Il
ministro del Potere Popolare per Energia e Petrolio del Venezuela, Rafael
Ramírez, ha definito come una vittoria "cento percento a beneficio della
nazione" la sentenza della Corte britannica che si é pronunciata sulla
domanda interposta, dalla transnazionale statunitense Exxon Mobil, contro
la statale PDVSA.
Ramírez, che é anche presidente dell'industria petrolifera sud-americana,
in una conferenza stampa celebrata nella sua sede centrale della Campagnia,
a Caracas, ha assicurato che il verdetto rivendica "il diritto dei governi
a legiferare nei loro rispettivi paesi" e costituisce una grande vittoria
non solo per il Venezuela bensì per tutti i popoli che hanno deciso di
gestire le loro risorse nazionali.
"Abbiamo sconfitto l'Exxon Mobil nel tribunale di Londra", ha detto il
titolare, che allo stesso tempo ha indicato che il Venezuela valuta
intraprendere azioni legali contro il gigante nordamericano per i danni e
pregiudizi, causati a PDVSA, dalla sproporzionata azione cautelare nota
come "Mareva Injunction" e la enorme campagna di sabotaggio economico.
Il ministro Ramírez ha spiegato che il suo paese non inizierà la detta
condotta fino a che il giudice Paul Walker, addetto al caso, pubblichi in
maniera ufficiale il verdetto, che il magistrato ha fissato per il
prossimo giovedì.
Tuttavia nel suo enunciato preliminare l'arbitro fu sufficientemente
esplicito sulla disputa quando ha anticipato: "Ho deciso che l'ordine
giudiziale debba essere revocato", disposizione che lascia senza effetto
la richiesta dell'Exxon Mobil, formulata lo scorso 24 gennaio, di
congelare in maniera preventiva un importo di 12000 milioni di dollari di
attivo di PDVSA.
Nel frattempo nell'Oriente venezuelano i lavoratori di PETROMONAGAS,
antico Cerro Negro, ex proprietà di Exxon Mobil, hanno manifestato la loro
soddisfazione per i risultati emessi dalla Corte britannica e ratificato
il loro appoggio alla politica nazionale di recupero della fascia
petrolifera dell'Orinoco, riserva strategica per il Venezuela.
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Con la presentazione delle memorie ai tribunali
d’Inghilterra ed Olanda, Petroli del Venezuela (PDVSA) ha avviato
formalmente la confroffensiva legale di quella che definisce la “guerra
politica” della statunitense Exxon Mobil.
Rafael
Ramírez, presidente di PDVSA e ministro dell’Energia e Petrolio, ha reso
noto che l’impresa statale dimostrerà la falsità delle richiesta della
multinazionale, che cerca il congelamento di asset per 12 milioni di
dollari.
Ramírez ha anche annunciato la
presentazione all’Assemblea Nazionale di un dossier, che si è tentato di
far sparire, sulla cosiddetta “apertura petrolifera” degli anni ’90,
considerata una privatizzazione occulta.
L’azione
parlamentare e governativa, appoggiata dal presidente Hugo Chávez, per
recuperare il controllo degli idrocarburi, prima industria venezuelana, è
stata accettata dalla maggioranza delle società straniere.
La Exxon
Mobil, oltre a rivolgersi ad un arbitrato internazionale, ha presentato,
negli Stati Uniti, Inghilterra ed Olanda, ricorsi per il congelamento di
assets di PDVSA per un valore di 12mila milioni di dollari.
Un
tribunale statunitense ha accolto la richiesta della società petrolifera,
senza ascoltare le ragioni venezuelane, ed il paese sudamericano ha
risposto sospendendo le forniture all’impresa.
La Exxon
Mobile, a differenza di tutte le altre imprese straniere, ha rifiutato
l’offerta di formare una società mista con PDVSA, e ha richiesto importi,
considerati fantasiosi, per i suoi impanti in Venezuela.
Le
autorità venezuelane considerano che l’azione dell’impresa abbia una
motivazione politica e non commerciale o economica, facendo parte delle
aggressioni risultato dell’ostilità del governo statunitense contro
Chávez.
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L'impresa
statale Petroli del Venezuela ha annunciato oggi la sospensione delle
relazioni commerciali con la transnazionale Exxon Mobil in risposta
all'azione giuridica interposta da questa per congelare parte dei suoi
attivi.
Una nota dell'ente indica che di fronte alla persecuzione
giuridico-economica intrapresa da Exxon Mobil e come atto di reciprocità,
PDVSA ha deciso di sospendere le relazioni commerciali e la
somministrazione di greggio e prodotti a questa compagnia statunitense.
Il comunicato aggiunge che l'impresa ha paralizzato le vendite di greggio
alla transnazionale, perché considera un oltraggio il comportamento
assunto da questa, in deperimento delle relazioni commerciali tra entrambe
le imprese.
L'industria petrolifera venezuelana segnala che le misure cautelari
sollecitate da Exxon Mobil non concordano con la solidità economica e
finanziaria di PDVSA che mantiene attivi per più di 109000 milioni di
dollari, né col suo curriculum di pagamenti.
Sostiene inoltre che neppure il valore degli attivi della transnazionale
nella nazione sud-americana si attiene alla compensazione da questa
reclamata, pertanto, qualifica le sue azioni giudiziali come non
necessarie, intimidatorie ed ostili nei confronti di PDVSA.
Informa che onorerà con precisione gli impegni contrattuali esistenti
relativi ad investimenti comuni, con Exxon Mobil, all'estero, riservandosi
il diritto di concludere quei contratti i cui termini permettano la
rescissione.
