Il presidente Raúl Castro ha sottolineato la preparazione del popolo
cubano per affrontare il blocco che manca di prospettive ed ha
ripetuto la disposizione al dialogo con gli Stati Uniti in assoluta
uguaglianza di condizioni.
"Da quasi 50 anni dura tutto questo ed è ora che finisca, perchè è
agonizzante", ha dichiarato
parlando con la stampa durante la
visita ufficiale in Brasile,
invitato dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva.
"Se ci chiediamo il perchè del blocco e per che cosa il blocco, a
meno che non si tratti di una vendetta incomprensibile contro un
popolo che non ha mai aggredito gli Stati Uniti, tutto questo
agonizza ulteriormente, dopo il Vertice che si è appena concluso a
Sauípe, in Salvador de Bahía.
"Ci si deve preparare, perchè il blocco non ha prospettive e il
signor presidente degli Stati Uniti ha detto nella sua campagna
elettorale che lo renderà più blando, ma che si manterrà e questo è
offrire il bastone e la carota", ha detto ancora Raúl Castro,
ricordando che più del 70% dei cittadini di Cuba sono nati sotto le
condizioni di blocco e le limitazioni che questo impone.
"Voglio dire che noi siamo allenati e siamo preparati contro il
blocco e contro gli uragani, che oggi sono più frequenti e saranno
sempre più poderosi. Niente ci ha sconfitto, neanche il colonialismo
spagnolo quando concentrarono 300000 soldati alla fine del XIX
secolo nell’ultima guerra dell’epoca. Il signor Obama, presidente
degli USA al quale riconosciamo le sue virtù, deve sapere che adesso
è il momento della verità", ha aggiunto.
"Perchè non si elimina il blocco? La signora Madeleine Albright, ex
segretaria di Stato nell’amministrazione di William Clinton, disse
che per ottenerlo Cuba doveva fare dei gesti. Gesti di che genere?
Gesti perchè? Gesti da parte del paese aggredito e anche
piccolo...".
Raúl Castro ha rivelato d’aver ricevuto una lettera da un ex
presidente: "Che annunciava che ci saranno dei cambi "se faremo dei
gesti pubblici" ed io gli ho immediatamente risposto con lo stesso
affetto espresso nella sua lettera che l’epoca dei gesti è
terminata, è finito con Cuba il tempo dei gesti", ha sottolineato il
presidente cubano.
"I gesti devono essere bilaterali, quelli unilaterali sono finiti".
Queste parole sono state pronunciate durante un pranzo offerto a Itamaraty.
"In America Latina siamo maggiorenni e vogliamo parlare con la
nostra voce, di Cuba e con tutto il continente, cominciando dal
Brasile, che è il fratello maggiore. Da ogni disgrazia si deve
trarre un vantaggio. La disgrazia
di questa crisi economica e
finanziaria e di ogni altro tipo, ci deve dare per lo meno il
vantaggio d’eliminare questa tutela mondiale da parte loro (gli USA)
e di alcuni paesi dell’Unione Europea che ancora ci guardano
dall’alto in basso. Chi vuole continuare con l’atteggiamento del
passato lo rispetteremo, ma si dovrà abituare a vivere nel
pluralismo", ha commentato alla stampa nella sede del ministero
degli esteri del Brasile.
"A voi può sembrare strano che un comunista cubano parli così, ma io
conosco la falsa unanimità. Il mondo sarebbe molto noioso se tutti
pensassimo allo stesso modo, e la differenza è una virtù, ma quel
che si deve saper fare è portare avanti le differenze rispettando
gli altri, esigendo il rispetto.
Questo è il problema del blocco e noi aspetteremo con pazienza. Voi
avete sentito i nostri discorsi, includendo quello di
Salvador de Bahía; io non ho mai pronunciato la parola imperialismo, cosa rara,
perchè la pronunciamo da mezzo secolo e tutto il mondo la conosce.
Stiamo vedendo le conseguenze di quello che è questo sistema e Cuba
è preparata, è uno dei paesi, per differenti ragioni, preparati ad
affrontare questa crisi che è abbastanza complicata e che nessuno sa
quando terminerà".
Ad una domanda sui controrivoluzionari nell’Isola, Raúl Castro ha
risposto in maniera categorica: "Di che dissidenti si parla? Questa
storia la conosco fin troppo bene, come so dei 57 milioni di dollari
approvati l’anno scorso dal Congresso degli Stati Uniti per pagare
questi agenti. Questo è il ruolo che svolgono e questi sono i detti
dissidenti. Perchè non parlate dei
Cinque Eroi nostri che non hanno
fatto niente contro gli Stati Uniti e sono reclusi da più di dieci
anni, uno condannato a due ergastoli"?
Il presidente di Cuba ha precisato: " Abbiamo già detto che siamo
disposti a parlare con il signor Obama dove e quando lui deciderà,
ma in assoluta uguaglianza di condizioni e senza la minima ombra
sulla nostra sovranità.