Verso la
rifondazione nazionale
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La Bolivia è partita per la sua definitiva rifondazione nazionale 18 anni dopo la Marcia dei Popoli Indigeni in domanda delle terre e di un’Assemblea Costituente, come affermano i loro massimi dirigenti.
Promulgando una legge di convocazione al referendum sulla nuova Costituzione Politica dello Stato (CPE), per il prossimo 25 gennaio, lo stesso presidente Evo Morales ha affermato che si chiude un ciclo segnato da lotte interminabili dei movimenti sociali.
Nel 1990 gli originari marciarono verso La Paz da Los Yungas, l’altipiano, dalle valli e dall’Amazzonia, per reclamare all’allora presidente Jaime Paz Zamora la garanzia di elementari diritti umani.
Nel 2008, quasi due decenni dopo, la grande marcia è per la nuova Bolivia, un percorso di 199 chilometri, dalla località di Caracollo (Oruro), ha domandato al potere legislativo un fatto senza precedenti: che il popolo con il suo voto decida la nuova Costituzione.
A proposito di questo processo iniziato nell’agosto del 2006 a Sucre, con l’installazione dell’Assemblea Costituente, Morales ha detto che pone fine a una pratica di governi precedenti nei quali le maggioranze sfruttate erano vittime delle maggioranze dell’elite oligarchica, un tempo che è terminato per sempre.
La nuova Costituzione Politica dello Stato è la miglior garanzia di un processo di cambio senza ritorno che cerca uguaglianza ed inclusione sociale.
“Non si ritornerà al neoliberismo in Bolivia”, ha affermato Evo, emozionato, nella centrale piazza dove ha proclamato la consultazione.
“La nuova legge delle leggi sostiene anche le tanto reclamate autonomie dipartimentali, regionali ed indigene, ma tutte solidali e in funzione dell’unità nazionale. Il testo costituzionale di 411 capitoli, con un centinaio modificati, è espressione della rivendicazione dei settori sociali, ma anche dei gruppi dell’opposizione”, ha sottolineato.
“Questo documento approvato dal Congresso, ha detto il vice presidente della Repubblica, Álvaro García, è suddiviso in quattro nuclei di base.
Tra questi la consacrazione dell’uguaglianza per tutti i boliviani e il riconoscimento di diverse forme di lavoro e produzione.
La Costituzione convalida un sistema d’auto governo espresso nel regime d’autonomia e la preservazione dei diritti economici, sociali e della proprietà privata”, ha aggiunto García. Il testo include cambi in temi riferiti alla struttura del Congresso, al regime elettorale, alle autonomie, alla terra, alla giustizia indigena e all’apprendimento obbligatorio delle lingue dei popoli originali. La consultazione per la nuova Costituzione è possibile, grazie alla decisione di Morales di non optare per la sua rielezione nel 2014, se eventualmente sarà eletto nuovamente nelle prossime elezioni politiche, nel dicembre del 2009.
Tutti gli osservatori della comunità internazionale hanno segnalato la soluzione pacifica trovata in Bolivia, dopo il lungo conflitto sulla nuova Costituzione.
Speriamo che questo sia un passo fermo per la costruzione di un paese più prospero, più inclusivo e democratico. Speriamo che lo spirito di dialogo e l’impegno di pace dimostrato continuino ad essere le basi di questo sforzo, segnala una dichiarazione ufficiale.
Le organizzazioni sociali boliviane come la Central Obrera, hanno ratificato che adesso comincia una nuova tappa non meno difficile: la campagna per il Sì alla Costituzione.
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