5 maggio '08 -  www.granma.cu (PL)

Il referendum secessionista

è stato un totale fallimento 

 

     

La Corte Elettorale di Santa Cruz riconosce lo storico astensionismo

 

7 maggio '08

 

TeleSUR - La Corte Provinciale Elettorale (CDE) di Santa Cruz (est, Bolivia) ha riconosciuto lo storico livello di astensioni alla consulta sullo statuto autonomo, sul 34% dei seggi scrutati, l’astensionismo è arrivano al 35% e non al 39% come avevano informato vari mezzi di comunicazione.

Il vice presidente della CDE di Santa Cruz, Ernesto Zambrana, ha reso noto, durante una conferenza stampa, che l’astensione è stata più alta nelle zone rurali"dove è del 35,82%".

Con i dati attuale, si sarebbe recato alle urne il 64,18% degli aventi diritto,  ma ha annunciato che la percentuale "si potrebbe ridurre con lo scrutinio delle urne che ancora mancano".

I dati parziali comunicati si basano su 1781 seggi scrutinati su 5252 presenti in tutta la provincia. Zambrana ha spiegato che, attualmente, sulle schede scrutinate 184654 voti hanno appoggiato il si, pari all’84,24%, mentre il no ha ottenuto 34.385 voti (15,66%).

Le schede bianche, invece, sommano a 1972 voti (1,31%) e le nulle a 5680 voti (2,5%).

Il vice presidente ha spiegato che gli scrutini continueranno fino a completare il 100% dei seggi, operazioni che potrebbero durare fino a venerdì.

Il presidente boliviano, Evo Morales, ha definito un totale fallimento il referendum secessionista e autonomista nel dipartimento di Santa Cruz, e che la Corte Suprema ha già stabilito che non lo riconoscerà, perché è stato un esercizio illegale.

 

Morales ha sottolineato che domenica 4 a Santa Cruz non c’è stata solo una consultazione, ma anche una forte resistenza con  concentrazioni di folla per l’unità nazionale in varie città, dove migliaia di persone si sono mobilitate in appoggio al Governo.

 

Durante una trasmissione televisiva diffusa in tutto il paese, Evo ha detto che il referendum promuoveva la divisione e che, nonostante le minacce e  le umiliazioni è nata una grande ribellione contro i gruppi che hanno sempre usato il popolo di Santa Cruz sulla base delle risorse economiche.

 

Evo Morales ha detto che tra il 39% degli astenuti, i no e i voti in bianco, si supera il 50%, anche se alcuni media attribuiscono la vittoria in una giornata marcata dalla violenza e da denunce di imbrogli e frodi, ha informato ANSA.

 

“Questa consultazione è fallita completamente: è illegale ed è anticostituzionale. Non si può dire di certo che ci sia un vincitore con più dell’80%”, ha ironizzato Evo alludendo a dichiarazioni degli oligarchi, ed ha chiamato tutti i prefetti, i governatori, perché si riuniscano immediatamente con i governi a favore di un’autentica autonomia che rispetti la Costituzione.

 

 

 

Frode, violenza ed astensionismo

nel referendum di Santa Cruz

 

 

 

(PL) Superata l’euforia degli organizzatori della consulta per l’autonomia di Santa Cruz, disconosciuta ufficialmente, resta oggi in Bolivia il sapore a brogli, atti violenti e un astensionismo ignorato dalle autorità elettorali.

 

Come spiega Gabriela Montaño, delegata del presidente Evo Morales nella provincia orientale, i redattori degli statuti che avvallano questo tipo di regime sono lontani dal rappresentare gli oltre due milioni di "cruceños".

 

Montaño ha spiegato all’agenzia PL che per la redazione delle norme non hanno invitato forze politiche come il Movimento al Socialismo (MAS), che ha vinto le elezioni del 2006, quando il popolo ha approvato la composizione dell’Assemblea Costituente.

 

Nello stesso modo ha commentato che gli autori intellettuali di questi statuti autonomi, un testo approvato in appena 48 ore all’interno del governo locale, che nemmeno sono stato eletto dalla popolazione locale.

 

Tutto ciò conferma – ha precisato – che le inchieste realizzate, incluso dagli stessi promotori delle autonomie, abbiano rilevato che appena il 10-12% dei votanti conosceva il contenuto di questi testi.

 

Il trionfo del "Si" alle autonomie, celebrato nella centrale Piazza 24 Settembre, si è dimenticato di contare l’astensionismo, le schede per il "No, le bianche e le nulle, che insieme superano il 50% dei possibili votanti.

 

D'altra parte, la consultazione di Santa Cruz ha occupato molto spazio nella stampa internazionale, più per i tumulti che per la trasparenza del suffragio.  


Questi scontri, osservano le relazioni preliminari della Polizia, hanno avuto il saldo di una persona deceduta e più di 20 feriti nelle zone povere come la comunità di Montero e il Plan Tres Mil.  


A dispetto di questo clima di incertezza, bisogna contare anche la distruzione di alcune urne, i fatti sono stati qualificati come isolati dalla Corte Dipartimentale e da dubbiosi ispettori.  


Il capo di Stato, Evo Morales, in un messaggio alla nazione il giorno precedente ha qualificato come un rotondo fallimento il referendum autonomista di Santa Cruz dovuto alle numerose irregolarità ed ai violenti scontri.  


Morales ha segnalato che il chiamato giorno di festa non ebbe successo come speravano alcune famiglie oligarchiche.  


Ha messo in allerta inoltre sulla scarsa affidabilità di questi risultati, affermando che se volessimo dire la verità, sono sicuro che è molto più del 50% di ripudio e non si può ingannare il popolo boliviano”.  


Morales ha esaltato le manifestazioni affollate e numerose a La Paz, Cochabamba, Oruro e Potosì, dove numerosi gruppi sociali hanno appoggiato il mantenimento dell'unità nazionale.  


“Sono state concentrazioni volontarie, spontanee, guidate da un sentimento per la nostra cara Patria”, rimarcò.  

 

 

APPELLO AL DIALOGO

 

Il Governo del presidente Evo Morales, ha ribadito l’appello al dialogo ai prefetti oppositori per sbloccare la crisi politica. Morales ha detto che aspetta una risposta per fissare una fata, dopo aver valutato i risultati del referendum autonomo di Santa Cruz, informa l’agenzia ANP.

 

"Siamo disposta a dialogare in maniera diretta o con mediatori. L’applicabilità dello statuto di Santa Cruz è nulla, il dialogo è quindi imperativo", ha affermato il portavoce presidenziale Ivan Canelas, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella città di Cochabamba.