Il
COMPUTER DI SINISTRA
E IL COMPUTER DI DESTRA
Gli
organi di stampa anglosassoni hanno dato una vasta eco al direttore
generale dell’Interpol che avrebbe confermato i legami segreti tra il
presidente Hugo Chavez e le FARC [Forze Armate Rivoluzionarie della
Colombia]. Invece, osserva Romain Migus, il rapporto dell’Interpol dice il
contrario di quello che le agenzie di stampa hanno trasmesso: l’agenzia
internazionale per la cooperazione di polizia ha constatato che il
computer di un capo ribelle, entrato in possesso dell’esercito colombiano,
è stato da questi profondamente manipolato in maniera tale che è
impossibile autenticare i documenti che si pretende di averci trovato.
Strano: nello stesso momento, il testimone chiave di un’altra inchiesta
veniva estradato dalla Colombia con i documenti, questa volta autentici,
di un altro computer. Documenti che coinvolgono gravemente il presidente
colombiano Alvaro Uribe.
Il 1 marzo 2008, 10 bombe GBU 12 Paveway da 227
chilogrammi l’una esplodevano in piena giungla ecuadoregna radendo la
vegetazione tutt’intorno e lasciando crateri di 2,40 metri di diametro e
1,80 metri di profondità [1].
La Colombia aveva violato la sovranità dell’Ecuador ed assassinato Paul
Reyes, il principale negoziatore per la liberazione di Ingrid Bétancourt e
degli altri ostaggi prigionieri della guerriglia.
A terra i combattenti delle FARC e alcuni studenti dell’Università del
Messico non poterono resistere ad un bombardamento di una tale intensità.
In compenso, nel bel mezzo dei crateri, giaceva un computer
indistruttibile che contiene, secondo Bogotà, informazioni cruciali sulle
alleanze nella regione.
Questo computer, la cui marca è sfortunatamente sconosciuta, era di Paul
Reyes. E’ il computer di sinistra.
Rammentiamo, prima di proseguire oltre, che le relazioni con le FARC sono
del tutto normali per i vicini della Colombia. L’ex vice-presidente
venezuelano, José Vicente Rangel, ricordava poco tempo fa, che prima
dell’avvento di Chavez al potere un responsabile delle FARC disponeva di
un ufficio al Ministero degli Affari Esteri venezuelano, soprattutto per
trattare dei danni collaterali del conflitto colombiano in Venezuela.
Immaginate che un esercito di 15000 uomini in guerra con il governo
svizzero stazioni nei pressi del lago di Lemano. Si può scommettere che il
governo francese, ma anche le autorità regionali e locali,
intratterrebbero relazioni con i responsabili di questo esercito per
evitare slittamenti in Francia.
Il Venezuela e
l’Ecuador: bersagli per accuse
Il 3 marzo, ossia solo due giorni dopo l’aggressione all’Ecuador da parte
della Colombia, il governo di Alvaro Uribe comincia a svelare una parte
del contenuto del computer di sinistra. Abbonderebbero le prove a
testimonianza di un’alleanza regionale tra l’Ecuador, il Venezuela e le
FARC.
Nel caso del Venezuela, Chavez è accusato di aver ricevuto dalla
guerriglia 100 milioni di pesos (circa 35.000 euro) al tempo in cui si
trovava in prigione (1992-94) e, viceversa, di aver finanziato la
guerriglia con 300 milioni di dollari. Ancora, il Venezuela è accusato di
favorire il traffico di armi per conto delle FARC, ossia di armare i
ribelli colombiani.
Per quanto riguarda l’Ecuador, le autorità colombiane accusano il Ministro
dell’Interno ecuadoregno, Gustavo Larrea, di connivenza con le FARC. Una
fotografia che si dice trovata nel computer di sinistra mostra Paul Reyes
mentre conversa, secondo le autorità colombiane, con il Ministro
ecuadoregno. La notizia fa il giro del mondo fino a quando Patricio
Echegaray, segretario generale del Partito Comunista Argentino, dichiara
di essere lui quello che appare nella foto. Che importa, ormai il danno è
fatto. Inoltre, altri documenti proverebbero la connivenza di Quito con le
FARC.
I governi ecuadoregno e venezuelano respingono le accuse, sottolineando
l’inverosimile indistruttibilità del computer e il fatto che Bogotà
avrebbe potuto fabbricare false prove.
Alvaro Uribe fa dunque appello all’Interpol per dare risonanza mediatica
mondiale alle sue accuse.
