20 agosto '08 - www.granma.cu (PL)

 

Il Venezuela assume il controllo dei

 

cementifici tra l’esultanza popolare

 

 

 

Nel mezzo dell’esultanza popolare, il Venezuela ha assunto il controllo dell'industria del cemento nel mezzo, con l’aspettativa che la nazionalizzazione possa dare un impulso definitivo all'eliminazione del deficit abitativo nel paese. 

 

Durante una manifestazione popolare, il ministro dell’Energia e Petrolio, Rafael Ramírez, ha chiarito che in Venezuela il settore privato ha tutte le opportunità ma non può essere al di sopra degli interessi del paese.  


Nell’impianto di Pertigalete, nello stato di Anzoategui, a 300 chilometri al sud-est di Caracas, Ramirez, ha spiegato che la produzione di cemento e calcestruzzo è strategica per garantire i piani d’edilizia residenziale ed infrastrutturali per i venezuelani.  


Il vicepresidente, Ramon Carrizales, ha informato che sono stati raggiunti accordi con le imprese Holcim e Lafarge, mediante i quali lo stato ha rilevato, rispettivamente, l’85% e l’89% delle azioni. Non è stato possibile raggiungere un accordo, nei termini previsti dalla legge –scaduti a mezzanotte di lunedì - con la Cementi Messicani (CEMEX), per cui si è proceduto all'espropriazione.

 

Ramirez ha spiegato che questa misura è consecutiva al termine di 60 giorni stabilito dal Decreto di Legge di Ordinamento delle Imprese Produttrici di Cemento, dopo aver svolto con gli azionisti , nella ricerca di un accordo, oltre 10 riunioni.  


Il ministro ha precisato che si realizzerà la revisione dei bilanci dell’impresa, per determinare gli utili e stabilire il vero valore della CEMEX, che aveva smesso di realizzare investimenti, con un gran ritardo tecnologico.  


”Avevano un passivo ambientale e fiscale molto importante e non sono stati fatti gli investimenti necessari per fare fronte alla domanda”, ha aggiunto Ramirez. La nazionalizzazione deve sostenere i piani di costruzione residenziale per affrontare un deficit abitativo che, diverse fonti, stimano tra 1,5 e due milioni di case. Per questo motivo la maggior parte della popolazione ha accolto la decisione con grande esultanza. 


Anche se il decreto per l’espropriazione della CEMEX non è stato ancora firmato, tutti i suoi impianti, come quelli delle altre due imprese, sono passati al controllo dello Stato, che ha garantito la stabilità lavorativa dei dipendenti.