|
|
27 novembre '08 - A.P.Mireles www.granma.cu
Polo Montañéz:
eterno romantico
Sfortunato in amore, ma sempre romantico Polo Montañéz ha vissuto intensamente i suoi ultimi anni.
Assieme ai suoi sogni di quarantanni, di lui sono restate melodie che non ha mai interpretato e l’incurabile nostalgia che ha lasciato la sua assenza.
A Las Terrazzas il cantante è più che un ricordo: il suo spirito di poeta cantautore accompagnala la comunità contadina dell’estremo occidentale cubano, che aveva fatto tesoro di aneddoti e canzoni su Polo anche prima della sua repentina dipartita.
“Tutti parlano di lui con affetto e orgoglio”, assicura Amaury Ramos, nipote e complice nelle notti di successi e di sventure.
“Polo era molto benvoluto qui, perchè è sempre stato lo stesso anche quando era famoso, non ha mai fatto finta d’essere naturale; era così spontaneamente. Tornava da un viaggio e cercava un amico, faceva un concerto in qualsiasi angolo”, racconta.
“Nella sua turnée in Colombia aiutava i bambini di strada, gli comprava scarpe e cibo, li incontrava per strada e li portava in un negozio... e questo non lo fanno tutti. Era un cantante diventato famoso senza volerlo, con un insieme di sorpresa e ingenuità. È riuscito a irrompere negli scenari dell’Europa e dell’America Latina ed ha avuto un disco d’oro e un disco di platino con il suo primo CD ed è divenuto una sorta di idolo popolare”.
“Lui non si aspettava tanti applausi, ma sua madre sì. Diceva - questo ragazzo un giorno sarà grande - e lo ascoltava mentre canticchiava le canzoni. Aveva molti sogni, molti piani per il futuro e ne ha realizzato qualcuno, ma gli altri sono rimasti lì”, dice Amaury Ramos.
“Voleva cantare per la gente della campagna e fare un gran giro di tutta l’Isola, ma non è più stato possibile. L’ultima tappa della sua esistenza fu molto agitata, dormiva pochissimo e non riposava”, ricorda.
“Si lamentava d’aver perduto tempo per far conoscere la sua opera e cercò per questo d’utilizzare ogni minuto. Faceva lunghi viaggi e si fermava solo per bere un caffè, poi continuava con le interviste e le registrazioni: una vita quasi pazzesca”.
“Tra le sue particolarità meno conosciute c’era quella dell’umorismo: scherzava con tutti, rideva di sè stesso e nei suoi racconti rideva di quel giorno che restò rinchiuso in un ascensore, rideva delle sue scoperte quotidiane e parlava con un tono giocoso” sottolinea il nipote.
“Le parole delle sue canzoni parlano di grandi passioni, di amori sfortunati, separazioni e incontri. Polo ha avuto delusioni d’amore, ma non ha mai smesso d’essere romantico e le sue melodie piacciono tanto perchè sono piene di sentimento e di malinconia. Tre donne sono state importanti nella sua vita ed è a loro che ha dedicato i testi.
La più famosa, “Un montón de estrellas” l’ha scritta semplicemente per parlare di desideri e possibilità, ma non di sè stesso.
Sei anni dopo la sua morte in un incidente automobilistico, il gruppo di Polo Montañez, diretto da Amaury è uno dei migliori e autentici omaggi a questo perenne “guajiro natural”.
“Non si tratta solo di conservarne il ricordo, ma di mantenere viva la sua musica, con il suo stile così peculiare, che usava per esprimersi e musicare i suoi brani. Il violino, uno dei suoi strumenti preferiti, fa parte definitivamente del gruppo”, ha detto ancora il nipote di questo eterno romantico.
|
|