«Il presidente Berlusconi e i ministri Alfano
e Maroni chiariscano immediatamente in Parlamento sul ruolo svolto a
Guantanamo dai servizi segreti italiani, ruolo che sarebbe in grave violazione
della Convenzione internazionale sulla tortura e della Convenzione europea sui
diritti umani». È l'oggetto di un'interrogazione urgente al presidente del
Consiglio e ai
IRIB 24.6.08 - Sei cittadini tunisini,
per anni domiciliati in Italia e attualmente rinchiusi nel carcere di
Guantanamo a Cuba, sarebbero stati interrogati da agenti del Sismi tra
il 2002 e il 2003, "in un periodo in cui gli interrogatori sotto tortura
hanno costituito prassi regolare nella prigione".
È la denuncia dell'avvocato americano
Cori Crider, che per conto della associazione Reprieve, tutela i diritti
dei detenuti in questione.
Secondo quanto riferito da Repubblica,
il legale ha redatto un rapporto di 26 pagine che accusa Roma "di
complicità nella violazione dei diritti umani" dei suoi assistiti,
prigionieri da sei anni nel carcere americano di massima sicurezza.
L'11 giugno scorso, si legge, Cori
Crider ha fatto recapitare, insieme al rapporto, una lettera di tre
cartelle al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro
della Giustizia Angelino Alfano, a quello dell'Interno Roberto Maroni, a
quello degli Esteri Franco Frattini. Nella lettera si spiega che "le
autorità italiane, in piena violazione del diritto internazionale,
appaiono complici nella cattura dei sei cittadini tunisini" di cui
l'avvocato cura gli interessi, "e negli abusi che hanno subito
nell'isola di Cuba, a Guantánamo" .
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ministri della Giustizia e dell'Interno, presentata da Felice Casson insieme a quaranta senatori del Partito democratico.
L'interrogazione fa riferimento alle «operazioni di “extraordinary renditions”»
che sei tunisini residenti in Italia e ora detenuti a Guantanamo, denunciano
di aver subito «tra il 2002 e il 2003». I sei sostengono di essere stati
condotti al carcere americano di massima sicurezza «mediante voli realizzati
attraversando lo spazio aereo italiano, dunque con la complicità o quantomeno
il tacito assenso, delle autorità italiane». E denunciano di essere stati
«interrogati da agenti delle forze dell'ordine e dei servizi di intelligence
italiani, i quali avrebbero condiviso le informazioni raccolte con i servizi
di sicurezza statunitensi e con il regime tunisino».
«È quanto mai urgente - sostengono i senatori del Pd - che il governo fornisca
dettagliate informazioni, oltre a valutare provvedimenti urgenti per fare
piena chiarezza sulle eventuali responsabilità di appartenenti ad apparati
pubblici di prevenzione e/o sicurezza, relativamente a queste consegne
speciali, anche a prescindere dalla responsabilità penale di singoli
funzionari in tali condotte, sulla quale sarà la magistratura ad effettuare
gli accertamenti e le valutazioni del caso.
È necessario inoltre - si legge nell'interrogazione - sapere cosa l'Italia
intende fare di fronte alla richiesta di rientro in Italia di tali cittadini,
per impedire che il nostro Paese si renda corresponsabile della loro consegna
ad un Paese, quale la Tunisia, nel quale essi sarebbero esposti al rischio di
tortura o trattamenti inumani e degradanti».
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