Santiago de Cuba - "La presenza italiana e
abruzzese in Santiago di Cuba" è stato il tema di un interessante convegno
organizzato nella città cubana dall'Associazione abruzzesi in Cuba
"Francesco Federico Falco" in occasione dell'anniversario della nascita del
personaggio storico a cui il nuovo sodalizio di abruzzesi è intitolato.
Medico ed eroe della Rivoluzione d'indipendenza cubana dalla Spagna, Falco
è, infatti, nato a Penne (Pescara) il 12 aprile 1866. Combattente agli
ordini del generale Antonio Maceo, fu nominato Comandante dell'Esercito
liberatore cubano. Fu, inoltre, presidente in Italia del Comitato centrale
per la Libertà di Cuba, fondato il 6 aprile del 1896 a Roma.
L'incontro, voluto dal presidente dell'Associazione, Antonio De Fabritiis, è
stato organizzato in collaborazione con l'Ufficio del Conservatore e
storiografo della città di Santiago di Cuba e dalla filiale provinciale
della UNEAC (unione scrittori e artisti cubani).
Ben dieci i relatori che hanno trattato
temi diversi, tutti inerenti l'influenza degli italiani e in particolare
degli abruzzesi nella storia e nelle varie discipline artistiche e
scientifiche nella seconda città cubana.
La due giorni, prima iniziativa della neonata associazione di abruzzesi
della Isla grande, è stata patrocinata dal Cram Regione Abruzzo anche se,
purtroppo, il presidente Donato Di Matteo e i consiglieri Giuseppe Tagliente
e Camillo Cesarone, non hanno potuto partecipare, pur inviando saluti. "Il
periodo così denso di appuntamenti politici c'impedisce di recarci a
Santiago de Cuba, per la Vostra interessante iniziativa - ha scritto
Tagliente, nel messaggio del Cram - Ciononostante vogliamo idealmente
partecipare alle manifestazioni indette per commemorare Francesco Federico
Falco almeno con questo messaggio di saluto e ad un tempo di soddisfazione
per l'iniziativa che avete inteso adottare. Conosco la figura di Falco, nei
limiti di quanto ho potuto reperire, e posso senz'altro affermare che egli è
stato uomo di grande valore e di altrettanta passione civile, sempre fedele
a quella 'religione della Libertà' di cui parla un altro corregionale
illustre, Benedetto Croce. La sua vita, interamente spesa per l'affermazione
di questa sua Fede, resta un riferimento e un esempio per i giovani d'oggi.
Mi sono ripromesso di scrivere a breve un volumetto su quest' altro Eroe dei
Due Mondi e sarà mia cura avvisare, appena pubblicato, gli amici residenti a
Cuba per una eventuale presentazione anche nel Paese che Falco amò
senz'altro più del suo".
Assente giustificato anche Domenico Vecchioni, ambasciatore italiano a Cuba,
anche lui originario dell'Abruzzo (Atri) è pure molto legato alla figura
dell'illustre corregionale. Fu, anzi, proprio Vecchioni a stimolare De
Fabritiis e il Cram Abruzzo a recuperare la figura di Falco, ancora poco
conosciuto in Abruzzo.
Come sempre accade a Cuba, anche questa iniziativa ha incuriosito il
pubblico cubano, giunto numeroso all'incontro. La storica cubana Sandra
Estevez ha esaltato la figura di quest'altro "Eroe dei due mondi": "medico,
fu un fervente mazziniano, garibaldino, socialista - ha ricordato la Estevez
- e con una passione esaltante per gli ideali di libertà e democrazia e amò
appassionatamente Cuba tanto da essere chiamato figlio di Cuba ricevendone
la nazionalità e cittadino adottivo di Santiago de Cuba. Egli scrisse più di
40 opere su argomenti diversi e in ben quattro lingue: italiano, spagnolo,
francese e inglese.
Dopo la vittoria nella guerra di indipendenza il Governo cubano affidò a
questo eclettico personaggio incarichi di vario genere, infatti, fu Console
a Genova e ad Amburgo (Germania); rappresentò il Governo cubano nelle
conferenze internazionali sull'immigrazione europea e dell'America latina:
delegato di Cuba nella Commissione penitenziaria internazionale e
nell'Organizzazione mondiale dell'Agricoltura e, infine, Ministro
plenipotenziario in Italia per la Repubblica cubana".
Anche l'architetto Omar Lopez, "historiador" di Santiago, è intervenuto
all'incontro: De Fabritiis lo ha ringraziato calorosamente, nel suo
intervento di apertura "non per pura compiacenza, ha detto il Presidente
degli abruzzesi di Cuba - ma per la sensibilità e la disponibilità che ha
dimostrato verso questa iniziativa. Quando, infatti, gli ho presentato il
progetto di collaborazione culturale fra Abruzzo-Italia e Cuba egli lo ha
valutato molto positivamente e subito mi disse che si poteva iniziare con
questa conferenza, per proseguire, successivamente, a sviluppare l'intero
progetto che, fra l'altro, si prefigge di realizzare a Santiago un Centro
culturale italiano con una buona biblioteca, principalmente ricca di libri
di Storia dell'arte, ma con altrettante buone pubblicazioni riguardanti
argomenti letterari e scientifici".
