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24/06/2008 - M.Castagnedi www.radiocittaperta.it |
Le info su Cuba ? Ce le danno sempre "loro" |
Qualcuno penserà che noi insistiamo troppo in questa polemica sulla caterva di errori e inesattezze su Cuba presenti costantemente sui giornali italiani, ma seguiamo una equazione che non ci sembra secondaria o inutile. Cioè, che se "i famosi inviati" sbagliano tanti dettagli, particolari, luoghi, e fatti nei loro frettolosi articoli da Cuba, come faranno poi a conoscere, comprendere e comunicare correttamente le cose importanti e gli avvenimenti fondamentali di Cuba?
Insistiamo che solo i corrispondenti stabili (aboliti dalla stampa italiana a Cuba) sono in condizione di esaminare correttamente e più in profondità le cose cubane. Esempi variati vengono dalla ridda di "articoli di viaggio" usciti a fine aprile e primi maggio su diverse testate italiane. Proviamo ad analizzarne alcuni, dove le sviste sono secondo noi illuminanti.
Ecco anche questa è una scelta che ha un suo preciso obiettivo mediatico più o meno subliminale. Una scelta scorretta col suo solito risultato: disinformativo.
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4 marzo '08 - M.Castagnedi www.radiocittaperta.it |
Cuba 2008:
fra tradizione ed avvenire |
Raul Castro ha partecipato giovanissimo a tutte queste battaglie guidate dal Comandante in capo Fidel e gia alla fine dei ‘60 era indicato come il numero due dopo Fidel.
Ricordiamo questi fatti perché ancora oggi - e già nell’agosto del 2006 con la grave malattia di Fidel e ancora nel giugno di cinque anni fa - buona parte dei commentatori della stampa occidentale e italiana gridavano al “ nepotismo” e alla “trasmissione famigliare” del potere. No, Raul era con pieno merito designato da quaranta anni come successore di Fidel e questo lo hanno sempre saputo anche gli scolari cubani delle elementari. I giornalisti occidentali invece no.
Dunque Raul, oggi viene eletto dal parlamento cubano del Poder Popular presidente del consiglio di Stato e dei ministri dopo una supplenza di 18 mesi a suo fratello maggiore Fidel. Raul é capace, serio, lascia la carica di ministro delle forze armate, continua a governare come ha fatto dal 31 luglio 2006, data della prima operazione chirurgica di Fidel. Certo di suo fratello, Raul non ha il carisma, a Cuba lo sanno tutti, ma che importa? Ha detto Raul nel suo breve discorso dei giorni scorsi al parlamento. “Fidel é Fidel. é insostituibile. Sente crescere l’erba, vede cosa accade dietro l’angolo. Chiedo al parlamento di consultarlo per ogni questione importante.”
Quanto al primo vicepresidente José Ramon Machado Ventura é anch’esso dei tempi della guerriglia, cosi come tra i nuovi vicepresidenti lo é Juan Almeida, straordinario combattente della Sierra Maestra, ma c’é anche il cinquantenne Carlos Lage ministro delle attività produttive.
Nessun cambio dunque in Cuba, nessuna “transizione” istericamente sognata tra gli anticastristi viscerali di Miami, nessun “plan Bush”per riportare Cuba sotto dominio yankee come dal 1898 al 1958.
Il nemico é forte e spietato, i problemi sono molti - ha detto Raul - ma li affronteremo con idee dialettiche e creative.
FIDEL. Il Comandante en jefe (qui a Cuba si continua a chiamarlo così anche se lui non vuole e la carica é vacante) ha lasciato, ma solo in parte. Ha deciso al momento più giusto, come sempre. Poteva farlo oltre un anno fa nella disperazione della malattia terribile, operato più volte, sotto di venti chili. Poteva anche rimanere aggrappato ai suoi poteri solo sospesi ora che le sue condizioni sono molto migliori. Ha deciso oggi perché, pur in ripresa fisica, ha capito che non avrebbe più potuto far fronte agli impegni fisicamente. Lo ha scritto:” non intendo aggrapparmi a cariche ne ostruire il passo a più giovani, é un mio dovere elementare”.
Ma Fidel rimane sempre sulla breccia, con altri compiti e altre autorità morali e culturali. Con una lucidità mentale sempre straordinaria ha aggiunto che ha molto più tempo per leggere, informarsi, riflettere e scrivere i suoi articoli e le sue “riflessioni” sul mondo attuale e sul futuro. Bastava leggere i suoi articoli pubblicati sul “Candidato repubblicano”, McCaine. Completi, competenti, esaustivi. Fidel ricordava anche il suo viaggio del settembre ’73 in Vietnam quando ancora continuava la guerra dove la tremenda macchina bellica USA fece oltre 5 milioni di morti. Il senso degli articoli di Fidel era se il mondo oggi possa permettersi un eventuale presidente americano ex pilota cacciabombardiere figlio e nipote di ammiragli.
