Il referendum secessionista è stato un totale fallimento
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Il presidente boliviano, Evo Morales, ha definito un totale fallimento il referendum secessionista e autonomista nel dipartimento di Santa Cruz, e che la Corte Suprema ha già stabilito che non lo riconoscerà, perché è stato un esercizio illegale.
Morales ha sottolineato che domenica 4 a Santa Cruz non c’è stata solo una consultazione, ma anche una forte resistenza con concentrazioni di folla per l’unità nazionale in varie città, dove migliaia di persone si sono mobilitate in appoggio al Governo.
Durante una trasmissione televisiva diffusa in tutto il paese, Evo ha detto che il referendum promuoveva la divisione e che, nonostante le minacce e le umiliazioni è nata una grande ribellione contro i gruppi che hanno sempre usato il popolo di Santa Cruz sulla base delle risorse economiche.
Evo Morales ha detto che tra il 39% degli astenuti, i no e i voti in bianco, si supera il 50%, anche se alcuni media attribuiscono la vittoria in una giornata marcata dalla violenza e da denunce di imbrogli e frodi, ha informato ANSA.
“Questa consultazione è fallita completamente: è illegale ed è anticostituzionale. Non si può dire di certo che ci sia un vincitore con più dell’80%”, ha ironizzato Evo alludendo a dichiarazioni degli oligarchi, ed ha chiamato tutti i prefetti, i governatori, perché si riuniscano immediatamente con i governi a favore di un’autentica autonomia che rispetti la Costituzione.
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Frode, violenza ed astensionismo nel referendum di Santa Cruz
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(PL) Superata l’euforia degli organizzatori della consulta per l’autonomia di Santa Cruz, disconosciuta ufficialmente, resta oggi in Bolivia il sapore a brogli, atti violenti e un astensionismo ignorato dalle autorità elettorali.
Come spiega Gabriela Montaño, delegata del presidente Evo Morales nella provincia orientale, i redattori degli statuti che avvallano questo tipo di regime sono lontani dal rappresentare gli oltre due milioni di "cruceños".
Montaño ha spiegato all’agenzia PL che per la redazione delle norme non hanno invitato forze politiche come il Movimento al Socialismo (MAS), che ha vinto le elezioni del 2006, quando il popolo ha approvato la composizione dell’Assemblea Costituente.
Nello stesso modo ha commentato che gli autori intellettuali di questi statuti autonomi, un testo approvato in appena 48 ore all’interno del governo locale, che nemmeno sono stato eletto dalla popolazione locale.
Tutto ciò conferma – ha precisato – che le inchieste realizzate, incluso dagli stessi promotori delle autonomie, abbiano rilevato che appena il 10-12% dei votanti conosceva il contenuto di questi testi.
Il trionfo del "Si" alle autonomie, celebrato nella centrale Piazza 24 Settembre, si è dimenticato di contare l’astensionismo, le schede per il "No, le bianche e le nulle, che insieme superano il 50% dei possibili votanti.
D'altra parte, la consultazione di Santa Cruz ha occupato molto spazio nella stampa internazionale, più per i tumulti che per la trasparenza del suffragio.
APPELLO AL DIALOGO
Il Governo del presidente Evo Morales, ha ribadito l’appello al dialogo ai prefetti oppositori per sbloccare la crisi politica. Morales ha detto che aspetta una risposta per fissare una fata, dopo aver valutato i risultati del referendum autonomo di Santa Cruz, informa l’agenzia ANP.
"Siamo disposta a dialogare in maniera diretta o con mediatori. L’applicabilità dello statuto di Santa Cruz è nulla, il dialogo è quindi imperativo", ha affermato il portavoce presidenziale Ivan Canelas, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella città di Cochabamba.
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