informazione di
cui si tratta.
e. Se l'informazione è stata resa pubblica e si trova in fonti legalmente
disponibili al pubblico in generale non può essere relazionata con la difesa
nazionale.
f. Quando le fonti di informazione sono legalmente disponibili al pubblico e gli
Stati Uniti non hanno fatto degli sforzi per proteggere l'informazione in
questione, certamente non ci stiamo riferendo alla difesa nazionale.
Nonostante tutto ciò, la giuria li dichiarò colpevoli ignorando il peso
dell'evidenza e le disposizioni della legge.
5) applicazione illegale al caso di una legislazione speciale per processi che
contengano informazione di sicurezza nazionale. A sollecito del governo fu
approvata per la corte dal principio del processo. Si riferisce alla Legge di
Procedimento di Informazione Classificata conosciuta come CIPA per le sue sigle
in inglese, (Classified Information Procedures Act). Mise nel potere del governo
tutta l'evidenza limitando l'accesso degli avvocati alla stessa durante la fase
di preparazione del giudizio. Proibì agli avvocati, mediante un ordine
protettivo della corte, di scambiare dei criteri sulle evidenze, dal momento che
ogni avvocato ne aveva accesso solo se autorizzato dal governo. Gli avvocati per
partecipare al giudizio necessitavano questo visto positivo del governo. Ramon
Labañino rimase senza avvocato per 8 mesi; Eric Cohen che era stato designato
dalla corte dal settembre del 1998 per la sua difesa, nel maggio del 1999 non
aveva ancora ricevuto l’autorizzazione dal governo per accedere alle prove, cosa
che provocò il suo sollecito di rinuncia al caso mediante una lettera datata il
20 di questo stesso mese. La sua rinuncia fu accettata dalla corte ed uscì dal
caso senza vedere una sola prova del processo. Mesi più tardi, in novembre, il
governo riconobbe che in tutta la documentazione del caso non esisteva una sola
evidenza sequestrata agli accusati che fosse relazionata con la sicurezza
nazionale. L'applicazione di questo procedimento fu una manovra del governo per
influire, sulla corte in primo luogo e davanti alla giuria dopo, nel senso che
si stava trattando un caso relazionato con attività di spionaggio.
6) indebito rifiuto da parte della corte, davanti al sollecito della difesa di
istruire la giuria sulla dottrina legale di giustificazione e necessità. Questo
si riferisce al fatto che gli avvocati difensori nel loro momento pretesero di
dimostrare davanti alla giuria che i Cinque erano negli Stati Uniti come
conseguenza delle azioni terroristiche commesse contro Cuba e le morti, le
lesioni ed i danni materiali che questi hanno causato, insieme alla mancanza di
azione delle autorità degli Stati Uniti per mettere fine a questi atteggiamenti
criminali, sotto i Verbali di Neutralità, disposizione legale di questo paese
che proibisce e sanziona quelli che pianifichino, organizzino o eseguano dal
territorio nordamericano certe azioni contro un altro paese che non è stato
dichiarato ufficialmente in stato di guerra. Questa dottrina implica che
l'accusato può presentare alla giuria le prove a suo carico che le dimostrino
l’allegata giustificazione o necessità del suo agire. La giudice negò dal
principio del processo la possibilità alla difesa per presentare le prove ed
alla fine non istruì la giuria affinché valutasse il caso alla luce di questa
dottrina di diritto.
7) errore nell'applicazione delle guide della sentenza. La giudice, nel momento
di dettare la sentenza, ignorò i modelli federali per l'imposizione di sentenza,
imponendo le condanne più alte senza essere legalmente autorizzata a ciò. Come
esempio, nella condanna per il delitto di cospirazione per commettere spionaggio
condannò a catena perpetua, che è la pena che corrisponde a chi ottiene
l'informazione relativa alla difesa nazionale, la trasmette al governo straniero
e causa un serio danno agli Stati Uniti. Impose queste condanne sproporzionate
malgrado l'evidenza accettata dalla corte e le dichiarazioni degli specialisti
espongano che non c'è, inclusa nel caso, nessuna informazione di difesa
nazionale.
8) ottenimento da parte del governo di evidenze prima dell'arresto, violando le
disposizioni della legge mediante perquisizioni illegali non autorizzate nei
domicili degli accusati. La giudice rifiutò le mozioni presentate dalla difesa
per sopprimere questa evidenza.
9) durante la selezione della giuria il governo utilizzò un modello razziale per
eliminare possibili membri della stessa per la sola condizione di essere negri.
La giudice rifiutò le mozioni della difesa per ostacolare che il governo
continuasse questa pratica illegale conosciuta come Violazione Batson, in
riferimento ad un precedente giudiziale stabilito in un processo anteriore.
