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4 gennaio '08 - J.De La Osawww.granma.cu |
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2007, mortalità infantile al 5,3! |
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Per il secondo anno consecutivo Cuba raggiunge un tasso di mortalità infantile di 5,3 per ogni mille nati vivi, la più bassa nella storia del nostro paese e, insieme al Canada, al di sotto della media delle Americhe, genuina espressione del più sacro dei diritti: la salute.
Come riconoscono gli esperti, il vero parametro del progresso di una nazione è la qualità delle attenzioni ai bambini, la salute e la protezione, la sicurezza materiale, l’educazione e la socializzazione. Il tasso di mortatilità infantile è un indicatore che riassume tutti questi risultati.
Globalmente il tasso mondiale è di 52 per ogni mille nati vivi e di 26 per l’America Latina. L’Africa Occidentale raggiunge i 108. I dati sono riportati dal rapporto UNICEF "La condizione dell’infanzia nel mondo 2007".
Nell’insieme, i paesi industrializzati registrano un tasso di mortalità pari a 5, ciò nonostante, gli Stati Uniti arrivano a 6, il doppio di paesi con la mortalità più bassa (Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Giappone) che presentano una media di 3 morti. Quale dimostrazione della disuguaglianza, la popolazione nera non ispanica degli USA, ha tassi considerevolmente più alti rispetto a tutti gli altri gruppi etnici o razziali, circa 13. A Cuba non ci sono queste differenze.
I dati preliminari sulla mortalità infantile, resi noti dal Programma di Attenzione Materno Infantile (PAMI) e dalla Direzione di Statistica del Ministero della Salute Pubblica, mostrano che 6 province si attestano al di sotto della media nazionale: Holguín e Città de La Habana (5,0), Las Tunas e Matanzas (4,4), Camagüey (4,2,) e Sancti Spíritus (4,1).
Ben 21 municipi del paese hanno chiuso l’anno con un tasso di mortalità infantile pari a zero: Candelaria, Minas de Matahambre, Melena del Sur, Nueva Paz, Bauta, Pedro Betancourt, Unión de Reyes, Ciénaga de Zapata, Calimete, Cifuentes, Yaguajay, Taguasco, Florencia, Najasa, Manatí, Colombia, Antilla, Cauto Cristo, Salvador, Imías e Manuel Tames.
Durante l’anno appena trascorso sono state registrate 112.425 nascite, 1.102 in più rispetto al 2006, e 592 morti tra i nati vivi, a causa principalmente di affezioni perinatali, anomalie congenite e infezioni.
Nonostante gli studi e le indagini sulle malformazioni congenite, con l’ausilio di ecografie e alfafetoproteina, siano diffusi in tutto il paese, non sempre è possibile rilevarle. Studi internazionali attestano all’80% l’attendibilità di questi esami diagnostici.
ATTENZIONE ALLA MADRE E AL BIMBO
Gli indicatori della mortalità infantile nella Cuba prerivoluzionaria raggiungevano la cifra di 60 morti per ogni mille nati vivi. Nel 1962 solo a causa di affezioni diarroiche, derivate dalle deplorabili condizioni sanitarie ereditate dalla Rivoluzione, morirono 3.000 bimbi minori di un anno d’età, con un tasso di mortalità infantile di 42 per ogni mille nati vivi.
Un rapido sguardo all’attenzione profusa, negli ultimi 50 anni, a madri e bimbi, ci mostra la ferrea volontà politica del Governo Rivoluzionario che, contro ogni avversità (si legga guerra economica e criminale blocco degli USA contro Cuba), ha offerto la massima protezione alla salute della popolazione, e specialmente a queste categorie più sensibili.
Quando ancora oggi nel modo, ogni anno, muoiono durante la gravidanza, parto e puerperio più di mezzo milione di donne, una ogni minuto – 400 donne morte ogni 100mila nascite, 190 in America Latina, nel nostro paese il tasso è di 21 (18 morti materne dirette in meno del 2006), a causa di emorragie, embolismo del liquido amniotico (quando passa al flusso sanguineo) e disturbi della coagulazione.
I bassi tassi di mortalità materno-infantile sono frutto del colossale sviluppo educazionale iniziato con la Campagna di Alfabetizzazione, la creazione di un sistema sanitario accessibile e gratuito per tutta la popolazione, senza eccezioni, e le massicce campagne di vaccinazione, che hanno consentito il raggiungimento degli indiscussi risultati della sanità rivoluzionaria.
A ciò si aggiunge il potenziamento dei programmi di pianificazione familiare, basati sul diritto riproduttivo della donna di scegliere liberamente di numero di figli che desidera avere, e un’attenzione medica che assicura, attualmente, una media di 17 controlli ad ogni gestante e che il 99,99% partorisca in strutture sanitarie, con l’eccezione delle poche neomamme colte di sorpresa dal parto durante il viaggio verso l’ospedale.
Dopo dell’accertamento della gravidanza nelle settimane iniziali, alla prima visita, sono prescritti alla donna otto esami diagnostici, tra cui il sierologico (per la sifilide) mentre quello per HIV/AIDS viene realizzato alla coppia.
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