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2 giugno '08 - www.granma.cu (teleSUR)
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Il XIII Festival Internazionale di Poesia
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Al XIII Festival Internazionale di Poesia hanno partecipato poeti di una ventina di paesi, specialisti in lingue originarie come il mapuche, wayú, kamsá, quiché, guaraní, aymara, quechua e cuna.
Questa edizione del festival, dedicata alla poesia dei popoli autoctoni e originari di diversi paesi del mondo, ha contato sulla partecipazione di 200 intellettuali che hanno mostrato al mondo la grandezza delle culture originarie.
Elicura Chihuailaf, poeta cileno, ha detto che "è un incontro con noi stessi, che , come dice la nostra gente, siamo appena una piccola mostra dell’universo”.
I poeti hanno coinciso nell’affermare che la performance poetica riguarda tutte le lingue.
Alex Pausides, poeta cubano, ha detto che: "In un mondo senza comunicazione, in questo mondo la parola di un poeta può servire da comunicazione, per parlare con un altro, per esprimersi, per comunicare
Pausides considera importante "dare la parola ai popoli indigeni che per 500 anni sono stati zittiti ed emarginati”. Patricia Serra, residente di Cuba, ha indicato che in piazze, centri di lavoro e comunità si è ascoltata la poesia come parte di questo festival, includendo altre lingue che non comprendiamo, ma il cui messaggio giunge come l’immagine di quel che è la poesia.
Durante l’incontro organizzato dalla UNEAC, i partecipanti hanno visitato vari luoghi dell’Isola per regalare la loro arte ai cubani.
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29 maggio '08 - M.Hernandez www.granma.cu
Poeti per la dignità umana
La costante affermazione della poesia come arma che unisce volontà, come una chiave magica della vita che protegge i desideri più reconditi della natura umana, ha condotto il dibattito della Giunta Mondiale dei Poeti in Difesa dell’Umanità, che si è svolto nell’ambito del programma del XIII Festival Internazionale di Poesia de L’Avana.
All’inizio del Festival, il cubano Luis Marré ha ricevuto il Premio Rafael Alberti; poi si è svolto il recital Palabra del mundo, aperto da Fina García Marruz e Cintio Vitier che hanno letto versi bardi del Paquistan, Canada, Spagna, Trinidad y Tobago, Sri Lanka, Brasile, Tailandia e delle nazioni Kamsá (Colombia), Mapuche (Cile), Quechua (Ecuador e Perù), Aymara (Perù) e Guaraní (Paraguay).
I gruppo Vocal Desandann ha presentato all’immaginazione la forza ritmica delle tradizioni popolari africane e dei Caraibi, e quindi poeti delle nazioni autoctone dell’America Latina, come la Mapuche, la Maya, la Aymara, tra le tante, hanno parlato direttamente allo spirito dei loro popoli originari, al quale è dedicato questo evento.
Emozionato, il poeta messicano Juan Bañuelos, ha chiamato a lottare per la sopravvivenza della specie, per ridare valore e analizzare le conquiste della tecnologia, bloccare il cambio climatico per salvare l’umanità e fomentare la diversità culturale per la dignità umana.
“In alcuni secoli gli abitanti originali stabiliti da millenni, che si contavano a milioni in tutta l’America, sono divenuti un settore marginale e sono anche stati cancellati dal destino del continente. Per questo siamo venuti a parlare qui per difendere una coerenza nativa che viene schiacciata continuamente dalla politica della filosofia occidentale, in un tentativo di spoliazione intellettuale”, ha detto.
L’incontro, presieduto dal poeta Alex Pausides, ha visto il noto intellettuale del Mozambico, Marcelino Dos Santos, approfondire il tessuto sociale del suo continente per esprimere le preoccupazioni sulla situazione di saccheggio da parte della società dei consumi e delle transanazionali.
In questo contesto sono seguite letture delle opere, risaltandone la parola poetica e l’attitudine civica, dello scrittore peruviano Víctor Morillo, appena deceduto e autore d’importanti opere della poesia latinoamericana, come il Canto corale a Túpac Amaru.
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