Ha detto il presidente brasiliano Lula Da Silva:”Fidel é l’ultimo mito vivente del mondo”, e é attribuita al presidente algerino Bouteflika la seguente immaginifica e folgorante frase di qualche tempo fa: “ Fidel a volte fa delle incursioni nel futuro e poi... ritorna a raccontarcelo.”
Grande protagonista della “battaglia di idee” (le idee possono essere più potenti degli eserciti, ha sempre sostenuto) Fidel Castro é stato incredibilmente odiato e attaccato come nessuno dalla stampa occidentale e specialmente italiana degli ultimi decenni. Sul Corriere della Sera, il direttore Paolo Mieli ha scritto che “Castro ha inflitto grandi sofferenze al suo popolo”(?!) e l’opinionista Angelo Panebianco (Corriere del 3 settembre 2001, prima pagina) si chiedeva di quale speciale salvacondotto il tiranno caraibico era fornito per muoversi liberamente nel mondo.(?!) E proseguiva, sempre sul Corriere del 9 settembre 2001 ancora con editoriale in prima pagina - mai vista una cosa del genere, due articoli contro la stessa persona in meno di una settimana - l’illustre professor Alberto Ronchey scrivendo che Castro ha messo i cubani in ginocchio davanti ai fucili (?!). Consultare gli arretrati se non si crede. Forse Ronchey (poco informato come tutti quelli che non sono mai stati a Cuba) voleva dire che i cubani, uomini e donne, una volta l’anno si mettono “dietro i fucili”, nel senso che fanno esercitazioni di tiro per affrontare eventuali folli invasori (é la teoria della “guerra de todo el pueblo”) Chi ritaglia e conserva gli insulti e le maledizioni della stampa italiana contro Cuba ha raccolto volumi. Ecco, il fenomeno della “campagna disinformativa ingiuriosa svolta dall’informazione italiana contro Cuba” é un fenomeno che meriterebbe un corso speciale nelle scuole e facoltà di giornalismo. Il quotidiano La Repubblica affida addirittura editoriali e cronache su Cuba a Carlos Franqui nemico personale di Fidel e anticastrista di professione uscito da Cuba sin dal 1966. Nel novembre 2006 in una delle sue puntate “tuttologhe”notturne, un padreterno della RAI come Giovanni Minoli mandava in onda, sotto il concetto che ”le dittature sono tutte uguali”,un programma in cui si mescolavano nello stesso minestrone , Cina, Corea del Nord, Myanmar e... Cuba. Si, Cuba assieme a Myanmar, l’ex Birmania(?!).
Di Fidel Castro dovrebbero esprimere le loro opinioni politici italiani che l’hanno conosciuto da vicino. Come l’on. Mario Baccini quando l’8 marzo 2003 all’Avana disse “reco i sensi della fraterna amicizia di Roma all’Avana, dall’Italia a Cuba”. Era contento, certo, Baccini cattolico mentre lo stato cubano stava regalando un intero palazzo all’ordine delle monache di Santa Brigida Anche Dini quando era ministro degli Esteri nel governo Ciampi disse:” Fidel é un leader straordinario” e che dire di Giulio Andreotti che venne all’Avana nell’estate del ’98 ed ebbe due lunghi colloqui col presidente cubano. Ma, ora, se glielo si chiede questi politici italiani potrebbero uscirsene col classico:”Chi,?Fidel Castro?,non so, non ricordo”.. Ora mettiamo in fila alcuni grandi nomi che di Cuba sono stati e sono ammiratori. Da Hemingway, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Zavattini a Garcia Marquez, Antonio Gades, Harry Belafonte, Frei Betto, ai Nobel Rigoberta Menchu’, Saramago, Harold Pinter, Nadine Gordimer (la poetessa sudafricana che un inverno fa riempì all’inverosimile sale e teatri a Milano e Roma), e ancora Mireille Mitterand, vedova del grande statista francese, Noam Chomsky, Ignacio Ramonet, Claudio Abbado, Carla Fracci, Gianni Vattimo e i cineasti Konstantin Costa Gavras, Oliver Stone, Michael Moore, Robert Redford e gli attori Gerard Depardieu e Hanna Schygulla. Basta? Non c’é partita, direbbe Diego Armando Maradona, che si porta addosso su spalla e polpaccio i tatuaggi del Che e di Fidel.
