12 maggio '08 -  www. granma.cu (PL)

 

Il referendum di revoca in

 

Bolivia per il 10 agosto

 

 

 

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha promulgato la legge sul referendum revocatorio degli incarichi del presidente e del vicepresidente della Repubblica e dei nove prefetti dipartimentali. 

 

Dopo aver letto la legge, Morales ha firmato il testo, grazie al quale la popolazione deciderà, con un voto diretto, la continuità delle principali autorità della nazione. 

 

In un breve discorso nel Palazzo Quemado, il capo del governo ha confermato d’aver promulgato la legge per rispettare la Costituzione politica dello Stato boliviano nel Congresso Nazionale, cioè rispettare la legalità del paese, dove per la prima volta il popolo potrà revocare gli incarichi dei suoi dirigenti. 

 

L'ex leader cocalero ha sottolineato la possibilità che offre questo plebiscito fissato per il 10 agosto prossimo, di riaffermare democraticamente chi serve gli interessi dei boliviani, dopo la sua elezione. 

 

“È importante continuare ad approfondire la democrazia, non solo teoricamente , ma vigilando e controllando le  autorità nei municipi, dipartimenti o a livello nazionale. Continuiamo a costruire la nostra storia, lasciando al popolo boliviano il diritto di decidere”, ha affermato Morales che  ha dichiarato d’essere molto contento per questa possibilità, perché non teme  che il popolo giudicherà negativamente il lavoro sviluppato dai suoi dirigenti, e così: “Potremo risolvere le differenze esistenti tra il Governo ed alcuni prefetti”. 

 

Il Capo dello Stato ha richiamato le istanze competenti ad offrire ai residenti boliviani all'estero la possibilità di partecipare alla votazione ed ha chiesto alla Corte Nazionale Elettorale (CNE) di garantire un referendum trasparente, che rispetti la legalità, che serva successivamente come un precedente valido per risolvere nello stesso modo i problemi che possono colpire molti municipi.

 

Per continuare e svolgere i loro incarichi, i dirigenti non possono ricevere un totale di voti contrari superiore a quelli favorevoli ottenuti quando sono stati eletti. In questa forma, l’incarico del presidente terminerà solo si raggiungerà più del 53,7% di schede contrarie,e per i prefetti il 37,98% e il 48,03%. 

 

Se fosse revocato il presidente, lo stesso Morales convocherà nuove elezioni politiche, che verranno realizzate dopo 90–180 giorni dalle pubblicazioni dei risultati del referendum.

 

Per le prefetture, il presidente della Repubblica designerà un dirigente interino fino a quando si svolgeranno le successive elezioni.

 

 

9 maggio '08 -  www.granma.cu (PL)

Evo Morales convoca a un

referendum sul suo incarico
• E su quello dei prefetti

 

 

 

Evo: l'oligarchia non accetta

che un indio governi la Bolivia


 

La Paz, 9 maggio.—Il presidente Evo Morales ha affermato che la destra e l'oligarchia boliviana vogliono abbatterlo, perché non accettano che un indio governi la Bolivia.
Morales, nella città andina di Oruro (sud) ha accusato: "Al principio dissero (i settori di destra): 'Povero indio, che si diverta quattro mesi, dopo lo facciamo cadere' (...), ora dicono: 'Questo indio rimane per molto tempo' e stanno pianificando come abbattermi".
La destra si oppone alla politica di cambiamenti promossa dal leader andino che andrà ad un referendum, per convalidare il suo mandato, nei prossimi tre mesi, insieme al suo vicepresidente e a nove prefetti, sei di essi di opposizione.
"Qui non è un problema di autonomie (governi decentrati), non è un problema dell'IDH (distribuzione dell'imposta petrolifera ai dipartimenti), il problema è Evo Morales. Questi gruppi non accettano che un contadino, un indio, un indigeno sia presidente della Repubblica".
Il presidente di origine aymara (il primo di questa origine che governa la Bolivia nei suoi 182 anni di storia repubblicana) cerca di fronteggiare un duro scontro coi prefetti di quattro dipartimenti, feudi dell'opposizione di destra, che tentano dotarsi di governi autonomi, senza collegamento alla Costituzione.

 

Il Presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato che convocherà un referendum revocatorio del suo incarico e di quelli dei prefetti dei dipartimenti, in base al progetto di legge che ha sanzionato nel Senato nazionale.

 

Morales ha detto che sta spettando che il Senato gli mandi il progetto per promulgarlo immediatamente, dopo aver ricordato che lui lo aveva inviato l’anno scorso e lamentando il ritardo del Senato nell’approvarlo.

 

"Voglio dire al paese l’enorme soddisfazione che ho provato sapendo che il Senato finalmente ha approvato l’iniziativa di governo di convocare ad un referendum revocatorio per l’incarico presidenziale e per quelli dei prefetti", ha detto ancora in un messaggio alla nazione.

 

"Non c’è nessuno meglio del popolo per decidere il destino del presidente e dei prefetti", ha aggiunto.

 

Dopo la promulgazione della legge la revoca si dovrà effettuare in 90 giorni.

 

Gli osservatori coincidono nel segnalare che il Senato, a maggioranza di destra, ha reso viabile il progetto in un momento che considera opportuno, per cercare di allontanare il presidente e revocare la Costituzione del paese.

 

Morales ha ringraziato per l’appoggio dei movimenti sociali al suo governo ed ha chiesto che si rispetti la decisione del popolo e che si garantisca il processo democratico in Bolivia nell’ambito della Costituzione, ha reso noto EFE.

 

Nei giorni scorsi, il presidente aveva invitato i prefetti dei dipartimenti che promuovono referendum sull’autonomia ad un dialogo senza condizioni dal prossimo lunedì, informa l’agenzia PL.

 

All’invito, come reso noto, hanno risposto negativamente i prefetti di Beni, Erneso Suárez, e di Pando, Leopoldo Fernández, che hanno aggiunto di attendere i risultati delle consulte per l’autonomia previste per il prossimo 1 giugno.