Una unità di crisi viene inviata a Bogotà. E’ diretta da un ex direttore
del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti e già funzionario del
Dipartimento della Giustizia di quel paese: Ronald Kenneth Noble,
attualmente segretario generale dell’Interpol. Immaginiamo un istante che
un ex funzionario cubano, bielorusso o iraniano fosse stato nominato capo
della missione e che il suo rapporto fosse decisamente favorevole al
Venezuela. Si può legittimamente pensare che la macchina mediatica avrebbe
gridato all’inganno. Ma è risaputo che gli Stati Uniti non ingannano mai…
Firma dell'accordo tra l'Interpol e la
Colombia che istituisce un'équipe di esperti per analizzare
i computer delle FARC di cui è venuta in
possesso la Colombia (12 marzo 2008)
Cosa dice il rapporto
dell’Interpol
- Che i file dei computer, dei dischi rigidi esterni e della chiavi USB
pesano 609,6 Gigabytes, pari a 39,5 milioni di pagine Word.
In sede di conferenza stampa, Ronald Kenneth Noble, ha sottolineato che
vista la grandezza dei file ci volevano più di “mille anni per verificarne
il contenuto” e che l’Interpol non aveva verificato l’autenticità del
contenuto delle prove. Detto altrimenti, quello che l’Interpol può fare in
mille anni, i Colombiani l’hanno realizzato in 48 ore, dal 1 marzo data
del bombardamento, al 3 marzo data della prima dichiarazione sulle
presunte prove contenute nel computer di sinistra. Notiamo di passaggio
che gli esperti informatici colombiani uniscono la fortuna alla rapidità
poiché hanno aperto solamente i file che incriminano il Venezuela e
l’Ecuador. Nulla sulle relazioni delle FARC con la Francia o il Brasile,
per esempio.
Cosa è dunque successo in quelle 48 ore? Il rapporto dell’Interpol è
limpido:
- “L’accesso ai dati contenuti negli otto elementi di prova informatici
provenienti dalle FARC tra il 1 marzo 2008, data nella quale sono entrati
in possesso delle autorità colombiane, e le ore 11 e 45 del 3 marzo 2008,
quando sono stati consegnati al Grupo Investigativo de Delitos
Informaticos della polizia giudiziaria colombiana,
non è stato effettuato conformemente ai principi riconosciuti a livello
internazionale [il
grassetto è nostro] in materia di
trattamento degli elementi di prova elettronici (…) In altri termini,
invece di darsi il tempo di creare delle immagini dei contenuti di
ciascuno degli otto elementi di prova acquisiti e di proteggerli contro la
scrittura prima di aprirli, si è acceduto direttamente ai dati in
questione.”
Bizzarramente, è esattamente durante questo lasso di tempo in cui la
polizia giudiziaria colombiana attende i computer che vengono rivelate le
supposte prove. Sarebbe a dire che tali presunte prove non sono il lavoro
scientifico degli informatici della polizia ma di un laboratorio
dell’esercito colombiano che non ha avuto l’accortezza di creare una copia
dei contenuti dei documenti prima di aprirli.
- Inoltre, secondo il rapporto dell’Interpol, dopo il bombardamento del
campo dei guerriglieri sono stati creati o modificati alcuni file di
sistema:
“83. L’esame dell’elemento di prova n. 26 – un computer portatile – ha
rivelato le seguenti incidenze sui file il 1 marzo 2008 o successivamente
a questa data:
273 file di sistema sono stati creati;
373 file di sistema e di uso sono stati oggetto di accessi;
786 file di sistema sono stati modificati;
488 file di sistema sono stati cancellati.
” (La situazione si ripete identica per tutti gli elementi di prova: si
vedano i punti 84, 85, 86, 87, 88, 89, 90 del rapporto).
- Certamente, il rapporto afferma che i file d’uso (testi word, foto,
ecc.) non sono stati né modificati né creati dopo il 1 marzo. Ma nella
stessa conclusione, l’Interpol sottolinea che in tutti gli elementi di
prova esistono migliaia di file datati 2009 o 2010. Riguardo ad essi, l’Interpol
conclude “che essi sono stati creati in una data anteriore al 1 marzo
2008 su una o più macchine i cui parametri di data e di ora del sistema
erano inesatti.
” Ora, come attestare l’autenticità dei file se è così semplice cambiare
la data di creazione di un documento? In altre parole, il laboratorio
dell’esercito colombiano che ha avuto per 48 ore gli elementi di prova
avrebbe potuto benissimo creare un documento e pre-datarlo. Soprattutto
se, come rivela l’Interpol, i file di sistema sono stati modificati.