Decisione del pannello
Dopo avere celebrato un’udienza di argomentazione orale il giorno 10 marzo
dell'anno 2004, dove le parti risposero alle domande dei giudici sui temi
principali dell'appello e questi, hanno controllato l'evidenza e la
documentazione del caso, il pannello dettò sentenza che fu pubblicata il giorno
9 agosto 2005. In questa decisione risposero solamente al primo degli elementi
presentati dalla difesa, quello relazionato con la sede o luogo dove si celebrò
il processo.
La sentenza esprime:
Che i forti pregiudizi della comunità di Miami contro Fidel Castro, il governo
di Cuba ed i suoi agenti, la pubblicità attorno al giudizio ed altri eventi
della comunità (il caso di Elian Gonzalez) si unirono in maniera tale che
crearono una situazione dove è impossibile per gli accusati ricevere un giudizio
giusto ed imparziale. Per tale motivo revocano le condanne ed inviano il caso ad
nuovo giudizio.
Secondo l'opinione dei giudici, il processo si celebrò sotto quello che loro
chiamarono, “un temporale perfetto”, conformato dai pregiudizi della comunità
contro gli accusati, la forte pubblicità prima e durante il giudizio e le
manipolazioni del governo ed alcuno dei suoi testimoni, con espressioni indebite
davanti alla giuria, col chiaro obiettivo di rianimare questi pregiudizi.
Riconoscono inoltre che gli avvocati presentarono sufficienti evidenze nei loro
solleciti, affinché il giudizio fosse spostato di sede per cui avrebbe dovuto
concedersi da parte della giudice il loro sollecito di trasferimento ad un’altra
sede.
In aggiunta allegano che prendendo in considerazione che revocano le condanne e
dispongono un nuovo giudizio, non risolveranno le altre questioni esposte
nell'appello.
In sintesi, di tutte le questioni esposte per la difesa dei Cinque, il pannello
di tre giudici decise solamente su quella relazionata con la sede del giudizio,
che era il principale sollecito, trattandosi di una violazione costituzionale.
Un appello eccezionale
D’accordo alle Regole Federali del Procedimento Criminale negli Stati Uniti, la
revisione della decisione del pannello di appello non è favorita ed in
conseguenza questo avrebbe dovuto essere accolto dalle parti, inviando
nuovamente l'espediente alla corte di Miami per celebrare un nuovo giudizio in
una sede dove non esistessero le condizioni di ostilità contro gli accusati che
sono presenti in questa città. Avrebbero dovuto rispettare l’ordine dei giudici.
Nonostante il fatto precedente, l'ufficio del Pubblico Ministero Generale degli
Stati Uniti ha diretto un sollecito di una nuova udienza eccezionale al plenum
dei giudici della corte di appello di Atlanta affinché fosse analizzata la
decisione del pannello. Il plenum è integrato da un totale di dodici giudici.
Compiendosi un anno esatto da essersi revocate le condanne, il 9 agosto 2006, il
plenum dei giudici della corte di appello di Atlanta, per decisione
maggioritaria di 10 contro 2, lasciò senza effetto la disposizione dei tre
giudici federali designati per giudicare l'appello e dispose che le decisioni
ritornassero a questi, affinché decidessero sulle questioni che non erano state
risolte il 9 agosto 2005.
Nonostante il dissenso degli accusati con questa decisione non è possibile
discuterla in questi momenti davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti perché
le regole processuali stabiliscono che finché rimangono questioni pendenti nella
corte di appello di circuito non si può portare il tema davanti alla Corte
Suprema.
Conclusione: Tutta la documentazione ritornò nelle mani di Birch, Kravitch ed
Oakes affinché dirimano le questioni pendenti nell'appello che sono in
definitiva, tutte quelle esposte nei documenti originali meno quella relazionata
col cambiamento di sede.
Conseguenza: Nuovi documenti della difesa e dei rappresentanti del governo
diretti al pannello, difendendo ognuno le sue posizioni e la segnalazione di una
nuova udienza di argomentazione orale per il passato 20 agosto 2007.
D'altra parte, il trascorrere del tempo determinò che andasse in pensione il
giudice Oakes ed al suo posto fu designato il giudice William H. Priore Jr.,
giudice attivo del circuito di appello di Atlanta, che completa il pannello.
Che cosa è successo il giorno 20?
Una vista di argomentazione orale, è più a beneficio dei giudici che dei
contendenti nel processo. Benché i rappresentanti legali degli accusati e del
governo pretendessero di esporre i loro punti di vista fondamentali, i giudici
decisero che gli aspetti di ogni tema desideravano trattarlo con l'obiettivo di
chiarire i loro dubbi e prendere posizioni come giudici dopo avere letto e
studiato le ragioni esposte dagli avvocati nei loro rispettivi documenti.
