22 aprile '08 - J.G.Allard www.prensa-latina.it

 

 

 

Mentre Posada promuove il terrore,
 

I Cinque vivono l'inferno dei lockdown

 

 

 

 

 

Tutti gli esperti sul tema lo confermano: il sistema carcerario nordamericano è uno dei più repressivi al mondo, in esso abbondano le tecniche e gli strumenti per mantenere i reclusi in un permanente stato di subordinazione assoluta.


Il lockdown, di uso generalizzato in tutti gli stabilimenti di correzione, è

 

 

Washington nega la verità su Guantánamo

• Non divulga i dato sui morti nella prigione

 

L’Unione per le Libertà Civili negli Stati Uniti (ACLU, è la sigla in inglese) ha presentato una denuncia contro il Pentagono, esigendo che divulghi tutti i dati relazionai alle morti, ai tentativi d’omicidio e di suicidio dei detenuti nel carcere in funzione dal 2002, che ha sede nell’illegale base ubicata nel territorio occupato di Guantánamo, a est di Cuba.

L’agenzia EFE ha reso noto che il gruppo civico ha informato con un comunicato d’aver presentato la denuncia legale perchè il Dipartimento alla Difesa ha negato la divulgazione dei dati dopo una petizione formale che la ACLU aveva fatto precedentemente.

uno dei trattamenti più degradanti a cui sono stati sottoposti i Cinque antiterroristi cubani dallo stesso governo che, ad Abu Grahib e Guantánamo, ha mostrato al mondo il suo concetto dei diritti del carcerato.


Elizabeth Palmeiro, anch'essa vittima con le sue figlie di quanto sofferto da suo marito, Ramón Labañino, detenuto nella prigione di massima sicurezza di Beaumont, spiega ciò che è questa punizione applicata in maniera routinaria nel sistema penitenziario del paese che più lezioni pretende dare al mondo in materia di diritti umani.


"I chiamati lockdown è la punizione di massa più usata dalle autorità
carcerarie, almeno dove sta Ramón. Consistono in reclusioni prolungate dei carcerati nelle loro celle per un tempo indeterminato in cui non è permessa loro nessuna delle attività giornaliere che normalmente realizzano".


"Improvvisamente, per qualche incidente successo in qualche posto della prigione, è bruscamente tolto a tutti i carcerati, a volte migliaia, la quasi totalità delle loro attività giornaliere" .


"Quando c'é un problema di disciplina nella prigione che quasi sempre sono grandi scontri tra le differenti bande o qualche grave aggressione ad un carcerato o ad una guardia, la misura immediata è punire tutti i carcerati indipendentemente che non siano vincolati al fatto né che la situazione sia avvenuta in un'altra unità" - continua Elizabeth -. "Le prigioni sono suddivise in unità e se in una ci sono problemi, puniscono tutte le unità".


Regola assurda di un sistema selvaggio dove è comune l'uso degli "spray" urticanti, dove le guardie pattugliano con i fucili e dove si somministrano droghe "pacificatrici" ai numerosi reclusi con malattie psichiatriche. Le guardie del luogo non hanno obbligo alcuno di informare i carcerati, né i carcerati hanno il diritto di sapere perché li puniscono.


Improvvisamente si proibisce ogni attività di ricreazione e perfino d' igiene, come docciarsi. Si ostacolano tutte le comunicazioni con l'esterno: si limita la corrispondenza, non ci sono visite familiari, non possono realizzarsi chiamate telefoniche, la prigione si trasforma in un bunker al quale nessuno ha accesso che non sia il personale di guardia.

 


SIAMO STATI FINO A CINQUE SETTIMANE

SENZA SAPERE DI LUI"

 


Per pura crudeltà Ramón Labañino, condannato per atti di spionaggio che mai si sono commessi in un processo truccato realizzato in mezzo alla Miami mafiosa, è stato trasferito senza alcuna giustificazione, come altri dei suoi compagni, ad un centro di massima sicurezza pieno di reclusi condannati per crimini di estrema violenza.


"Da quando Ramón é arrivato all'USP Beaumont, in Texas, si sono dati decine di lockdowns. Questa è una prigione considerata tra le più violenta e pericolose del sistema. I carcerati che stanno lì, dicono, sono i più pericolosi tolti da altre prigioni dove hanno commesso gravi mancanze. Lì li concentrano come previa punizione prima di passarli alla Maxi-max di Florence che è il peggiore in condizioni di punizione permanente", precisa Elizabeth.


Elizabeth e le sue figlie Ailí, Laura e Lizbeth vivono innumerabili giorni di angoscia anch'esse vittime di queste violazioni collettive dei diritti del carcerato.


"Durante queste punizioni, che Ramón ha sofferto senza sapere neppure che cosa successo né dove successo, siamo stati fino a cinque settimane senza sapere di lui, senza lettere né chiamate" ricorda Elizabeth.