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Se la EXXON Mobil riuscirà a congelare
12mila milioni di dollari dei fondi di Petroli di Venezuela (PDVSA), il
paese sospenderà l’invio di combustibile agli Stati Uniti, ha avvertito il
presidente Hugo Chávez.
Il Venezuela
é pronto a respingere qualsiasi attacco yankee
Le dichiarazioni del ministro degli
esteri Nicolás Maduro
PL
– “Il Venezuela è pronto, addestrato e forte e può affrontare
qualsiasi attacco dell’impero nordamericano”, ha affermato il
ministro degli esteri Nicolas Maduro, che ha sottolineato che
l’amministrazione nordamericana: “Non ha riposato e non lo farà nel
cercare di destabilizzare il nostro paese e per riportarci alla
situazione di colonia petrolifera dipendente”.
Ad una domanda di PL sulla nuova
campagna intrapresa contro il paese, stavolta dalla transnazionale
Exxon Mobil, Maduro ha detto che: “Tutto questo avviene perchè il
Venezuela negli ultimi anni ha riscattato gli interessi nazionali.
Il risultato di nove anni di lotte
del governo bolivariano hanno permesso di costruire un popolo
cosciente e allerta, che non si lascia intimidire e non si farà mai
più intimorire”.
“Siamo in presenza di due mondi”,
ha affermato, riferendosi ai problemi con la Exxon Mobil, “quello di
coloro che credono alla dignità, alla sovranità e all’indipendenza
che si manterranno al disopra di tutto in ogni circostanza e quello
dei traditori che vi si oppongono”.
Maduro ha posto in risalto
l’importanza del processo d’indipendenza economica dell’attualità
che si differenzia molto dagli anni passati, quando il Fondo
Monetario Internazionale e il Banco Mondiale erano coloro che
“portavano la ricetta” che poi i governi di turno firmavano
complici. |
PDVSA è preparata
per una lunga
battaglia contro Exxon Mobil
L’impresa
statale Petroli del Venezuela (PDVSA) è preparata per una battaglia
lunga nel caso dell'arbitraggio con la compagnia statunitense Exxon
Mobil, ha affermato il presidente dell'impresa Rafael Ramirez. In
dichiarazioni alla stampa, il ministro di Energia e Petrolio indicò
che l'azione del consorzio nordamericano di cercare delle misure
cautelative nei tribunali di New York, Londra ed in Olanda contro
degli attivi di PDVSA può interpretarsi come un meccanismo di
pressione.
Exxon Mobil, aggiunse, non rispettò i termini dell'arbitraggio e si
inclinò per “misure di pressione legale contro la nostra impresa
nazionale”.
Rispetto a versioni sul congelamento di beni per circa 12mila
milioni di dollari, con riferimento alla raffineria Isola a Curazao,
ricordò come esempio che in questa industria la corporazione opera
con un contratto di affitto e non di proprietà.
Sul tema della migrazione verso la figura di imprese miste, Ramirez
emerse che si giunsero ad accordi con ditte come la Total (Francia),
Chevron (Stati Uniti), Statoil (Norvegia) e CNPC (Cina), tra le
altre.
Solo nei casi di Exxon Mobil e Conoco Phillips fu respinto l'accordo
e tutto rimase allora soggetto alle negoziazioni per definire i
livelli di compensazione per entrambe le imprese. Con la seconda di
queste compagnie avanzano le conversazioni per arrivare ad un'uscita
accettata da entrambe le parti ed uguale disposizione si manifestò
nel caso della prima, disse.
Ramirez si astenne dal menzionare la somma in gioco nel caso di
Exxon Mobil e risaltò il contrasto di questa posizione col recente
annuncio di questa entità di un record nei guadagni che sono
arrivati a 40 mila 600 milioni di dollari nel 2007, i più alti per
un'impresa statunitense.
Il gruppo statunitense accorse alla fine del 2007 davanti al Centro
Internazionale di Sistemazione di Dispute Relative ad Investimenti (CIADI)
dopo il suo ritiro forzoso dall'associazione strategica “Cerro
Negro”, che opera nella Fascia Petrolifera dell'Orinoco. Ig/mem |
Il
presidente del Venezuela ha avvisato che il paese sta affrontando una
cospirazione economica, di cui fanno parte anche i ricorsi della EXXON
Mobil a tribunali di altri paesi. Chavéz ha definito l’impresa
nordamericana “banditi del mondo, mafie mondiali”.
«Mi rivolgo all’impero nordamericano, che
è il padrone: continuino e vedranno come non invieremo un goccia di
petrolio», ha dichiarato Chavèz, che ha anticipato di aver dato istruzioni
in tal senso al ministro dell’Energia e Petrolio, Rafael Ramírez.
«Ci stanno minacciando con un tribunale
che non ha nulla a che vedere con tutto ciò. Se voi (gli Stati Uniti)
riuscirete veramente a congelare i fondi (di PDVSA), non vi invieremo
petrolio» ha sottolineato.
Chávez
ha avvisato che, se continuerà la guerra economica contro il Venezuela, il
prezzo del petrolio raggiungerà i 200 dollari il barile.
Il capo di stato ha denunciato
l’esistenza di un piano per indebolire il governo nazionale per poter
vincere, il prossimo novembre, le elezioni regionali, con scarsezza di
prodotti provocata, delinquenza e approfittando degli errori delle
autorità.
Di fronte a piani che includono tentativi
di dividere la sinistra e le forze armate, Chávez ha chiesto ai suoi
sostenitori unità, efficienza e un maggior grado di coscienza per
affrontare gli Stati Uniti.
Un ulteriore elemento – ha dichiarato
Chávez – è rappresentato dalla fine del governo di George W. Bush, che
aveva promesso di piegare il Venezuela prima della scadenza del suo
mandato. |