In questo senso, i giudici risolsero che gli elementi da discutere davanti a
loro quel giorno fossero, in primo luogo, quelli relazionati con la cattiva
condotta del governo durante il giudizio e posteriormente quelli relazionati con
la mancanza di evidenze per le condanne nelle accuse di cospirazione per
commettere assassinio e per commettere spionaggio. Allo stesso modo ordinarono
al governo di presentare alla corte in un termine di 15 giorni i documenti
classificati nelle disposizioni di CIPA ai quali la difesa non ebbe accesso dal
principio del processo.
Ogni parte aveva 30 minuti per presentare la sua situazione.
E’ stato un compito difficile per gli oratori. Di fronte a loro, un orologio
indicava il passare implacabile del tempo e cambiava colore. Verde al principio,
giallo vicino alla fine e rosso una volta terminato il tempo. I giudici
interrompevano gli avvocati in qualunque momento facendo qualunque domanda su
qualsiasi degli aspetti legali dell'appello o le evidenze del caso e la loro
interpretazione. In qualche occasione, facevano domande come se fossero dei
professori universitari con gli alunni, progressivamente usarono l'ironia in
qualche commento riflessivo come lanciato nell'aria ed anche, assumendo il ruolo
dell’avvocato del diavolo, sono stati incisivi con tutte e due le parti senza
che niente di questo significhi qualcosa di indicativo sulla decisione che
avrebbero preso dopo.
Un dettaglio significativo ed importante segnò questa vista di argomentazione
orale. Più di settanta osservatori internazionali e degli stessi Stati Uniti,
convocati dalla campagna di solidarietà coi Cinque, hanno assistito all'udienza
per ascoltare di prima mano gli argomenti di entrambe le parti. Rappresentanti
di organizzazioni internazionali di avvocati, deputati latini, esperti europei e
di altre latitudini e dirigenti di organizzazioni di solidarietà con gli
accusati sono stati testimoni della mancanza di risposte del pubblico ministero
presente degli Stati Uniti, Sig.ra. Caroline Heck Miller davanti alle domande
dei giudici riferite con la mancanza di evidenza nelle accuse principali che
furono imputate ai Cinque. Rimase chiaramente evidenziato per tutti che non
esistono evidenze che giustifichino un'accusa di cospirazione per assassinare e
che in tutta la documentazione del processo non esiste nessuna azione che
indichi l'intenzione di ottenere un'informazione relazionata con la difesa
nazionale degli Stati Uniti durante la permanenza degli accusati in quel paese.
Una volta finito l'esercizio intellettuale non hanno prodotto decisioni. È
questione di aspettare e la legge federale non stabilisce termini affinché i
giudici emettano la loro sentenza. Chiunque ha diritto di credere che sono già
troppi gli anni di degradante reclusione per fare giustizia. D'altra parte, due
membri di questo pannello (Birch e Kravitch) ci dimostrarono nella loro
anteriore sentenza che sono compromessi col Diritto, quando revocarono le
condanne notando la violazione costituzionale commessa contro i Cinque
celebrando il giudizio a Miami e posteriormente si opposero vigorosamente,
nonostante fossero in minoranza, all'ingiusta decisione maggioritaria del
plenum.
Ci dibattiamo tra due idee, una di resistenza e l’altra di speranza espresse da
due dei nostri fratelli nei loro allegati di difesa durante le udienze, dove le
furono imposte le crudeli condanne che stiamo appellando.
Una, di Renè,… “E mentre questi sordidi anni si stanno facendo già parte della
storia e dietro una montagna di argomenti, mozioni e tecnicismi, si va
seppellendo una storia di ricatti, abusi di potere ed il più assoluto disprezzo
a tanto ponderato sistema di giustizia, per pulirla e dargli una lucentezza che
non ebbe mai, noi continueremo a seguire questi valori di Washington, Jefferson
e Lincoln ed alla vocazione per la verità del popolo nordamericano con tutta la
pazienza, la fede ed il coraggio che può infonderci il crimine di essere degni”.
L'altra, di Gerardo…. “Confido che se non sarà qui, in qualche altro livello del
sistema, la ragione e la giustizia prevarranno al di sopra dei pregiudizi
politici ed i desideri di vendetta e si capirà che non abbiamo fatto nessun male
a questo paese che meriti una simile condanna. Ma se così non fosse, mi
permetterei di ripetere le parole di uno dei più grandi patrioti di questa
nazione, Nathan Hale, quando disse: “L’unica cosa che lamento è di non avere più
che una vita da immolare per la mia patria.”
Il giorno 20 agosto 2007, nuovamente e per la terza volta, gli
argomenti contundenti della difesa si difesero davanti ai giudici della corte di
appello dell'undicesimo circuito di Atlanta. Speriamo che si impongano i valori
a cui fa riferimento Renè e questo pannello di giudici decida, una volta per
tutte, di mettere fine al sacrificio di Cinque uomini utili e delle loro
preziose vite.
*l’autore è il fratello di uno degli accusati ed è uno
degli avvocati difensori
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