Caracas 19 marzo - J.A.Barrego www.granma.cu

Disputa  EXXON MOBIL-PDVSA

Ha vinto la sovranità

 

Il ministro del Potere Popolare per Energia e Petrolio del Venezuela, Rafael Ramírez, ha definito come una vittoria "cento percento a beneficio della nazione" la sentenza della Corte britannica che si é pronunciata sulla domanda interposta, dalla transnazionale statunitense Exxon Mobil, contro la statale PDVSA.

Ramírez, che é anche presidente dell'industria petrolifera sud-americana, in una conferenza stampa celebrata nella sua sede centrale della Campagnia, a Caracas, ha assicurato che il verdetto rivendica "il diritto dei governi a legiferare nei loro rispettivi paesi" e costituisce una grande vittoria non solo per il Venezuela bensì per tutti i popoli che hanno deciso di gestire le loro risorse nazionali.

"Abbiamo sconfitto l'Exxon Mobil nel tribunale di Londra", ha detto il titolare, che allo stesso tempo ha indicato che il Venezuela valuta intraprendere azioni legali contro il gigante nordamericano per i danni e pregiudizi, causati a PDVSA, dalla sproporzionata azione cautelare nota come "Mareva Injunction" e la enorme campagna di sabotaggio economico.

Il ministro Ramírez ha spiegato che il suo paese non inizierà la detta condotta fino a che il giudice Paul Walker, addetto al caso, pubblichi in maniera ufficiale il verdetto, che il magistrato ha fissato per il prossimo giovedì.

Tuttavia nel suo enunciato preliminare l'arbitro fu sufficientemente esplicito sulla disputa quando ha anticipato: "Ho deciso che l'ordine giudiziale debba essere revocato", disposizione che lascia senza effetto la richiesta dell'Exxon Mobil, formulata lo scorso 24 gennaio, di congelare in maniera preventiva un importo di 12000 milioni di dollari di attivo di PDVSA.

Nel frattempo nell'Oriente venezuelano i lavoratori di PETROMONAGAS, antico Cerro Negro, ex proprietà di Exxon Mobil, hanno manifestato la loro soddisfazione per i risultati emessi dalla Corte britannica e ratificato il loro appoggio alla politica nazionale di recupero della fascia petrolifera dell'Orinoco, riserva strategica per il Venezuela.


 

 

Caracas 14 febbraio - www.granma.cu (PL)

 

Venezuela, offensiva legale contro la Exxon Mobil

 

 

Con la presentazione delle memorie ai tribunali d’Inghilterra ed Olanda, Petroli del Venezuela (PDVSA) ha avviato formalmente la confroffensiva legale di quella che definisce la “guerra politica” della statunitense Exxon Mobil.

 

Rafael Ramírez, presidente di PDVSA e ministro dell’Energia e Petrolio, ha reso noto che l’impresa statale dimostrerà la falsità delle richiesta della multinazionale, che cerca il congelamento di asset per 12 milioni di dollari. 

 

Ramírez ha anche annunciato la presentazione all’Assemblea Nazionale di un dossier, che si è tentato di far sparire, sulla cosiddetta “apertura petrolifera” degli anni ’90, considerata una privatizzazione occulta.

 

L’azione parlamentare e governativa, appoggiata dal presidente Hugo Chávez, per recuperare il controllo degli idrocarburi, prima industria venezuelana, è stata accettata dalla maggioranza delle società straniere.

 

La Exxon Mobil, oltre a rivolgersi ad un arbitrato internazionale, ha presentato, negli Stati Uniti, Inghilterra ed Olanda, ricorsi per il congelamento di assets di PDVSA per un valore di 12mila milioni di dollari.

 

Un tribunale statunitense ha accolto la richiesta della società petrolifera, senza ascoltare le ragioni venezuelane, ed il paese sudamericano ha risposto sospendendo le forniture all’impresa.

