Bush
permette alla CIA di torturare
WILLIAM FISHER
Il presidente degli Stati Uniti, George
W. Bush, ha deciso di sfidare il Congresso ed ha vietato una legge
contro l’uso del detto “sottomarino”, la simulazione di affogamento e di
altre “tecniche intensive” d’interrogatorio per ottenere informazioni da
presunti terroristi.
Le legga limitava alla CIA, oltre all’uso
di 19 metodi meno aggressivi descritti in un manuale dell’esercito,
l’uso del “sottomarino” (waterboarding in inglese), tortura usata dalle
dittature latino americane negli anni settanta e ottanta, che consiste
nel far provare all’interrogato la sensazione di morire affogato.
Il Congresso probabilmente non conta
sulla maggioranza di due terzi dei voti necessari per lasciare senza
effetto il veto di Bush, che conta soprattutto sul sostegno dei senatori
del Partito Repubblicano, tra i quali John McCain, il candidato
presidenziale per le elezioni di novembre.
McCain è stato uno dei sostenitori della
Legge di Trattamento dei Detenuti del 2006, che proibisce l’uso della
tortura da parte dell’esercito, ma non include la CIA nel veto per
questi interrogatori.
Bush l’aveva approvata chiarendo che si
aggiudicava la facoltà d’ignorarla nei casi in cui la “sicurezza
nazionale lo avrebbe reso necessario”.
“Sceneggiare un’esecuzione attraverso la percezione della
asfissia è una chiara violazione alla legge”, aveva segnalato McCain in
quella
opportunità.
McCain si è allineato con Bush per l’uso
del sottomarino da parte della CIA ed ha considerato che non si possono
applicare gli stessi criteri usati per l’esercito negli interrogatori
dell’agenzia.
Gli attivisti dei diritti umani
condannano duramente la posizione adottata da Mc Cain che, il 4 marzo,
si è assicurato la candidatura dei repubblicani per le elezioni
presidenziali.
“Il suo voto contro la legge che mette
fin alla tortura dimostra che mente quando dice di preoccuparsi dei
diritti umanai fondamentali. È un opportunista e quel che è peggio
complice nell’uso della tortura”, ha detto Michael Ratner, del Centro
per i Diritti Costituzionali, che h difeso vari detenuti nella base
navale di Guantanamo, a Cuba.
L’uso del sottomarino è divenuto un
paradigma di poteri speciali che il governo di Bush reclama.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale
(1939-1945), Washington processò i soldati giapponesi che avevano usato
questa forma di tortura con prigionieri degli USA.
“Si tratta d’una tragedia di dimensioni
storiche il fatto che il presidente degli USA, dopo aver detto più volte
che noi non torturiamo, abbia vietato una legge che obbliga il potere
esecutivo a rispettare questo principio”, ha detto il costituzionalista
David Cole, nella Facoltà di diritto dell’Università di Georgetown.
Tra i critici di Bush per la sua
posizione rispetto alla tortura ci sono almeno 30 generali ritirati che
hanno segnalato che l’uso della tortura è poco consigliabile e
inefficace.
“Ascoltiamo molti argomenti che cercano
di giustificare le dette tecniche intensive d’interrogatorio, ma
sappiamo esattamente di cosa si sta parlando. Si tratta di tortura con
un facciata differente”, ha detto il brigadiere generale ritirato James
Cullen.
Il generale David Petraeous, massimo
comandante militare statunitense in Iraq, ha sostenuto che i metodi
previsti nel manuale dell’esercito costituiscono una forma effettiva ed
umana d’ottenere informazioni dal nemico.
Un altro punto di scontri ha a che vedere
con l’autorizzazione data da Bush
All’Agenzia nazionale di Sicurezza, la
maggiore di 16 organizzazioni d’intelligenza degli USA, perchè controlli
i contenuti delle conversazioni telefoniche e la posta elettronica,
senza ordine giudiziario.
Nel 1978 il Congresso ha approvato una
legge creata da un Tribunale Speciale che dice che si deve ricorrere al
governo per chiedere autorizzazioni per realizzare uno spionaggio del
genere.
Ma Bush, dopo gli attacchi dell’11
settembre, ha lanciato un programma di vigilanza anti terrorista, senza
richiedere l’approvazione ed ha coinvolto le compagnie telefoniche e i
fornitori del servizio d’Internet.
Un tentativo dei legislatori per porre
limiti a queste pratiche è attualmente impantanato in un dibattito per
stabilire se queste imprese devono ricevere immunità retroattiva, di
fronte a possibili denunce giudiziarie, anche se Bush assicura che non
hanno mai violato nessuna legge.
|