11 gennaio '08 - tratto da La rinascita della sinistra

 

GUANTANAMO

Sei anni di abusi. L'11 gennaio 2002 apriva il carcere dell'orrore

 

 

 

Ricorre oggi il sesto anniversario dell'apertura di uno dei centri di detenzione più tristemente famosi nel mondo, simbolo delle violazioni dei diritti umani, d'ingiustizia ed abusi.

L'11 gennaio 2002 i primi prigionieri, incappucciati ed incatenati, entrarono nel carcere statunitense di massima sicurezza di Guantanamo Bay. Da allora vi sono stati reclusi più di 800 uomini, in un sistema che va oltre ogni legalità ed elude il diritto internazionale.

Vengono spediti a Guantanamo i sospettati di terrorismo, senza che siano loro formulate accuse precise né abbiano il diritto di avere un processo giusto o presentarsi davanti ad un giudice civile.
I prigionieri vengono tenuti in completo isolamento dal mondo esterno, vittime di violenze e abusi, in condizioni di vita disumane. Testimonianze e confessioni vengono estorte con metodi coercitivi e con la tortura e i “fortunati” che arrivano ad un processo vengono spesso condannati grazie a prove tenute segrete.

Il centro di massima sicurezza di Guantanamo è il simbolo e il monito che il governo dei “civilissimi” Stati Uniti d'America lancia nella lotta al terrorismo. Infatti dopo l'11 settembre è stato facile giustificare alla comunità detenzioni illegali, torture e violazioni dei diritti umani verso prigionieri presentati come terroristi sanguinari, indegni di vedersi riconosciuti i diritti processuali e umanitari, colpevoli a prescindere. Ma in sei anni, nel carcere statunitense, solo 10 dei detenuti sono stati accusati di un crimine e soltanto uno è stato condannato, per gli altri permane una detenzione ingiustificata a tempo indeterminato.
Quello di Guantanamo, più che un sistema di sicurezza nell'ambito della “guerra al terrorismo” inneggiata dagli Usa, è un vero e proprio sistema del terrore, che garantisce amplissimi ed indiscussi poteri al presidente e si inserisce nell'ambito di una struttura più ampia che comprende il programma di detenzioni segrete della Cia e le “rendition”, trasferimenti di detenuti da un paese all'altro.

Sono attualmente detenuti nel carcere quasi 300 detenuti, di cui l'80% nel campo d'isolamento Echo e nei campi 5 e 6, dove le condizioni di detenzione sono più dure: celle individuali prive di finestre, 22 ore al giorno d'isolamento, divieto di accesso a giornali e televisione, sorveglianza video ininterrotta, continui interrogatori, mancanza di cure mediche.
La segregazione a Guantanamo è così dura che sono frequenti i tentativi di suicidio, di cui quattro riusciti. Un numero che sarebbe più alto probabilmente, ma il controllo è così serrato che togliersi la vita è difficile mentre impazzire è facilissimo.

È da tempo che associazioni per i diritti umani, familiari delle vittime e rappresentanti di amministrazioni straniere denunciano l'illegalità delle procedure adottate a Guantanamo, ma il governo Bush ha ricevuto i colpi più duri dalla Corte Suprema statunitense che ha emesso verdetti che sanciscono l'illegalità delle commissioni militari che operano a Guantanamo.
Oggi si terranno più di 70 manifestazioni, sit-in e proteste in tutto il mondo, molti dei quali davanti a ambasciate e consolati statunitensi, per esigere la chiusura immediata di Guantanamo.