 

La Exxon Mobile, a differenza di tutte le altre imprese straniere, ha rifiutato l’offerta di formare una società mista con PDVSA, e ha richiesto importi, considerati fantasiosi, per i suoi impanti in Venezuela.

 

Le autorità venezuelane considerano che l’azione dell’impresa abbia una motivazione politica e non commerciale o economica, facendo parte delle aggressioni risultato dell’ostilità del governo statunitense contro Chávez.

 

Caracas 12 febbraio - www.granma.cubaweb.cu

 

Industria petrolifera venezuelana annuncia la

sospensione delle relazioni con Exxon Mobil

 


L'impresa statale Petroli del Venezuela ha annunciato oggi la sospensione delle relazioni commerciali con la transnazionale Exxon Mobil in risposta all'azione giuridica interposta da questa per congelare parte dei suoi attivi.

Una nota dell'ente indica che di fronte alla persecuzione giuridico-economica intrapresa da Exxon Mobil e come atto di reciprocità, PDVSA ha deciso di sospendere le relazioni commerciali e la somministrazione di greggio e prodotti a questa compagnia statunitense.

Il comunicato aggiunge che l'impresa ha paralizzato le vendite di greggio alla transnazionale, perché considera un oltraggio il comportamento assunto da questa, in deperimento delle relazioni commerciali tra entrambe le imprese.

L'industria petrolifera venezuelana segnala che le misure cautelari sollecitate da Exxon Mobil non concordano con la solidità economica e finanziaria di PDVSA che mantiene attivi per più di 109000 milioni di dollari, né col suo curriculum di pagamenti.

Sostiene inoltre che neppure il valore degli attivi della transnazionale nella nazione sud-americana si attiene alla compensazione da questa reclamata, pertanto, qualifica le sue azioni giudiziali come non necessarie, intimidatorie ed ostili nei confronti di PDVSA.

Informa che onorerà con precisione gli impegni contrattuali esistenti relativi ad investimenti comuni, con Exxon Mobil, all'estero, riservandosi il diritto di concludere quei contratti i cui termini permettano la rescissione.

 

 

Caracas 10 febbraio 2008 - www.granma.cubaweb.cu

 

Chavez avverte: la guerra economica

 

porterà il petrolio a 200 dollari 

 

 

 

 

Se la EXXON Mobil riuscirà a congelare 12mila milioni di dollari dei fondi di Petroli di Venezuela (PDVSA), il paese sospenderà l’invio di combustibile agli Stati Uniti, ha avvertito il presidente Hugo Chávez.

 

Il Venezuela é pronto a respingere qualsiasi attacco yankee 

 

 Le dichiarazioni del ministro degli esteri Nicolás Maduro

 

 

PL – “Il Venezuela è pronto, addestrato e forte e può affrontare qualsiasi attacco dell’impero nordamericano”, ha affermato il ministro degli esteri Nicolas Maduro, che ha sottolineato che l’amministrazione nordamericana: “Non ha riposato e non lo farà nel cercare di destabilizzare il nostro paese e per riportarci alla situazione di colonia petrolifera dipendente”.

Ad una domanda di PL sulla nuova campagna intrapresa contro il paese, stavolta dalla transnazionale Exxon Mobil, Maduro ha detto che: “Tutto questo avviene perchè il Venezuela negli ultimi anni ha riscattato gli interessi nazionali.

Il risultato di nove anni di lotte del governo bolivariano hanno permesso di costruire un popolo cosciente e allerta, che non si lascia intimidire e non si farà mai più intimorire”.

“Siamo in presenza di due mondi”, ha affermato, riferendosi ai problemi con la Exxon Mobil, “quello di coloro che credono alla dignità, alla sovranità e  all’indipendenza che si manterranno al disopra di tutto in ogni circostanza  e quello dei traditori che vi si oppongono”.

Maduro ha posto in risalto l’importanza del processo d’indipendenza economica dell’attualità che si differenzia molto dagli anni passati, quando il Fondo Monetario Internazionale e il Banco Mondiale erano coloro che “portavano la ricetta” che poi i governi di turno firmavano complici.

