9 febbraio '08 www.unita.it

 

GUANTANAMO

processo per sei detenuti

 

 

Sei detenuti del carcere di Guantanamo affronteranno un processo per l´11 settembre. Sono accusati di aver avuto un ruolo centrale negli attentati di sette anni fa. Niente di strano, si dirà. Ma, colpevoli o meno, quella di un processo è già una novità: ad oggi, infatti, tra tutte le persone che sono passate per la baia trasformata in prigione, nessuno ha mai avuto un processo né, di conseguenza, una sentenza di condanna o di assoluzione.

Per questo la notizia finisce dritta dritta sulla prima pagina del New York Times. Ma per l'autorevole quotidiano americano, non si tratta solo di combattere il terrorismo. Il caso serve soprattutto, secondo la tesi del NYTimes, a supportare il vecchio obiettivo di George W. Bush, quello di dimostrare la ragionevolezza della guerra al terrore. E, scrive il New York Times, aiuta l'amministrazione ad avvalorare l'idea per cui i prigionieri avrebbero proseguito negli attentati se non fossero stati rinchiusi a Guantanamo o in qualche altro carcere.

Ma non solo. Il caso serve anche a dare nuova linfa alla legittimità dei Tribunali militari, che hanno avuto una storia travagliata e non hanno mai avuto il beneplacito delle corti civili statunitensi. Incriminare e processare i detenuti, quindi, significa dare autorevolezza a quei Tribunali militari che la Corte Suprema americana aveva più volte condannato perché non garantivano il diritto alla difesa dei detenuti, la presunzione di innocenza e la possibilità di ricorrere in appello.

Ora per le Corti si tratterà di dimostrare le accuse, che vanno dall'omicidio, alla cospirazione e alla fornitura di materiali di supporto all'azione terroristica: tra gli incriminati c'è anche Zacarias Moussaoui, l'unico ad essere stato oggetto di indagini anche da parte dei tribunali civili.

Per i 275 detenuti ancora reclusi nel carcere senza diritti, è ancora lontano lo spiraglio per vedere cambiare la versione di Bush sulla giustizia americana