Evo appoggia l’espulsione dalla Bolivia dell’agenzia yankee
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Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha appoggiato la decisione dei coltivatori di coca del Chapare (Cochabamba, centro) di espellere l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), affermando che non "s’inginocchierà all’impero".
"Saluto la decisione del movimento contadino, dei sindaci di Cochabamba. Adesso sento, magari sia così, che il Chapare non sarà libero solo dall’analfabetismo, ma anche dall’imperialismo nordamericano", ha detto il presidente, come riporta l’agenzia EFE.
Durante una manifestazione di contadini ad Alcatarí, nella regione meridionale di Chiquisaca, dove ha consegnato ambulanze donate dalla Spagna, Evo ha denunciato nuovamente l’USAID e l’ambasciata statunitense in Bolivia per le azioni di destabilizzazione dirette contro il Governo.
Il ministro della Difesa del paese sudamericano, Walker San Miguel, ha espresso la sua condanna alla decisione delle massime autorità dei dipartimenti di Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija, oltre che di Cochabamba, di non sottoporsi al referendum revocatorio del mandato popolare e richiedere elezioni anticipate.
Il funzionario, come riportato dall’agenzia PL, ha denunciato che dietro l’agitazione dei prefetti della cosiddetta Mezza Luna si nascondono intenti golpisti.
Proporre elezioni generali anticipate è simile ad un colpo di Stato, un attentato alla democrazia, ha dichiarato San Miguel ai mezzi di comunicazione.
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