L’articolo
di un autorevole giornalista spagnolo e i video che “sbugiardano” l’ennesima
massiccia campagna mediatica anticubana
Si è dato un grande rilievo alle immagini video di alcuni studenti
dell’Università di Informatica di Cuba che facevano domande molto critiche al
presidente del Parlamento cubano Ricardo Alarcon. Il coro mediatico presenta il
caso come un ammutinamento contro il governo cubano a causa delle sue
inefficienze. Per questo vale la pena fare alcune riflessioni.
In primo luogo, l’esistenza di questo video dimostra, per cominciare, due cose:
- Che a Cuba i dirigenti si mettono a disposizione dei cittadini perché li
interroghino su quello che ritengono opportuno. Ciò, peraltro, non è nuovo. Io
stesso ho assistito nell’aprile 2005 a un’iniziativa simile di Ricardo Alarcon
(http://www.rebelion.org/noticia.php?id=13825)
sulla scalinata dell’Università, all’aria aperta. Gli studenti, la stampa
straniera e chiunque fosse passato di lì avrebbe potuto alzare la mano e
chiedere ciò che gli pareva.
- Che non esiste nessuna persecuzione nei confronti di chi critica, poiché si
può chiedere senza aver paura.
Pensiamo a un simile scenario negli Stati Uniti. Quando le alte cariche del
paese si sono messe a disposizione degli studenti perché rivolgessero loro delle
domande? Quando abbiamo visto studenti provenienti da classi sociali umili
frequentare gratuitamente l’università? Abbiamo visto cosa è successo ad uno
studente che aveva fatto una domanda scomoda a John Kerry: 19 poliziotti lo
hanno immobilizzato e trascinato fuori dal pubblico, e poiché questa misura era
sembrata insufficiente, non hanno avuti dubbi ad utilizzare un taser (arma
moderna che produce una scarica tra i 17.000 e i 50.000 volt) per “calmarlo” e
farlo tacere
(sull’uso e gli effetti del Taser
http://www.resistenze.org/sito/te/po/ca/poca8a11-002507.htm).
Come si vede in questi filmati.
www.youtube.com/watch?v=tCBcOQkUNjI&eurl=http://www.rebelion.org/noticia.php?id=63037
www.youtube.com/watch?v=AlnIkhYCS4w&eurl=http://www.rebelion.org/noticia.php?id=63037
Ora vediamo come si è sviluppata la reazione mediatica. Il video dell’assemblea
dura due ore, secondo quanto si può leggere in Univision, ma i mezzi di
comunicazione hanno diffuso solo quattro o cinque minuti centrati sulle critiche
di due studenti; non si sono viste le altre domande e sono state tagliate le
risposte di Ricardo Alarcon. Di modo che la censura delle domande al presidente
del Parlamento cubano è stata esercitata solo dai mezzi di comunicazione. Si può
fare un paragone con il programma di domande rivolte a Rodriguez Zapatero in TVE,
in cui la domanda relativa alla monarchia è stata scarsamente evidenziata dai
media e il dibattito si è concentrato intorno al prezzo di un caffè al bar. E
tutto in chiave nazionale, mentre i media internazionali non hanno dato
importanza alle domande critiche che si sarebbero potute fare al presidente
spagnolo.
Su questa medesima linea potremmo chiedere ai media internazionali di
interessarsi alle domande critiche degli studenti alle loro alte cariche
politiche. Abbiamo mai visto nei nostri media studenti colombiani rivolgere
domande ad Alvaro Uribe? Le domande interessano solo quando vengono fatte al
governo cubano.
Il video delle domande critiche degli studenti cubani a Ricardo Alarcon non è
una dimostrazione di ribellione contro il governo, è un esempio del fatto che a
Cuba esiste la democrazia, la libertà di espressione e la maturità politica dei
governanti e degli studenti. E del fatto che nei nostri paesi la manipolazione
informativa è costante.
Il video dell’incontro tra Alarcon e gli studenti smaschera in modo
inconfutabile le menzogne diffuse in Occidente e amplificate da diverse
televisioni italiane:
www.rebelion.org/noticia.php?id=63203 oppure
www.pascualserrano.net
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e
Documentazione Popolare
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