"Quando finalmente Ramón ha potuto comunicare con noi, c'enumera ogni dettaglio dei lunghi giorni di sequestro nella sua ridotta cella. Senza tono di lamento, mi racconta che il cibo è consistito in piccole razioni di "snack" freddi e minidosi di succhi o qualche liquido per fare colazione", dice Elizabeth. "Soffre la fame in queste reclusioni".


I carcerati sono rinchiusi il tempo che le autorità hanno bisogno per chiarire la situazione che si presentò e portare i colpevoli, quando si scoprono, nel Buco - le celle di punizione che sono anche caratteristiche del sistema punitivo nordamericano -.


"Questo è molto paradossale perché la prigione è piena di videocamere che controllano tutti i movimenti dei detenuti e ci sono sette torri di controllo, tutte altissime, dove visivamente si domina tutto il perimetro, ma così stanno le cose. Li rinchiudono tutti benché abbiano ben localizzato il problema in un'area, puniscono tutti".


La reazione dei carcerati è violenta. "Quelli che non hanno fatto niente protestano per essere puniti ingiustamente, altri protestano per colpa di quelli che provocarono il problema e così, come un circolo vizioso, una reclusione può fomentare la realizzazione di altre poco tempo dopo essere usciti dalla precedente".


Così è successo che Ramón uscendo da un lockdown di due settimane, opo dieci giorni è tornato ad entrare in un altro per due settimane. E così via.

 
"Questa misura la implementa la direzione della prigione e quando la toglie, non è in forma completa ed immediata, bensì in maniera progressiva. Prima il diritto ad uscire per una o due ore al giorno per ldocciarsi; poi si unisce l'accesso alla corrispondenza ed al telefono con chiamate di cinque minuti; quindi continuano ad ampliare, a poco a poco, il tempo di star fuori dalla cella. Finalmente, dopo 10 giorni circa, si può fare visite familiari, l'ultimo privilegio che si ristabilisce… Ciò avviene se prima non succede un altro problema e ritornano alla posizione zero di totale reclusione per una o due settimane più".


Per le famiglie, come nel caso dei Cinque che sono a migliaia di chilometri del posto di incarceramento, l'effetto è tragico.


"Nel caso di Ramón, le ultime due visite furono colpite da queste chiusure della prigione: la mia con le mie figlie minori nel maggio 2006 e dopo quella di sua figlia maggiore nel febbraio 2008. Quest'ultima era la prima che Ramon avrebbe ricevuto in un anno e mezzo! Ma avvenne un lockdonw proprio quando arrivò ed Ailí stava aspettando i quattro fine settimana che coprono i 30 giorni di visto che ci danno senza potere fare una sola visita: avvenne allora la chiusura più prolungata che io ricordi, di cinque settimane. Fu angoscioso per tutti, ma specialmente per Ramón che da quasi due anni non riceve visite familiari".

 


DIECI ANNI DI RICATTO

E BRUTTI TRATTAMENTI

 


Dallo stesso giorno della sua detenzione, il 12 settembre 1998, quando

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* In difesa dei Cinque si sono costituiti nel mondo più di 300 Comitati in 100 paesi.

 

* Il Gruppo di Lavoro di Detenzione Arbitraria della Commissione dei Diritti umani delle Nazioni Unite dichiarò il 27 maggio 2005 che l'arresto dei Cinque cubani fu arbitrario ed esigette che Bush che "risolvesse la situazione."

 

* Nove Premi Nobel hanno esatto agli USA l'immediata libertà dei Cinque

 

* Più di 6000 personalità di tutto il mondo hanno inviato una lettera aperta al Pubblico Ministero Generale degli USA esigendo la sua libertà.

 l'Agente Speciale dell'FBI Héctor Pesquera corse ad informare dell'arresto di "spie" i congressisti cubano-americano Ileana Ros-Lehtinen e Lincoln Díaz-Balart, i Cinque furono sottoposti ad un'infernale serie di manovre di ricatto che violano tutte le norme penitenziarie e gli accordi internazionali contro la tortura ed i trattamenti crudeli, inumani e degradanti.


In questo primo periodo, l'FBI mantenne imprigionati, per 17 mesi, René González, Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Ramón Labañino e Fernando González in celle d'isolamento.


Ancora oggi sono - quasi dieci anni dopo - imprigionati, per pura crudeltà,

 in cinque prigioni distinte dell'immenso territorio nordamericano con contatti proibiti o molto ristretti, secondo il caso, coi loro parenti.


Nel frattempo, Luis Posada Carriles, il terrorista più pericoloso del
continente, non solo percorre in tutta libertà le strade di Miami, ma partecipa ad un vero tour di promozione del terrore in un'operazione pilotata dalla CIA mentre i Cinque cubani che si sono dedicati a monitorare le sue attività sono ancora sottoposti a brutti trattamenti e vessazioni dei quali il lockdowns costituisce solo uno degli esempi più visibili.