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“Ecuador sarà un paese nuovo” ha detto Correa
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29 settembre '08 '08 - www.granma.cu(PL)
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Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha affermato che la cittadinanza ha scommesso su un paese nuovo, votando a grande maggioranza il referendum sulla Costituzione elaborata dall’Assemblea Costituente.
Quando ha saputo che il testo costituzionale aveva già ricevuto il 66 – 70% di sostegno dagli elettori, secondo i sondaggi realizzati all’immediata chiusura delle urne, Correa ha chiamato all’unità di coloro che hanno votato per il sì e coloro che hanno votato per il no nella consultazione.
“Dobbiamo lavorare insieme per portare avanti il processo di cambio, perchè è un processo di tutto un popolo”, ha puntualizzato dalla città di Guayaquil, ubicata a 420 chilometri a sudest della capitale del paese.
“Coloro che si credevano padroni di questo paese hanno perso”, ha sottolineato, scartando l’ipotesi di una divisone nella nazione.
“Il 70% d’appoggio rappresenta una grande unità di popolo attorno a un progetto rivoluzionario”, ha detto ancora, sottolineando che adesso dovranno rendere conto coloro che hanno mentito e manipolato la cittadinanza per impedire il trionfo di questa legislazione, nella consultazione di questa domenica”.
Correa ha segnalato d’aver compiuto il mandato che gli avevano affidato gli ecuadoriani il 26 novembre del 2006, eleggendolo presidente.
“In questa occasione poniamo le fondamenta di un nuovo paese e adesso siamo sulla via dell’implementazione dei cambi, per costruire una nazione meno disuguale e più giusta”, ha aggiunto.
Stando ai risultati di due inchieste realizzate alla chiusura delle urne, la nuova costituzione ha ricevuto il 66% - 70% di sostegno, mentre l’altro 25% ha votato contro.
Un altro sondaggio realizzato dall’organizzazione Participación Ciudadana, ha ugualmente confermato che il 62,3% degli ecuadoriani appoggia il testo costituzionale che stabilisce l’esilio del modello neoliberista imperante e l’avvio d’una politica economica sociale e solidale.
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27 settembre '08 '08 - www.granma.cu |
Correa ha ricordato che il 28 si definirà il futuro dell’Ecuador
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Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha ricordato che con il Referendum sulla nuova Costituzione di domenica 28, si definirà il futuro del paese.
“Non stiamo eleggendo il presidente, né un sindaco: stiamo scegliendo il futuro del paese, il cambiamento del sistema politico”, ha dichiarato Correa in un’intervista data a vari canali della televisione locale.
“Con questa consultazione, il popolo deciderà se vuole il cambio, un futuro migliore o se desidera che continui il neoliberismo, in un paese controllato da pochi, con il vecchio Congresso, ha affermato il presidente che si è mostrato ottimista sulla vittoria del Sì in questo referendum, ed ha segnalato che se vincerà il no nella città di Guayaquil, che è controllata dai social- cristiani, esiste il rischio che avvengano azioni destabilizzanti, come quelle accadute in Bolivia contro il presidente Evo Morales.
Potrebbero cercare d’applicare a Guayaquil il modello separatista dell'oligarchia di Santa Cruz”, ha avvisato.
Riferendosi agli investimenti in Ecuador, ha detto che “Si opera perché questi non siano speculativi, di consumo, ma beni capitali e produttivi”. Correa ha anticipato che si darà priorità alla costruzione delle strade, alle idroelettriche e le raffinerie, per generare lavoro e garantire lo sviluppo del paese.
“Stiamo investendo in moli, aeroporti, in nuove idroelettriche e raffinerie,...”, e grazie a questo il paese avrà un margine d’azione molto ampio per crescere”, ha precisato.
Il capo di Stato ha riconosciuto che il principale problema dell'economia ecuadoriana è il settore esterno non petrolifero, e che il suo governo lavora per rimediare questo inconveniente, fomentando la produttività nazionale.
26 settembre '08 '08 - www.granma.cu
Correa ha ricordato che il 28 si definirà il futuro dell’Ecuador
Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha ricordato che con il Referendum sulla nuova Costituzione di domenica 28, si definirà il futuro del paese.
“Non stiamo eleggendo il presidente, né un sindaco: stiamo scegliendo il futuro del paese, il cambiamento del sistema politico”, ha dichiarato Correa in un’intervista data a vari canali della televisione locale.
“Con questa consultazione, il popolo deciderà se vuole il cambio, un futuro migliore o se desidera che continui il neoliberismo, in un paese controllato da pochi, con il vecchio Congresso, ha affermato il presidente che si è mostrato ottimista sulla vittoria del Sì in questo referendum, ed ha segnalato che se vincerà il no nella città di Guayaquil, che è controllata dai social- cristiani, esiste il rischio che avvengano azioni destabilizzanti, come quelle accadute in Bolivia contro il presidente Evo Morales.
Potrebbero cercare d’applicare a Guayaquil il modello separatista dell'oligarchia di Santa Cruz”, ha avvisato.
Riferendosi agli investimenti in Ecuador, ha detto che “Si opera perché questi non siano speculativi, di consumo, ma beni capitali e produttivi”. Correa ha anticipato che si darà priorità alla costruzione delle strade, alle idroelettriche e le raffinerie, per generare lavoro e garantire lo sviluppo del paese.
“Stiamo investendo in moli, aeroporti, in nuove idroelettriche e raffinerie,...”, e grazie a questo il paese avrà un margine d’azione molto ampio per crescere”, ha precisato.
Il capo di Stato ha riconosciuto che il principale problema dell'economia ecuadoriana è il settore esterno non petrolifero, e che il suo governo lavora per rimediare questo inconveniente, fomentando la produttività nazionale.
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