Il ministro dell'Energia e del petrolio
della Repubblica venezuelana e Presidente della compagnia nazionale Pdvsa,
Rafael Ramírez, e l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, hanno
firmato sabato a Caracas, alla presenza del ministro degli Esteri Massimo
D'Alema, un importante accordo strategico per lo sviluppo di un'area
petrolifera nella Faja dell'Orinoco. Lo rende noto la stessa società,
strappando così la prima pagina del Financial Times, il quotidiano della
City apre la edizione del weekend sull'ingresso del Cane a sei zampe nella
ricca fascia dell'Orinoco: «È il più grande accordo» mai stretto dalle
autorità boliviane con una compagnia straniera dalle «nazionalizzazioni di
Chavez» sottolinea il Finacial Times. La Daja dell'Orinoco è il più grande
deposito di idrocarburi pesanti mai scoperto al mondo con una quantità di
olio in posto pari a 1.300 miliardi di barili e ingenti riserve al momento
valorizzate solo in piccola parte (la produzione attuale è di circa
600mila barili di olio al giorno). L'accordo tra Eni e Pdvsa riguarda "Junin
5", uno dei blocchi petroliferi più promettenti della Faja. Junin 5 è
situato nello stato di Anzoátegui, all'incirca 550 chilometri a sud-est di
Caracas, e si sviluppa su un'area di circa 670 chilometri quadrati:
all'interno del blocco sono stimate risorse potenziali per oltre 2,5
miliardi di barili, già confermate da numerosi pozzi esplorativi. Eni e
Pdvsa hanno concordato di eseguire congiuntamente gli studi necessari per
la determinazione delle riserve dell'area e lo schema di sviluppo più
idoneo.
L'ENI - a spiegarlo è la stessa compagnia italiana - è già presente nella
Repubblica del Venezuela con una quota del 26 per cento nell'impresa mista
Petrosucre (Pdvsa/Cvp 74 per cento, Eni 26 per cento) che gestisce il
campo di Corocoro, appena entrato in produzione, e del 19,5 per cento
nell'impresa mista Petrolera Guiria (Pdvsa/Cvp 64,25 per cento, Eni 19,5
per cento, Ineparia 16,25 per cento) che gestisce la scoperta di Punta
Sur.
Corocoro e Punta Sur si trovano nell'offshore del golfo di Paria. Eni
possiede inoltre il 50 per cento della licenza esplorativa del giacimento
a gas Cardon Iv, situato nell'offshore del golfo del Venezuela.
Dopo la predisposizione del piano di sviluppo, chiarisce Eni a proposito
dell'intesa firmata in Venezuela, sarà un'impresa mista composta da Pdvsa
(60 per cento) ed Eni (40 per cento) a realizzare il progetto e gestire i
campi in produzione. Gli obiettivi dello sviluppo dell'area saranno il
raggiungimento di una fase pilota di produzione di 30mila barili al giorno
e di una successiva fase principale di produzione di 300mila barili al
giorno.
«Grazie a questo progetto integrato - rileva una nota - Pdvsa ed Eni
rafforzano e consolidano un'alleanza strategica che non solo permetterà di
sviluppare importanti risorse per il paese, ma le valorizzerà attraverso
tecnologie innovative che potranno essere applicate in futuro ad altri
campi venezuelani». Eni spiega di voler mettere a disposizione la propria
esperienza e tecnologia «per massimizzare la valorizzazione dell'olio
pesante». In particolare, sarà resa disponibile la tecnologia proprietaria
est (Eni Slurry Technology), una tecnologia «altamente innovativa in grado
di convertire completamente gli oli pesanti, i bitumi e gli asfalteni (la
parte hard degli oli pesanti) in prodotti leggeri di elevata qualità,
azzerando nel contempo la produzione di residui di raffinazione sia
liquidi che solidi».
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La petrolifera statale Petróleos de
Venezuela SA (Pdvsa) ha firmato martedì 19 un accordo con l’impresa
italiana ENI per porre fine alla disputa relazionata con l’emigrazione
dell’Accordo Operativo per l’area Dacion.
Il ministro di Energia e Petrolio del
Venezuela, Rafael Ramírez, che ha presieduto l’accordo con l’ENI, ha
segnalato che si tratta di un nuovo passo nella battaglia per difendere i
nostri interessi e per dimostrare che la Exxon Mobil è isolata nella sua
posizione d’aggressione e belligeranza contro la nostra sovranità".
"È importante risaltare che con questa
norma si eliminano i dettagli che erano vincolati all’arbitraggio che si
pensava di porre contro la nostra Repubblica, arbitraggio mai costituito,
perché siamo sempre stati nella posizione di discutere per giungere ad un
accordo e qui vediamo il risultato palpabile di questi sforzi” ha aggiunto
Ramírez che nell’opportunità ha ringraziato le massime autorità dell’ENI
per la loro disposizione a negoziare e ottenere così un accordo in buoni
termini, che dimostra ancor una volta che gli accordi giusti e ragionevoli
sono possibili quando le parti negoziano in buona fede.
La Radio Nazionale del Venezuela (RNV) ha
reso noto anche che il ministro Ramírez ha invitato l’impresa italiana a
partecipare, assieme con Petróleos de Venezuela, a diversi progetti che si
stanno sviluppando .
“Noi diamo il benvenuto all’ENI
nell’ambito delle imprese miste”, ha affermato il ministro alla firma
dell’accordo.
“Nella cornice delle nostre leggi diamo
il benvenuto a tutte le imprese che vogliono lavorare con il controllo e
la direzione dello Stato venezuelano in settori tanto strategici come
l’industria petrolifera, così com’è stabilito nella nostra Costituzione”
ha sottolineato ancora Ramírez.
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