Come si vede, il rapporto dell’Interpol solleva più domande sulla validità
dei documenti del computer di sinistra di quante risposte fornisca. Poco
importa, lo tsunami mediatico si è già abbattuto sul Venezuela (ma non
sull’Ecuador, vai a sapere perché …). Marie Delcas di Le Monde,
confondendo il lavoro di giudice con quello di giornalista, riprende dal
canto suo le accuse del governo colombiano, quando, ricordiamolo, da una
parte l’Interpol non si è pronunciata sui contenuti dei documenti, e
dall’altra il rapporto getta forti dubbi sull’autentica origine degli
stessi.
Ci piacerebbe che Marie Delcas potesse rispondere all’invito lanciato dal
presidente ecuadoregno Rafael Correa da Parigi il 13 maggio scorso: “Noi
non attribuiamo alcuna credibilità a questi computer, ma chi lo fa
dovrebbe anche accordare credibilità quando le FARC accusano Uribe di
essere un paramilitare e un narcotrafficante.” Finora, neanche una riga da
parte di Le Monde o altri media su questo tema …
Eppure …
Il computer di destra
Nel computer di destra, acquisito nel 2006, sono state rinvenute le prove
di oltre 50 omicidi perpetrati dai paramilitari
[3]
contro leader sindacali e di movimenti sociali nel 2005 e 2006.
In più, sta venendo alla luce una lista di eletti colombiani (senatori,
deputati, sindaci, governatori regionali) sostenuti dai paramilitari.
Decine di eletti beneficiano della protezione, del finanziamento, dei
contatti e dei mezzi di pressione dei paramilitari. E, più grave ancora,
il computer di destra contiene anche delle prove di brogli elettorali
organizzati dai paramilitari in diverse elezioni tra cui quella del
presidente Alvaro Uribe.
Il computer di destra sta diventando il detonatore dello scandalo della
parapolitica in Colombia. Questo neologismo allude al legame che unisce
certi uomini politici, membri dei servizi segreti e uomini d’affari con i
gruppi mafiosi paramilitari, noti tra l’altro per fare a pezzi le loro
vittime con la motosega e giocare a calcio con la loro testa.
C’è stato bisogno dell’Interpol per provare l’autenticità dei documenti
trovati nel computer di destra? No, perché il suo proprietario, “Jorge
40”, ne ha successivamente confermato l’autenticità.
Ma “Jorge 40” non si ferma a questa testimonianza. Conferma l’esistenza
degli Accordi di Ralito. Una alleanza ufficiale, sostenuta da documenti
firmati, tra quattro capi paramilitari e 29 personalità politiche
(deputati, senatori, sindaci, governatori di regioni), un giornalista e
due proprietari terrieri per “rifondare la Patria” e “proteggere la
proprietà privata”. Al momento della firma di questi accordi è stato
notata la presenza del consigliere di Nicolas Sarkozy, il boia argentino
Mario Sandoval [4].
Lo scandalo della parapolitica tocca ormai dei ministri e l’attuale
vice-presidente, la cui famiglia è proprietaria dell’unico quotidiano a
diffusione nazionale. Il cerchio si stringe intorno a Alvaro Uribe.
Malgrado ciò, gli Stati Uniti hanno ottenuto l’estradizione per “Jorge 40”
e altri 12 capi paramilitari. “Jorge 40” e il suo computer non devono più
rendere conto alla giustizia e al popolo colombiano. Il computer di destra
era un problema e lo si è fatto discretamente sparire mentre tutti i media
parlavano del computer di sinistra. Paul Reyes, lui, non c’è più a
testimoniare sull’autenticità dei documenti del suo computer
indistruttibile …
DOCUMENTI ALLEGATI
Rapporto
peritale dell’Interpol sui computers e il materiale informatico delle FARC
acquisiti dalla Colombia (PDF) in francese
NOTE
[1]
Rapport des Forces Armées Equatoriennes [Rapporto delle Forze Armate
Ecuadoregne], citato da El Commercio.
[2] Marie Delcas, « Le Venezuela est accusé d’avoir fourni armes et argent
aux FARC » [Il Venezuela è accusato di aver fornito armi e denaro alle
FARC], Le Monde, 16 maggio 2008.
[3] Per saperne di più sulle pratiche dei gruppi paramilitari colombiani,
si legga l’eccellente articolo di Jorge Chavez Morales,
«Offensive paramilitaire au Venezuela »[Offensiva paramilitare in
Venezuela], Bellaciao.org, 10 agosto 2006.
[4] « Ingrid
Betancourt : le double jeu de Nicolas Sarkozy » [Ingrid Betancourt :
il doppio gioco di Nicolas Sarkozy], Réseau Voltaire, 24 marzo 2008.
Titolo originale: L’ordinateur de Gauche et l’ordinateur de Droite
Fonte : Voltairenet.org
Link:
http://www.voltairenet.org/article157085.html
17.05.2008
Scelto e tradotto per Comedonchisciotte.org da MATTEO BOVIS
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