I DATI DI CUBA OGGI. Uscita dal baratro degli anni Novanta col doble bloqueo URSS sparita, USA sempre più contro (il blocco economico in oltre quaranta anni é costato a Cuba quasi 100 miliardi di dollari) oggi Cuba esibisce i seguenti dati ufficiali dell’ONU. Età media della popolazione 77 anni, seconda solo al Canada, alla pari con gli USA. Dominicani, messicani, brasiliani vivono 12 anni di meno. Mortalità infantile 5,3 per mille ( livello Europa occidentale), mortalità entro i 5 anni di vita 7 per mille (Cile all’11, Argentina al 24, Dominicana al 31, Brasile al 34, Haiti al 120). Assenza di analfabetismo, 12 anni scolastici medi, dispersione scolastica inesistente, lavoro minorile inesistente, universitari e laureati in alta percentuale, alimentari di base assicurati gratuiti, rivoluzione e riabilitazione energetica nazionale.
Cuba ha sviluppato una assistenza sanitaria che le ha permesso negli ultimi tre anni di offrire gratis un milione di operazioni di cataratta ad altrettanti cittadini poveri di molti paesi latinoamericani e di inviare all’estero 40mila medici che offrono assistenza medica gratuita. Se qualcuno conosce opere simili nel mondo lo comunichi. Tutto ciò realizzato da un piccolo paese povero del Terzo mondo. Cuba ,completamente isolata solo dieci anni fa, é oggi la guida ispiratrice del nuovo movimento di indipendenza politica ed economica che dilaga in America Latina dal Venezuela, all’Argentina, Uruguay, Bolivia, Ecuador, Nicaragua e anche Guatemala, Panamà e domani Perù. Alleati stretti degli Usa nel cono Sur sono rimasti solo El Salvador e la Colombia. Tutto ciò nel segno dell’ALBA,Alternativa Bolivariana per le Americhe inventata da Fidel e Chavez.
Il Cardinal BERTONE. Il primo atto in politica estera di Raul nuovo presidente é stata la lunga visita di una settimana del Segretario di stato del Vaticano cardinale Tarcisio Bertone che si é riunito col cardinal Jaime Ortega arcivescovo dell’Avana, altre autorità ecclesiastiche ( a Cuba oggi sono aperte al culto 523 chiese cattoliche con oltre 1200 sacerdoti e diaconi). Il cardinal Bertone ha parlato alla cattedrale dell’Avana, ha viaggiato per Cuba, celebrato messe, inaugurato una grande statua a Papa Woytila a Santa Clara (non molto lontana da quella del Che Guevara), ha tenuto una conferenza all’università della capitale e ha visitato anche la scuola di scienze mediche dell’Avana ( un’idea di Fidel del 1998) dove studiano totalmente gratis alcune migliaia di studenti, molti anche stranieri. Tra essi c’erano ad attendere il cardinale anche alcuni giovani statunitensi che si laureano in medicina gratis a Cuba per poi tornare ad esercitare negli USA ( a luglio 2007 il Corriere pubblicava a pagina intera la notizia di nove nuovi dottori nei quartieri popolari di New York laureati gratis all’Avana). Il cardinal Bertone si é anche associato al giudizio di antietico, ingiusto e crudele del blocco economico USA contro Cuba ( del resto condannato ogni novembre all’assemblea generale dell’ONU da oltre 180 nazioni del mondo). Cosa aggiungere ancora sulla realtà di Cuba oggi.
Chiudiamo con un argomento un pò anomalo, quello sportivo, per segnalare che in aprile a Cuba si faranno le Quarte Olimpiadi dello sport cubano (anche questa un’idea di Fidel), con 2000 atleti e altri 16 paesi partecipanti. Poi alle prossime Olimpiadi di Pechino, magari il prof.Dal Monte come fece gia a Sidney e ad Atene dovrà dire che facendo la percentuale tra numero della popolazione e quantità di medaglie vinte alle Olimpiadi, la piccola Cuba é in proporzione la più forte potenza sportiva del mondo. E in assoluto é dentro le prime dieci-dodici al mondo, con un quinto posto assoluto a Barcellona 1992 assolutamente strepitoso. Le classifiche sportive vengono stampate su tutti i giornali del mondo: quelle non si possono manipolare, mistificare, occultare. Da parte della “disinformazione centrale e gregaria dell’impero”.
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