Saluti e ringraziamenti anche per Rodolfo Vaillant, presidente della locale
Uneac, e per Olga Portuondo, la più grande storica cubana, responsabile
dell'Ufficio storico della Città, "che, assieme a tutti i suoi collaboratori
- ha ricordato De Fabritiis - hanno lavorato intensamente per realizzare con
me questa prima Conferenza sulla presenza abruzzese-italiana in questa
città, a partire da Falco. Dico prima conferenza, perché la Portuondo ha
proposto, e ne sono felice, di proseguire anche negli anni avvenire, queste
Conferenze, ovviamente, trattando ogni anno un personaggio italiano diverso
e di un tema specifico, ricordando che gli italiani hanno lasciato qui, un
impronta profonda nelle più varie discipline come l'architettura, la
scultura, la pittura, la musica e da ultimo, ma non meno importante, nella
storia di Cuba.
"Sarà sufficiente - prosegue - iniziare con il ricordo dello scopritore
delle Americhe Cristoforo Colombo per proseguire con Giuseppe Garibaldi,
l'Eroe dei due mondi, che condivise e sostenne la causa dell'indipendenza
cubana, partecipando perfino a una riunione dei patrioti cubani, che si
tenne, fra il 16 novembre e il 3 dicembre 1850, in una farmacia dietro la
"calle Obispo", come ha rivelato recentemente l'historiador dell'Avana
Eusebio Leal. Sono stati, però, tantissimi gli altri italiani che hanno
lottato assieme al popolo cubano, fino ad arrivare alla vittoria, nella
guerra, contro il colonialismo spagnolo e per l'indipendenza di Cuba, che si
svolse tra il 1895 e il 1898. Tra quanti si distinsero in questa lotta per
la libertà di Cuba, c'era Falco che, il 18 giugno 1898, fu nominato
comandante del Corpo di Sanità militare, realizzando, così il suo sogno di
combattere a fianco dei cubani per la libertà di questa Isola.
"Noi, Abruzzesi in Cuba, nel porre questo nome alla nostra Associazione,
vogliamo ricordare, non solo, questo grande personaggio della storia
italo-cubana, ma anche tutti gli italiani che contribuirono, in vario modo,
alla lotta per la libertà del popolo cubano e che furono veramente
moltissimi, ben 2.895. Sarà anche utile riportare il numero degli stessi per
le varie regioni italiane, così come li elenca Fernando Ortis nel libro
"Italia y Cuba": Abruzzo 206, Campania 17, Sardegna 79, Emilia 57, Romagna
139, Lazio 417, Liguria 89, Lombardia 331, Marche 422, Piemonte 4, Puglia
209, Sicilia 55, Toscana 440, Umbria 362, Venezia 4 e anche 69 emigrati
italiani in Argentina".
De Fabritiis, noto in Abruzzo per essere stato presidente dell'Inps di
Pescara e segretario regionale della Cisl-Funzione pubblica, ha aggiunto che
gli abruzzesi a Cuba "sono convinti che sia un dovere riannodare questo filo
che sempre ha visto molto vicini i due popoli e lavoriamo per ritrovare un
nuovo e forte spirito di amore, amicizia, solidarietà fra gli italiani e i
cubani proprio a cominciare dal più antico, nobile e importante mezzo di
comunicazione che è rappresentato dalla cultura nella sua più ampia
accezione".
L'articolo.34 della Costituzione cubana, ha ricordato De Fabritiis, dice
testualmente: "Gli stranieri residenti nel territorio della Repubblica sono
equiparati ai cubani...", mentre l'articolo.54, afferma: "I diritti di
riunione, manifestazione e associazione... e libertà di parola e opinione,
basate nel diritto illimitato alla iniziativa e alla critica".
Josè Martì, il più grande intellettuale, scrittore e pensatore cubano, fu
anche un fervente mazziniano e il pensiero di questo uomo, indimenticabile,
si rivolse sempre verso l'insegnamento dell'amore fraterno fra i popoli.
Ricordando questi aspetti dell'eroe dell'Indipendenza cubana dalla Spagna,
il Presidente degli abruzzesi ha aggiunto: "Noi italiani lo consideriamo una
ottima guida per ricercare quanto di meglio sempre ci fu e ci potrà essere
fra il popolo cubano e italiano", senza dimenticare che l'insegnamento Martì
quando afferma: "Io voglio che la prima legge della nostra Repubblica sia il
culto dei cubani alla dignità piena dell'uomo" e con questo profondo
desiderio dobbiamo cercare di concepire i nostri sentimenti verso tutti gli
uomini, senza distinzione di razza, colore della pelle, sesso, credenza
religiosa ,o, qualsiasi altra differenza. L'Associazione abruzzesi in Cuba
si riconosce pienamente e si inspira totalmente a questi principi e farà
ogni sforzo per affermare la bontà dei suddetti valori".
Durante l'incontro è stato proiettato il documentario "Il Carnevale di
Santiago di Cuba", del regista abruzzese Gianfranco Di Giacomantonio, che
sta realizzando anche un documentario su Falco.
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