 

PDVSA è preparata per una lunga

battaglia contro Exxon Mobil

 

L’impresa statale Petroli del Venezuela (PDVSA) è preparata per una battaglia lunga nel caso dell'arbitraggio con la compagnia statunitense Exxon Mobil, ha affermato il presidente dell'impresa Rafael Ramirez. In dichiarazioni alla stampa, il ministro di Energia e Petrolio indicò che l'azione del consorzio nordamericano di cercare delle misure cautelative nei tribunali di New York, Londra ed in Olanda contro degli attivi di PDVSA può interpretarsi come un meccanismo di pressione.  
Exxon Mobil, aggiunse, non rispettò i termini dell'arbitraggio e si inclinò per “misure di pressione legale contro la nostra impresa nazionale”.  
Rispetto a versioni sul congelamento di beni per circa 12mila milioni di dollari, con riferimento alla raffineria Isola a Curazao, ricordò come esempio che in questa industria la corporazione opera con un contratto di affitto e non di proprietà.  
Sul tema della migrazione verso la figura di imprese miste, Ramirez emerse che si giunsero ad accordi con ditte come la Total (Francia), Chevron (Stati Uniti), Statoil (Norvegia) e CNPC (Cina), tra le altre. 
Solo nei casi di Exxon Mobil e Conoco Phillips fu respinto l'accordo e tutto rimase allora soggetto alle negoziazioni per definire i livelli di compensazione per entrambe le imprese.  Con la seconda di queste compagnie avanzano le conversazioni per arrivare ad un'uscita accettata da entrambe le parti ed uguale disposizione si manifestò nel caso della prima, disse.  
Ramirez si astenne dal menzionare la somma in gioco nel caso di Exxon Mobil e risaltò il contrasto di questa posizione col recente annuncio di questa entità di un record nei guadagni che sono arrivati a 40 mila 600 milioni di dollari nel 2007, i più alti per un'impresa statunitense.  
Il gruppo statunitense accorse alla fine del 2007 davanti al Centro Internazionale di Sistemazione di Dispute Relative ad Investimenti (CIADI) dopo il suo ritiro forzoso dall'associazione strategica “Cerro Negro”, che opera nella Fascia Petrolifera dell'Orinoco.  
Ig/mem

Il presidente del Venezuela ha avvisato che il paese sta affrontando una cospirazione economica, di cui fanno parte anche i ricorsi della EXXON Mobil a tribunali di altri paesi. Chavéz ha definito l’impresa nordamericana “banditi del mondo, mafie mondiali”.

 

«Mi rivolgo all’impero nordamericano, che è il padrone: continuino e vedranno come non invieremo un goccia di petrolio», ha dichiarato Chavèz, che ha anticipato di aver dato istruzioni in tal senso al ministro dell’Energia e Petrolio, Rafael Ramírez.

 

«Ci stanno minacciando con un tribunale che non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Se voi (gli Stati Uniti) riuscirete veramente a congelare i fondi (di PDVSA), non vi invieremo petrolio» ha sottolineato.

 

Chávez ha avvisato che, se continuerà la guerra economica contro il Venezuela, il prezzo del petrolio raggiungerà i 200 dollari il barile.

 

Il capo di stato ha denunciato l’esistenza di un piano per indebolire il governo nazionale per poter vincere, il prossimo novembre, le elezioni regionali, con scarsezza di prodotti provocata, delinquenza e approfittando degli errori delle autorità.

 

Di fronte a piani che includono tentativi di dividere la sinistra e le forze armate, Chávez ha chiesto ai suoi sostenitori unità, efficienza e un maggior grado di coscienza per affrontare gli Stati Uniti.

 

Un ulteriore elemento – ha dichiarato Chávez – è rappresentato dalla fine del  governo di George W. Bush, che aveva promesso di piegare il Venezuela prima della scadenza del suo mandato.